Rappresentata da
Compagnia Dialettale Urbinate
Che genio!
due atti
di
Paolo Cappelloni
Personaggi
Fortunato
Evelina (sua moglie)
Giovenale (il Genio)
Iris (vicina di casa)
La scena rappresenta un comune soggiorno con una comune. All’aprirsi del
sipario la scena è vuota.
Primo atto
Evelina - (Entrando con uno scialle sulle spalle) Brr! Sarà
anche primavera ma è ancora un freddo cane! (Canticchia mentre va alla credenza per prendere due tazzine) “È
primaveraaa/svegliatevi bambine/alle cascine messer Aprile/fa il rubacuooor!” (Tra sé) Mah, io non ho mai capito cosa
sono queste “cascine”! Saranno le “fascine”! Perché è in mezzo a quelle che in
primavera si andava a... (Esce canticchiando) Mah, “... quante forcine si troveranno tra i prati
in fiooor!” (Rientra con le due
tazzine piene di caffè chiamando ad alta voce) Fortunato!! Vuoi il caffè?
Fortunato! Sbrigati ché si fredda!
Fortunato - (Entra e va a prendere la tazzina dalle mani di
Evelina con un moto di soddisfazione) Ah! Che bello! Se la mattina non prendo
subito un caffè resto nervoso per tutta la giornata! (Sorseggia il caffè insieme alla moglie) Si fredda...! Ma ‘sto caffè
è gelato!! Quando l’hai messo su??
Evelina - L’ho
fatto un’ora fa, poi l’ho spento e fra una cosa e l’altra me lo sono
dimenticato sul fornello.
Fortunato - Allora
non dire “si fredda”! Di’ che invecchia!
Evelina - (Ironica) Sì, in tazze di rovere.
Fortunato - Insomma,
sai che a me il caffè piace bollente che mi deve scottare le labbra! (Lo finisce e porge la tazzina alla moglie)
Mamma mia che schifo!
Evelina - (Uscendo)
Allora la prossima volta lo farai te!
Fortunato - (Rimasto solo, si siede e sfoglia il giornale
canticchiando) “È primaveraaa/ma è un freddo birichinooo/con lo scaldino ai
piedi avrei/ un po’ più calooor!”
Evelina - Invece
di fare il canterino solitario non potresti approfittare di questi giorni in
cui sei a casa per fare un po’ di pulizie di primavera? Se non sbaglio è dall’anno
scorso che volevi fare un po’ di repulisti! C’è il vecchio frigo ancora sul terrazzo
che s’è arrugginito del tutto!
Fortunato - Infatti
avevo pensato di portarlo via ma mi sono accorto che lo stai adoperando come
scarpiera!
Evelina - Per
forza! Quella che ho si è squinternata tutta ed è da cambiare!
Fortunato - Ah,
quindi è da buttar via anche quella.
Evelina - Eh
già!
Fortunato - Però
ti ha fatto comodo usare il frigo come scarpiera!
Evelina - Solo
perché nello scomparto con i buchi, quello per le uova, posso mettere le mie
scarpe col tacco alto! Ma non si può andare avanti così!
Fortunato - Stavo
pensando anch’io che questa casa sta diventando una discarica!
Evelina - Ah,
ci stavi pensando! Allora vedi di pensare di fare un po’ di raccolta
differenziata!
Fortunato - Cioè?
Evelina - Non
so... il frigo fra la roba arrugginita, la scarpiera fra quella squinternata e
te fra quella scalcinata!
Fortunato - (Ironico) Quanto sei simpatica!
Evelina - (Preparandosi ad uscire) Insomma vedi di
fare qualcosa perché qui mi pare di stare in una discarica abusiva!
Fortunato - Dove
stai andando?
Evelina - Vado
qui sotto a prendere un po’ di verdura! (Esce)
Fortunato - (Rimasto solo) Ecco, è sempre così, nella
vita. A me i lavori pesanti e lei... va a raccogliere le erbette! Io devo fare
lo spazzino e lei sparisce come la polvere! E va bene, mi tocca anche questo! (Canticchia) “Che fretta c’era...” (Si guarda intorno) Dai... cominciamo dalle
cose più pesanti. (Esce e rientra subito con
una pacco di vecchi giornali) ‘Questi
giornali li metto nella scarpiera squinternata così faccio un tutt’uno. (Si avvia ad uscire finendo di canticchiare)“... maledetta
primavera!”
Voce di Iris - (Da fuori, canta) “... che fretta
c'era...”
Fortunato - (Si ferma ad ascoltarla con aria maliziosa)
Senti quella fringuella di Iris, la mia dolce dirimpettaia, come risponde ai
miei gorgheggi? (Esce canticchiando per
farsi sentire da Iris) “... lo sappiamo io e teeeeee!” (Esce
e torna subito con in mano un
vecchio vaso da notte) Ecco, pensa te: sotto il letto teniamo ancora quest’affare!
Chi lo usa più, ormai? È ancora quello di quando ero piccolo! Può essere anche
un ricordo ma sarà meglio ricordarsi di cose più gentili e gradevoli! (Lo appoggia su di un mobile e lo osserva con
una certa nostalgia) Però... quante ne abbiamo fatte, insieme, eh...? Oddio,
ne ho fatte più io. Il tuo contributo era passivo. Guarda lì, hai la polvere dei
secoli e non si capisce più nemmeno di che colore sei! (Lo prende e gli dà una spolveratina strofinando la manica della giacca
che poi osserva) Porca paletta, se mi vede mia moglie...! (Prende un fazzoletto dalla tasca e lo
spolvera strofinandolo ancora un po’. All’improvviso, intorno a lui, si alza una
colonna di fumo) Ossignore! Alla faccia della polvere! E questo cos’è?? (Da dietro al fumo esce un uomo vestito con un vecchio frac e un cappello a cilindro.
Fortunato lo vede e si allontana, spaventato) Oddio! E tu chi sei? (L’uomo
continua a guardarlo) Oh detto: chi sei??
Giovenale - Non
aver paura, non sono un fantasma!
Fortunato - (Spaventato) Non sarai un fantasma ma...
ma nemmeno una persona normale!!
Giovenale - Lascia
che mi presenti, mio padrone, io sono... Giovenale, (Inchinandosi) il genio dell’orinale!
Fortunato - Chi
sei??
Giovenale - Suvvia,
Fortunato, non fingere di non capire. Tu hai strofinato questo vaso da notte e
automaticamente mi hai permesso di uscire.
Fortunato - Oh
Signore! Come il genio di...?
Giovenale - (Indispettito) Sì, sì, come il genio di
Aladino. Anche se io, quello, non l’ho nemmeno mai conosciuto. Io sono stato
sempre qui.
Fortunato - Nell’orinale?
Giovenale - No,
in Italia!
Fortunato - Ah!
Giovenale - Però
era tanto che stavo lì dentro tutto raggomitolato!
Fortunato - Proprio
come un... (Non trova la parola consona)
un serpente.
Giovenale - (Si sgranchisce facendo delle artistiche
contorsioni) Sì, bravo, proprio come un serpente.
Fortunato - E
adesso cosa stai facendo, la danza del ventre? I geni ballano sempre così? Alla...
turca?
Giovenale - No,
mi sgranchisco. Prova tu a stare tutto rannicchiato per anni e anni e anni e
anni e anni e anni e anni...
Fortunato - (Lo interrompe) Dì un numero preciso così
facciamo prima!
Giovenale - Non
ricordo di preciso ma sono davvero tanti! Comunque tu sei fortunato di nome e di
fatto perché ora che mi hai liberato sei il mio padrone ed io sono obbligato ad
esaudire tre tuoi desideri!
Fortunato - Come
il genio di...?
Giovenale - (Scocciato) Sì, sì! Come quello!
Fortunato - Oh,
Signore!
Giovenale - Già,
hai capito la fortuna che hai avuto?
Fortunato - Non
me ne rendo ancora conto!
Giovenale - È
normale. Allora...?
Fortunato - Allora
cosa?
Giovenale - Coraggio!
Esprimi il tuo primo desiderio!
Fortunato - Aspetta,
aspetta! Ho bisogno di un po’ di tempo per pensarci.
Giovenale - Ah,
ma io sono tutto contento! Più tu ci pensi più tempo ho io per restare fuori da
quel vaso!
Fortunato - D’a...
d’accordo, allora adesso, non appena torna mia moglie mi confronterò con lei...
Giovenale - (Misterioso) No! Questa è l’unica cosa
proibita! Per tutto il tempo che sto qui non potrò farmi vedere da nessuno all’infuori
di te! Altrimenti la magia non funziona ed io non posso fare più niente!
Fortunato - Ho
capito.
Giovenale - Intanto
comincia a pensarci un po’ da solo. (Si mette
in posa) Quale potrebbe essere il tuo primo desiderio, mio padrone?
Fortunato - Dunque,
vediamo un po’...
Giovenale - Fai,
fai...
Fortunato - ...
Mi sembra che, non so... mi pare che la cosa più importante sia la salute.
Giovenale - (Subito) È il tuo primo desiderio??
Fortunato - Aspetta!!
Ti ho detto che ci sto pensando!
Giovenale - Allora
non confermi?
Fortunato - Ancora
no! Non confermo!... Oh, genio... non è che stai cercando di fregarmi? Che io dico
una cosa così tra me e me e te subito... trac! La esaudisci!?
Giovenale - No,
no, stai tranquillo.
Fortunato - Eh!
Sono cose delicate, queste!
Giovenale - Fai
pure con comodo, mio padrone.
Fortunato - Mh.
Allora, dicevo: (Sottolineando la frase
con il tono della voce, guardando Giovenale) “Potrebbe essere”... la
salute.
Giovenale - Bè,
sì, potrebbe essere una buona idea, anche se non te la posso garantire in eterno!
Fortunato - Ecco,
cominciamo già con le clausole restrittive!
Giovenale - Eh,
ma non ti posso dare mica l’immortalità!
Fortunato - Volendo...
sarebbe un desiderio come un altro.
Giovenale - Lo
so ma io non sono il Padre Eterno! Io sono semplicemente un genio venuto fuori...
Fortunato - (Lo interrompe)... da un orinale! Figuriamoci...!
Giovenale - Pensaci
ancora, dai, che qualcosa rimediamo.
Fortunato - (Riflette) Ci sarebbero i soldi...
Giovenale - (Subito) Confermi??
Fortunato - Aspetta!
Eh, la miseria che fretta!
Giovenale - Chiedevo
solamente. (Tentatore) Certo che...
un bel sacco di soldi... un milione...
Fortunato - (Riflette)... di milioni...
Giovenale - ...
di milioni...
Fortunato - (Riflette)... di milioni di euro...
Giovenale - (Subito) Confermi??
Fortunato - E
smettila! Ti ho detto che sto pensando ad alta voce!
Giovenale - Era
solo per sapere, mio padrone.
Fortunato - (Torna a riflettere) Va bè che tanto sono
tre, i desideri; tra tanti sogni basterà scegliere quelli che per me sono i più
importanti.
Giovenale - È
giusto.
Fortunato - Ma...
toglimi una curiosità...
Giovenale - (Subito) È un desiderio?
Fortunato - No!
È una curiosità!
Giovenale - Non
confermi?
Fortunato - No!
Non confermo!
Giovenale - Allora
dimmi pure.
Fortunato - Insomma:
come hai fatto a finire... là dentro?
Giovenale - (Restìo a parlarne) Oh, è una storia
lunga! Diciamo che è stata... una specie di punizione.
Fortunato - Cosa
avevi combinato?
Giovenale - (Imbarazzato) Niente... Avevo fatto uno
scherzo ad un altro genio che stava in una lampada...
Fortunato - (Incredulo) Aladino??
Giovenale - (Scocciato) No!!... T’ho detto
che quello non l’ho mai conosciuto! Era uno di queste parti. Insomma: per fargli
uno scherzo gli avevo messo dentro un po’ d’olio e l’avevo accesa!
Fortunato - Oh, Signore! Ha preso fuoco! E per
punizione...
Giovenale - Mi hanno mandato...
Fortunato - A cag... (Si corregge) in quell’orinale!
Giovenale - Sì.
Adesso però torniamo a noi...
Fortunato - Sì.
(Si sentono dei passi) Cielo! Mia moglie!
Giovenale - Accidenti!
Devo nascondermi subito altrimenti la magia se ne va a ramengo!
Fortunato - (Prendendo il vaso da notte) Dai, torna
dentro!
Giovenale - Ma
lì posso tornare solo dopo i tre desideri! Adesso mi sono materializzato!
Fortunato - Si guarda attorno, impaurito, alla ricerca
di un nascondiglio) Porca miseria! Allora??
Giovenale - (C.s.) Eh, allora mi devi trovare un buco
adatto dove mi possa nascondere!
Fortunato - Potresti
andare in bagno... tanto sei abituato...
Giovenale - (Lo interrompe) Ma se poi ci entra tua moglie??
Fortunato - Già,
è vero! Allora... (Si guarda attorno,
nota la grande credenza, vi si dirige e la apre) Ecco! Qui dentro c’è abbastanza
spazio!
Giovenale - (Ci guarda dentro) Va bene, però fammi riuscire
non appena rimani solo, eh?
Fortunato - Certo!
Dai, presto che sta arrivando!
(Giovenale
entra nella credenza e Fortunato
si mette in posa, cercando di essere naturale e facendo l’indifferente)
Evelina - (Entra, ha in mano una busta con verdure. Annusa
l’aria) Che strano odore c’è qui dentro... chi è venuto?
Fortunato - (Fingendo indifferenza) Chi è venuto?... Nessuno!
Evelina - Sarà...
Fortunato - (C.s.) Hai raccolto le erbette?
Evelina - Non
sono andata a raccogliere le erbette! Ho comprato un po’ d’insalata mista, qualche
pomodoro e due cipolline fresche... (Annusa
ancora) Ma... hai bruciato qualcosa?
Fortunato - No!
Evelina - Sarà...
(Nota il vaso da notte appoggiato in
bella vista) E quel vaso da notte? Cosa ci sta a fare lì sopra?
Fortunato - Ah,
niente, era sotto il letto da non so quanto tempo...
Evelina - Allora
hai pensato di usarlo come soprammobile!
Fortunato - No,
no, adesso lo metto via.
Evelina - Non
sarà meglio buttarlo addirittura?
Fortunato - (Prendendolo) Ehm, ancora no. Lo appoggerò
da qualche parte poi vedremo. (Lo ripone
sotto un mobile)... Stammi a sentire, Evelina, siediti un momento,
accomodati.
Evelina - (Sedendosi) Vedi che qualcosa di strano
c’è? È la prima volta che mi dici di accomodarmi; cos’hai combinato?
Fortunato - Niente,
stavo solo pensando: (Indifferente,
prendendola alla larga) Metti il caso che te... che noi avessimo la possibilità
di farci esaudire... un desiderio... tu cosa sceglieresti?
Evelina - Che
razza di domanda è??
Fortunato - Niente,
così, pura curiosità! Bada a rispondere.
Evelina - Che
ne so!... (Riflette controvoglia) Un
desiderio...
Fortunato - Sì.
Evelina - Mah...
la salute!
Fortunato - Brava!
Evelina - Grazie!
Fortunato - È
proprio quello che ho detto a... cioè: è quello che avevo pensato io!
Evelina - Bene,
adesso posso andare a sciacquare l’insalata?
Fortunato - Aspetta.
E... a parte la salute?
Evelina - (Spazientita) Oh mamma mia! A parte la
salute... i soldi!
Fortunato - Brava!
Evelina - Grazie!
Fortunato - (Euforico) Milioni di...
Evelina - (Minimizzando) Milioni...! A cosa servono
i milioni? A me basterebbe quel tanto che mi permettesse di vivere tranquillamente,
senza strafare!
Fortunato - (Riflettendo) Sì, hai ragione. Anche se a
volte ci tocca tirare un po’ la cinghia non abbiamo mai patito la fame! Io lavoro,
te tiri su qualcosa con quei lavoretti di sartoria... Ci basterebbe giusto una
sommetta in più che ci desse un po’ di tranquillità economica.
Evelina - Eh,
mi sembra giusto. Adesso, però, fammi andare tranquillamente a lavare ‘st’insalata,
eh?
Fortunato - Sì,
vai a lavare... (Ci ripensa) no, aspetta...
Evelina - Cosa
c’è?
Fortunato - Dinne
un altro.
Evelina - Di
cosa?
Fortunato - Di...
di desiderio.
Evelina - Oltre
la salute e i soldi?
Fortunato - Sì.
Evelina - Ma
cos’è, un gioco a quiz?
Fortunato - Sì,
è un passatempo.
Evelina - Già,
tanto tu non hai niente da fare...!
Fortunato - Dai,
pensaci...
Evelina - (Ci pensa) Un altro desiderio...
Fortunato - ...
il terzo.
Evelina - Sì,
ho capito! (Ci pensa) Allora: la
salute... i soldi... Un marito...
Fortunato - Come,
un marito...??
Evelina - No,
dico: un marito ce l’ho... Ho te ma insomma, mi accontento.
Fortunato - Grazie.
Evelina - Perciò,
come terzo desiderio... (Ci pensa) non
so... mi sarebbe tanto piaciuto avere una sorella.
Fortunato - (Senza rifletterci) Ma senti che discorsi!
Non potrò mica chiedere una cognata!
Evelina - Ma
tu cosa c’entri?
Fortunato - Eh?
No, dicevo così... (Fingendo) Sì, sì...
bella risposta! Una cognata!
Evelina - Allora,
cosa ho vinto?
Fortunato - Dove?
Evelina - Hai
detto che era un gioco! Non si vince niente?
Fortunato - No,
questa è... la prima manche!
Evelina - (Perplessa e sospettosa, si alza)
Fortunato... tu, o hai battuto la testa da qualche parte... o mi stai nascondendo
qualcosa.
Fortunato - (Allargando le braccia in segno di
trasparenza e assoluta innocenza) Cosa vuoi che ti nasconda, Evelina? Sono
innocente e puro come acqua sorgiva!
Evelina - M’immagino...!
(Alzando il sacchetto con la verdura)
Vado a fare questo lavoro, (Esce annusando di nuovo)... Comunque, per me... qui dentro c’è stato
qualcuno.
Fortunato - (Appena Evelina è uscita si accosta alla
credenza. Parla sottovoce) Ehi!... Come va lì dentro? (Ascolta con l’orecchio attaccato alla credenza) Eh, lo so, ma sarà
sempre meglio dell’orinale! (Ascolta)
Sì, è pieno di tazze e di bicchieri perciò vorrei che stessi attento se no mi fai
un mucchio di cocci! (Ascolta) No! Non
è il primo desiderio! Questo è un ordine che ti do se no andiamo a finire male
tutti e due! (Ascolta) No, non posso
farti uscire perché lei e in cucina e potrebbe venire da un momento all’altro! Abbi
pazienza! Adesso approfitto per andare a far due passi così mi schiarisco le
idee e rifletto con calma riguardo ai desideri, va bene? Stai buono lì eh?... Mi
raccomando! (Chiama ad alta voce) Evelinaaa!
Vado a fare due passi!
Evelina - (Si
affaccia) Ma non dovevi fare le pulizie di primavera?
Fortunato - Sì,
sì, le faccio. Prima però fammi pensare da dove posso cominciare! Dovrò pur
stendere un piano di lavoro! (Esce)
Evelina - (Annusa di nuovo l’aria) Mh! C’è del puzzo,
in questa casa... (Esce)
Fortunato - (Rientra
furtivo, va alla credenza la
inchiava e si mette la chiave in tasca, poi batte leggermente la mano su un
fianco della credenza a mo’ di incoraggiamento ed esce)
(Evelina si affaccia per vedere chi è entrato, non
vede nessuno e si ritira in cucina. La
scena rimane vuota. Suona il campanello d’ingresso)
Evelina - (Entra, pensando che sia Fortunato) Cos’hai
lasciato, le mollette per stendere il piano di lavoro?
Iris - (Da fuori) Sono Iris!
Evelina - Ah...(Va ad aprire e rientra con Iris)
Iris - Tuo
marito non è andato a lavorare?
Evelina - (Si ferma un secondo a fissarla poi le porge
la laconica domanda) Perché?
Iris - Niente,
così... L’ho visto per le scale.
Evelina - Ah,
no. Ha preso qualche giorno di permesso. Siediti.
Iris - (Sedendosi) Certo che è un gran
simpaticone!
Evelina - Chi??
Iris - Tuo
marito.
Evelina - (Ironica) Sì, come una carie!
Iris - Ogni
volta che m’incóntra ha sempre una parolina dolce!
Evelina - (Ironica) Sì, lo so, è sempre stato un
po’ imbecille.
Iris - No!
Perché? Anzi, ad una donna può far piacere!... Senza malizia, s’intende!
Evelina - (Fissandola) S’intende, senza malizia. A
proposito... tu, tuo marito non lo senti più per niente?
Iris - No,
da quando col divorzio mi sono liberata di lui, preferisco stargli il più
lontano possibile. Però, sai, Evelina, la solitudine si fa un po’ sentire, ecco
perché ogni tanto vengo a scambiare due parole, se non ti disturbo.
Evelina - No,
no! (Con fare indifferente le si
avvicina, le passa dietro e, furtivamente, l’annusa) Anzi, mi fa piacere ma...
sei passata qui anche prima?
Iris - Prima
quando?
Evelina - Boh,
una mezz’oretta fa.
Iris - No,
perché?
Evelina - Così,
perché ero andata a prendere qualche foglia d’insalata.
Iris - Tuo
marito non è andato a lavorare?
Evelina - No,
ha preso qualche giorno di permesso. Vuoi un caffè... “dolce dirimpettaia...”?
Iris - Eeeeh!
Mi hai chiamata proprio come mi chiama tuo marito quando m’incontra per le
scale!!
Evelina - Già...
te l’ho detto che è un po’ imbecille! Lo vuoi ‘sto caffè?
Iris - Sì,
grazie, lo prendo volentieri.
Evelina - (Si dirige verso la credenza poi ci ripensa)
Ah, no, aspetta, ho già due tazzine in cucina. (Esce)
Iris - (Ad alta voce) Certo che sei fortunata ad
avere un marito così.
Evelina - (Compare immediatamente) In che senso?
Iris - Nel
senso che mi pare un uomo affettuoso...
Evelina - (Tornando
in cucina) Mh, e poi...?
Iris - (Ad alta voce) Gli piace curare la casa...
Evelina - (Da fuori) Mh, e poi...?
Iris - Poi
è ancora un bell’uomo...
Evelina - (Compare immediatamente, con tono asettico e
tagliente) Quanto zucchero vuoi?
Iris - Due,
grazie.
Evelina - (Riuscendo)
Ti piace il dolce...
Iris - (Ad alta voce) Eh, la vita è tanto amara...!
Evelina - (Rientra con due tazzine di caffè) Già...
Iris - E
così...
Evelina - E
così... (Approfitta di porgerle la
tazzina per ripassarle vicino ed annusarla di nuovo. Poi, con indifferenza)
Che profumo usi?
Iris - Oh,
pensa che sto ancora usando una boccetta avuta dal mio ex marito tre anni fa! È
un profumo orientale, non ricordo nemmeno il nome!
Evelina - (Sospettosa) È un profumo particolare...
Iris - Sì,
ma non deve essere di gran qualità! Pensa che non l’aveva nemmeno comprato!
Evelina - (Con finto interesse) Ah, no?
Iris - Macché!
L’avéva avuto in omaggio quando andò a comprare il nécessaire da barba! Aspetta
che ora mi viene in mente... Si chiama... (Ci
pensa) “Languidamente furtivo e segretamente inconfessato desiderio
d’Oriente”, ecco!
Evelina - (Sospettosa, ripete) Ah! “Languidamente
furtivo e segretamente inconfessato desiderio d’Oriente”... Ecco. E quale
sarebbe...?
Iris - Cosa?
Evelina - Il
desiderio furtivo e inconfessato.
Iris - (Ridendo) Ah, non lo so proprio!
Probabilmente sarà quello di non puzzare più di tanto!
Fortunato - (Entra e vede Iris) Oh, buongiorno Iris! (Getta un’occhiata alla credenza) Ci
rincontriamo!
Evelina - (Con fare indagatore) Perché, quando vi
siete visti?
Fortunato - Eh?
Ah sì, prima per le scale!
Evelina - (Sospettosa) Ah, già, uomo simpatico e
affettuoso...
Fortunato - (A Iris) Con permesso. (Sgattaiola
ed esce verso la cucina)
Iris - (Ad Evelina) Perché mi hai chiesto del
mio profumo? Si sente troppo? Pensi che sia troppo sfacciato?
Evelina - No,
no, è che... mi pareva un odore conosciuto. D’averlo insomma già sentito.
Fortunato - (Rientra con una bolletta in mano) Evelina, c’è
da andare a pagare questa bolletta senza meno perché scade domani.
Evelina - (Alterata) Non potevi approfittare per
andare a pagarla quando sei uscito?
Fortunato - Eh,
non m’è venuto in mente!
Evelina - Allora
esci di nuovo!
Fortunato - Ma
devo fare le pulizie di primavera!!
Evelina - (Scocciata, gli strappa la bolletta dalle
mani. Fortunato torna verso la
cucina) Dammi questa bolletta...
Iris - Le
pulizie di primavera!! (Ad Evelina)
Allora ho ragione io a dire che hai un marito d’oro!
Evelina - (Indossando il soprabito per uscire) Sì, quello
delle civette!
Iris - Bè,
allora approfitto per tornare a casa. (Resta
seduta)
Evelina - (Dopo aver atteso qualche secondo) Allora...?
Iris -. Allora
cosa?
Evelina - Hai
detto che approfitti per tornare a casa tua...?
Iris - (Alzandosi) Ah, sì. (Entrambe escono)
Fortunato - (Rientra, furtivo,e si dirige verso la credenza su
cui bussa) Ehi... (Nessuna risposta.
Bussa di nuovo) C’è nessuno? Disturbo? (Bussa
di nuovo. Nessuna risposta) Giovenale! Non mi far bussare più forte se no sbattono
le tazze con i bicchieri... (Bussa ancora)
Oh genio!! (Prende la chiave ed apre)
Cosa hai fatto?
Giovenale - Niente,
mio padrone, m’ero addormentato! (Torna a
sgranchirsi facendo delle artistiche contorsioni)
Fortunato - Allora:
ho pensato al primo desiderio!
Giovenale - Dimmi,
mio padrone.
Fortunato - Si
tratta della salute!
Giovenale - Benissimo!
Dimmi tutto...
Fortunato - Eh,
cosa ti devo dire? Se ti dico che voglio la salute vuol dire che voglio star
bene!
Giovenale - È
giusto, è giusto. Allora... aspetta un momento perché è tanto che non faccio più
le magie.
Fortunato - (Tra sé) Andiamo bene...!
Giovenale - Ecco,
sono pronto! (Assume una posizione
accovacciata, poi si concentra sforzandosi)
Fortunato - Cosa
stai facendo?
Giovenale - Eh,
mi sforzo! Non è mica una cosa semplice fare le magie!
Fortunato - (Tra sé) Mi dove capitare anche un genio con
la magia stitica!
Giovenale - (Con atteggiamento ispirato, alzandosi
lentamente)
Potenze infinite/del bene e del male,
porgete l’orecchio/ché son Giovenale!
Io vengo da lungi...
Fortunato - (Tra sé)... da quell’orinale!
Giovenale - Sta’
zitto! Se no non funziona la magia! (Riprende)
Arrivo da lungi/per il desiderio
richiesto da esso/(Indica Fortunato) con tanto criterio.
Infatti lui vuole/perché è il mio
padrone,
che d’ora in avanti/stia sempre benone.
Adesso v’è nota/la prima volontà,
per dir la seconda/ci sentiamo più in
qua.
(A Fortunato) Come ti senti?
Fortunato - Bene.
Giovenale - Vedi?
Funziona!
Fortunato - Ma
io a stavo bene anche prima!
Giovenale - E
cosa vuol dire? Può essere che magari ti sta per venire un colpo! Invece sei
ancora qui!
Fortunato - (Facendo le corna) Ma vuoi andare a quel
paese!
Giovenale - Comunque
gli effetti si vedranno in futuro, no?
Fortunato - Stiamo
a vedere...!
Giovenale - Dai,
mio padrone, adesso il secondo.
Fortunato - Aspetta,
aspetta! T’ho detto che ci voglio pensare bene... Vorrei fare le cose con la
calma.
Giovenale - È
il secondo desiderio?
Fortunato - No!
Era una mia riflessione!
Giovenale - Non
confermi?
Fortunato - No,
non confermo! (Tende l’orecchio)
Ssst! Porca paletta sta tornando mia moglie! Torna dentro e stai attento ai bicchieri!
(Giovenale
torna nella credenza e Fortunato
richiude a chiave, quindi si rimbocca le maniche fingendo di essere in pieno
lavoro)
Evelina - (Entra)
Alla Posta non c’era nessuno e ho fatto in un lampo. (Annusa l’ambiente) Cos’hai fatto?
Fortunato - Niente!
Evelina - Me
ne sono accorta! Cosa aspetti, l’autunno per fare ‘ste pulizie di primavera?
Fortunato - (Evasivo e misterioso) Sì, chissà dove saremo,
in autunno!
Evelina - (Sospettosa) Perché?
Fortunato - (C.s.) Eh, perché possono succedere tante
di quelle cose, nei prossimi giorni...!
Evelina - (Tesa) Cosa vorresti dire, Fortunato?
Fortunato - Solamente
che nella vita non si sa mai cosa può capitare!
Evelina - (Sospettosa) Te, Fortunato, non me la
racconti giusta. (Si guarda intorno
annusando ancora l’ambiente) È tornata Iris?
Fortunato - No,
cosa c’entra Iris?
Evelina - (Con sguardo duro) È quello che vorrei sapere
io!
Fortunato - A
proposito, Evelina... qual era il tuo secondo desiderio...?
Evelina - Stai
parlando del gioco di prima?
Fortunato - Sì.
Evelina - Allora:
Prima avevo detto “i soldi” ma adesso ho cambiato idea.
Fortunato – E
sarebbe?
Evelina - Che
non facessi più l’imbecille!
Fortunato - (Ammettendo qualcosa) Guarda che questo non
è per niente un gioco!
Evelina - È
proprio questo che mi spaventa! (Dirigendosi
verso la credenza) Fammi prendere due piatti, va.
Fortunato - (Ponendosi fra lei e la credenza, preoccupato)
Dove??
Evelina - (Si sposta a sinistra per passare) Come, dove?
Nella credenza!
Fortunato - (Si sposta a sinistra per sbarrarle la strada)
Non si può!
Evelina - (Si sposta a destra per passare) E perché
non si può?
Fortunato - (Si sposta a destra per sbarrarle la strada)
Ehm... perché è chiusa a chiave!
Evelina - (Si sposta a sinistra cercando di
oltrepassare Fortunato) La schiaverò!
Fortunato - (Si sposta a sinistra per sbarrarle la strada)
Non si può!
Evelina - E
perché?
Fortunato - Perché...
ho perso la chiave!
Evelina - (Allunga il collo per guardare la credenza)
Fortunato... chi c’è là dentro?!!
Fortunato - (Alza le braccia per impedirle di guardare)
Nessuno!
Evelina - (Pone il palmo della mano davanti a lui)
Dammi quella chiave!
Fortunato - Non
ce l’ho!
Evelina - Sì
che ce l’hai!
Fortunato - (Cerca di sfuggirle frapponendo fra lui e lei
tutto ciò che gli capita: sedie, il tavolo, poltrona, ecc.) No che non ce
l’ho!
Evelina - (Lo insegue cercando di superare i vari
ostacoli messi da Fortunato) Sì che ce l’hai!
Fortunato - (Continuando a sfuggirle) No che non ce
l’ho! (Evelina lo raggiunge e gli fruga
addosso) Smettila che mi fai solletico!
(Evelina trova la chiave, Fortunato corre
verso la credenza e si pone a scudo di essa con tutto il suo corpo e con le
braccia spalancate)
Evelina - Togliti
da davanti, brutto fedifrago e traditore!
Fortunato - (Senza muoversi, con tono drammatico) Non
è come tu pensi!
Evelina - Ma
smettila! Lazzarone che non sei altro! (Grida
verso la credenza credendo, naturalmente, che ci sia Iris all’interno)...
Te e quella sciacquetta là dentro! (Sposta
Fortunato con uno strattone e apre la credenza)
Fortunato - (Grida) No!!
Giovenale - (Esce
dalla credenza) Oh! Qual magica visione! Buongiorno, signora!
Evelina - (Sorpresa ed allibita, guardando
alternativamente Fortunato e Giovenale che si sta sgranchendo di nuovo con le sue artistiche contorsioni)
E questo?? Cosa ci fa, qui?
Fortunato - Fa...
le magie!!
Evelina - (C.s.) Che cosa???
Giovenale - (Con un inchino) Permette, signora? Io
son Giovenale, il genio dell’orinale!
Evelina - (Ironica) Sì, e io sono Evelina, la maga
della latrina!
Fortunato - (Ad Evelina) Ti posso spiegare tutto!
Evelina - Sono
tutta orecchi!
Fortunato - Evelina,
non c’è niente tra noi!
Evelina - Vorrei
pur vedere...!
Giovenale - (A Fortunato) Lascia fare a me. (Ad Evelina, con fare galante, mentre
Fortunato, sfinito, si accascia su di una sedia) Come avran già udito le
sue deliziose orecchiette, mia graziosa apparizione, il mio nome è Giovenale e mi
permetta di dirle che sono completamente scombussolato nell’ammirare, dopo anni
e anni e anni e anni e anni e anni e anni...
Fortunato - (Lo interrompe) Insomma un tot di anni!
Giovenale - Sì...
nell’ammirare una siffatta beltà!
Evelina - (Piacevolmente colpita e imbarazzata) Oh mamma
mia!
Giovenale - Io
non sono che un semplice genio che suo marito ha evocato strofinando...
Evelina - ...
strofinando...?
Giovenale - ...
strofinando quel grazioso vasetto notturno che tenevate riposto sotto il talamo
nuziale...
Fortunato - (Lo interrompe) Sotto..?
Giovenale - (A Fortunato)... sotto il letto! (Ad Evelina) Ma non tema, mia eterea visione,
io e quel prosaico oggetto non abbiamo nulla in comune!!
Evelina - Meno
male!
Fortunato - Sarà...
Giovenale - In
breve, ora lui è il mio padrone finché non avrò esaudito tre suoi desideri.
Evelina - (Rivolta a Fortunato che sta dando dei
colpetti di tosse) Oh mamma mia!... E perché me lo tenevi nascosto?
Fortunato - Perché
lui mi ha detto che se lo avesse visto qualcun altro non avrebbe potuto più
esaudire i desideri! (A Giovenale) È
vero?
Giovenale - (Guardando Evelina in maniera seducente)
Sì, l’ho detto ma... con i parenti stretti si può fare anche uno strappo... (Galante) Soprattutto se la parente
stretta è un fiore dal delicato aroma i cui petali si stanno graziosamente
spampanando nel pieno del loro sboccio! (Fortunato
dà qualche colpetto di tosse)
Evelina - (Incerta ma lusingata) Va bene ma adesso
non esageriamo!
Giovenale - Sicché
il primo desiderio gliel’ho già esaudito.
Evelina - E
quale sarebbe?
Fortunato - (Tossendo) La salute.
Evelina - (Ironica) Si sente...!
Giovenale - (A Fortunato) Ed ora son pronto ad esaudire
il secondo! (Ad Evelina, con galanteria)
Ma mi dispiace di non poterlo esaudire a lei, leggiadra creatura celeste. Avrei
fatto scintille!
Evelina - (Lusingata e vezzosa) Bè... dispiace anche
a me, misterioso uomo che vieni dall’orinale.... ma per quanto tempo è stato
chiuso lì dentro?
Fortunato - (Rialzandosi) No! Non chiederglielo!!
Giovenale - Oh,
sapesse... sono stato lì, tutto rannicchiato, per anni e anni e anni e anni e
anni...
Fortunato - Va
bè, tagliamo corto... (A Giovenale)
Stammi a sentire, Giovenale: (Colpetto di
tosse) Riguardo ai soldi stavo pensando che... Sì, so che fanno comodo, ma a
me basterebbe solamente quel tanto per poter vivere tranquillamente, senza
problemi.
Giovenale - (Subito) Confermi?
Fortunato - Aspetta!
T’ho detto mille volte che prima ci devo riflettere!
Evelina - (A Giovenale, sempre vezzosa) È sempre stato
un tipo tentennante, mio marito.
Giovenale - (Sempre galante) Invece a volte occorre
chiudere gli occhi e tuffarsi a volo d’angelo nell’ignoto mare dell’avventura,
mia sgusciante sirena! (Campanello.
Allarme di Fortunato)
Evelina - (Con atteggiamento sognante) Ed ora chi squilla
al portone?
Fortunato - (Ad alta
voce) Chi è?? (Tossisce)
Iris - (Da fuori) Sono sempre Iris!
Fortunato - (Spingendo Giovenale verso la credenza) Accidenti!
Questa non è una parente stretta!
Giovenale - È
vero! (Rivolto ad Evelina mentre entra nella credenza) A presto, mia
giovane rosa dal gambo affusolato!
Evelina - (Va ad
aprire come camminando sulle
nuvole e rientra con Iris con la
quale ha ora un atteggiamento completamente diverso) Dimmi, gioia, cosa t’è
successo?
Iris - Niente,
volevo prepararmi una minestrina ma mi sono accorta ora che ho finito il sale.
Evelina - (Andando
in cucina) Te lo porto subito, stella.
Iris - (A Fortunato) È successo qualcosa?
Fortunato - (Tossendo) No, perché?
Iris - Eh,
non so ma Evelina la vedo un po’ strana. Stamattina m’ha trattato come una
pezza da piedi, adesso è tutta uno zucchero...
Fortunato - Eh,
cosa vuoi farci, sarà la primavera! (Si
avvicina ad Iris) Sai come fa la primavera, no?
Iris - No,
come fa la primavera?
Fortunato - (Facendosi ancora più vicino ad Iris) Vedi:
ogni anno, quando arrivano i primi tepori, c’è tutto un ringaluzzimento della
natura! I fiori sbocciano, gli uccellini cinguettano, le farfalle...
Evelina - (Rientrando col sale) Adesso sono curiosa
di sapere cosa fanno le farfalle...
Fortunato - (Allontanandosi da Iris) Niente, loro stanno
zitte.
Evelina - Ah,
ecco... (A Iris, porgendole il sale)
Non lo stare a sentire, Iris, che quando lui fa il farfallone... svolazza un
po’ intorno, poi si posa... e tutto finisce lì!
Fortunato - (Ad Iris, tossendo e uscendo verso la cucina) Non la stare a sentire, Iris, lei
parla solamente per sminuirmi!
Evelina - Ma
va’... più sminuito di così...! (Ad Iris,
andando verso la credenza) Vuoi un goccio di aperitivo, Iris? (Realizza e si blocca) Ehm, accidenti
l’ho finito!
Iris - Non
fa niente. (Si alza) Vado a preparare
questa minestrina.
Evelina - Va
bene, cocca. Buon pranzo. (Iris esce. Evelina si assicura che Iris si sia allontanata e che non ci sia
Fortunato, quindi, cautamente, va alla credenza, vi bussa delicatamente e
chiama sottovoce) Giovenale... Giovenale...
Buio
Fine del primo atto
Fortunato - (Entra con uno scialle sulle spalle e un
fazzoletto in mano; sta dando dei colpetti di tosse. Tra sé) Brr! Venisse
un accidente a lui e alla sua magia! Guarda qui: Ho passato tutto l’inverno senza
nemmeno un raffreddore o un po’ di tosse! E dire ch’è stato anche freddo! Appena
gli ho chiesto di farmi stare in salute... trac! Senti qui che po’ po’ di roba
m’è venuta fuori! Sono tutto incimurrito! D’altronde cosa potevo pretendere da
un genio che mi viene fuori da un orinale? (Tossisce)
Se mi fossi ammalato prima mi sarei messo in malattia, invece di prendere i giorni
di permesso! (Tossisce) Stanotte me
lo sono anche sognato, quell’imbecille! Nel sogno mi sbucava da sotto il letto,
mi tirava le coperte e mi chiedeva: “Allora? Confermi? Confermi?” E io che gli rispondevo:
“Aspetta un momento!” Poi gli chiedevo: “Ma da quanto tempo sei lì sotto?” E lì
è cominciato l’incubo perché lui ha risposto: “Sono anni e anni e anni e anni e
anni... “ ed è andato avanti per tutta la notte! Finché, sempre nel sogno, da sotto
il letto è sbucata anche mia moglie che s’è messa a dire: “Lo confermo! Lo confermo!”...
Chissà cosa voleva dire, quel sogno! (Chiama)
Evelinaaa!
Giovenale - (Entra)
Padrone...
Fortunato - Sei
Evelina, tu??
Giovenale - No,
padrone mio.
Fortunato - Allora
lei dov’è?
Giovenale - (Evasivo) Non lo so.
Fortunato - (Sospettoso) Giovenale... Vedi di rigare
dritto perché tu sei al mio servizio e io sono il tuo padrone eh! Ricordatelo
bene! (Tossisce)
Giovenale - Certo!
Allora, il secondo desiderio...?
Fortunato - Intanto
parliamo del primo! Guarda qui! T’avevo chiesto la salute e mi ritrovo un catorcio!
(Tossisce)
Giovenale - (Minimizzando) Ma cosa vuoi che sia un po’
di raffreddore e qualche colpetto di tosse! Le malattie sono tutta un’altra cosa!
Coraggio, Fortunato! Non vedi che sei un fiore?
Fortunato - Eh!!
(Tra sé) Speriamo che mi passi
quest’infreddatura!
Giovenale - (Subito) È il secondo desiderio?
Fortunato - Imbecille!!
Questo è quello di prima che dovei esaudire con la grazia!
Giovenale - Non
confermi?
Fortunato - No!
Non confermo perché prima sono stato troppo generico! Per il secondo voglio essere
più preciso!
Evelina - (Entra
camminando come sulle nuvole)
Allora?
Giovenale - (Annusando l’ambiente con soddisfazione e con
fare galante) Oh! La sventolata del suo profumo ha anticipato l’entrata di
questa olezzante creatura! (Inchino)
Evelina - È
sempre una goduria sentire dei dolciumi del genere infiltrarsi sottilmente
nelle mie orecchie!
Fortunato - (Sarcastico) Posso interrompere il vostro
idillio?
Evelina - (A Fortunato) Allora vogliamo decidere per
questo secondo desiderio?
Fortunato - È
quello che volevo dire io! (Tossisce)
Evelina - Hai
deciso poi per i soldi?
Fortunato - Sì
ma non li voglio direttamente da lui perché non mi fido per niente!
Giovenale - (Offeso) Come sarebbe a dire?
Fortunato - Sarebbe
a dire che è facile che tu mi fai arrivare una montagna di soldi magari fuori corso,
o addirittura fasulli che non posso spendere!
Giovenale - (C.s.) Ah! Hai una bella considerazione
del tuo Genio! Allora...?
Evelina - Digli
che vuoi vincere al Superenalotto!
Giovenale - O
preferisci il Totocalcio?
Evelina - O
un biglietto della Lotteria?
Fortunato - No,
no. Io voglio essere subito sicuro d’aver vinto, non voglio aspettare! (Ad Evelina) Evelina, quanto si può vincere
con i grattini?
Evelina - Quelli
dei parcheggi? Un’ora di sosta!
Fortunato - (Tossisce) Evelina! Voglio dire... i
“gratta e vinci”!
Evelina - Ah!
Se uno è fortunato anche delle cifre abbastanza alte!
Fortunato - Hai
sentito, Giovenale? Se uno è fortunato...!
Giovenale - Certamente!
Fortunato - Allora
vada per il “gratta e vinci”!
Giovenale - (Subito) Confermi?
Fortunato - Io
confermo ma tu hai capito bene cosa voglio? Dì insieme a me: Voglio vincere...
Giovenale - ...
Voglio vincere...
Fortunato - ...
una cifra sostanziosa...
Giovenale - ...
una cifra sostanziosa...
Fortunato - ...
col “gratta e vinci”!
Giovenale - ...
col “gratta e vinci”!
Fortunato - Ci
senti da quell’orecchio?
Giovenale - Ci
senti da quell’orecchio?
Fortunato - No,
questo lo dico solo io!
Giovenale - Va
bene, ho capito, padrone mio. (Assume la
posizione accovacciata ed inizia a concentrarsi sforzandosi)
Evelina - Cosa
sta facendo?
Fortunato - Si
sforza per far venire la magia... A lui viene così.
Evelina - (Guardando Giovenale) Succede anche a me
delle volte... che quando sono in quella posizione mi concentro meglio.
Fortunato - (Schifato, guardando Giovenale) Certo che
fa un non so che...
Giovenale - (Con atteggiamento ispirato, alzandosi
lentamente)
Potenze infinite/del bene e del male
Porgete l’orecchio/chè son Giovenale!
Siam giunti al secondo/(Indicando Fortunato) dei suoi desideri,
son scelti con calma/perché sono seri!
Davvero vedremo brillare i suoi occhi
se scender farete...
Fortunato - (Lo interrompe)... il latte ai ginocchi.
Giovenale - Non
dire le stupidaggini se no lassù s’arrabbiano! (Riprende)
se scender farete/a pioggia i baiocchi.
Badate che io/sono un genio e non
scherzo,
se questo è il secondo/chissà cos’è il
terzo!
(A Fortunato) Adesso devi
correre subito prima che puoi e prendere il “gratta e vinci”.
Fortunato - Quanti
ne devo prendere? (Tossisce)
Giovenale - Non
te ne basta uno? Quanto vuoi vincere?
Evelina - (A Fortunato) Ingordo!
Fortunato - (Dubbioso, a Giovenale) Mh. È che mi fido
molto poco di te. Sei sicuro che vinco al primo colpo?
Giovenale - Se
vuoi, anche al secondo, ma così useresti il terzo desiderio.
Fortunato - Sei
proprio un genio fiscale e truffaldino!
Evelina - (A Fortunato) Sbrigati! Giovenale t’ha detto
di correre subito prima che puoi! (A
Giovenale) Ma cos’è, una magia con la scadenza?
Giovenale - Bè,
proprio con la scadenza no ma dovrebbe fare una cosa in giornata.
Fortunato - (A Giovenale) Posso andare in una
rivendita qualsiasi o in una in particolare?
Giovenale - No,
no, quella che vuoi tu.
Fortunato - (Guardando entrambi) Allora io vado...
Evelina - Sì,
dai!
Fortunato - Da
quanto l’ho devo prendere, il “gratta e vinci”? Da un euro, da cinque euro o da
più?
Giovenale - La
magia non fa caso al prezzo del biglietto.
Fortunato - (Guardando entrambi) Allora io vado...
Evelina - Dai,
ti aspettiamo qui.
Fortunato - (A Giovenale) Deve essere un “gratta e
vinci” particolare?
Giovenale - Puoi
scegliere quello che vuoi tu.
Fortunato - (Guardando entrambi) Allora io vado...
Evelina - (Sbotta) Vai, vai ma sei sempre qui!
Fortunato - (Esce tossendo) Ci vediamo fra poco...
Giovenale - (Rimasto solo con Evelina e dopo essersi
assicurato che Fortunato sia uscito) Oh, Evelina! Ora che ti ho conosciuta
capisco quel che ho perduto in tutto il tempo rimasto acciambellato là dentro!
Evelina - (Vezzosa) Oh, Giovenale! Ora che ti
sei... srotolato avverto anch’io come un senso... di sollievo
Giovenale - Oh,
Evelina! Forse è stato il destino a far dare una strofinatina a quel delizioso vasino
da nottina!
Evelina - Oh,
Giovenale! Ma il destino non poteva farlo strofinare a me?
Giovenale - Il
destino è sempre un po’ malandrino, mia cara Evelina!
Evelina - Come
è vero, Giovenale!
Giovenale - Che
desiderio avresti espresso?
Evelina - Oh,
Giovenale! Queste tue domande mi fanno arrossire!
Giovenale - Oh,
Evelina! Il rosso è il colore della passione e ti dona come ad una rosa sta
bene il suo colore.
Evelina - Sì,
ma non c’è rosa senza spina!
Giovenale - Non
temo le spine delle rose se queste spuntano da un gambo di fiore come te!
Evelina - (Svenevole) Dalle parole che adoperi si capisce
subito che sei abituato a frequentare ambienti raffinati!
Giovenale - (Nostalgico) Un tempo sì. Poi una potente
magia mi ha fatto rotolare là dentro.
Evelina - Oh,
ma tu ti meriti ben altro, Giovenale!
Giovenale - (Con fare da viveur) Chiamami Giovi.
Evelina - (Svenevole) Con la “i” lunga?
Giovenale - Come
ti viene meglio.
(Si sente il campanello
d’ingresso)
Evelina - (Sognante ma contrariata) Chi sarà mai
che viene a romperci le scatoline sul più bello?
Iris - (Da fuori) Evelina! Ci sei??
Evelina - Cielo!
Iris!! (Ad alta voce) Sì, Iris! Un momento
solo che arrivo!
Giovenale - Mi devo celare!
Evelina - Sì.
Giovi, (Aprendo la credenza) celati imbucando
lì dentro! (Appena Giovenale è entrato
nella credenza va ad aprire la porta e rientra
con Iris) Scusa ma stavo... stavo rifacendo il letto.
Iris - (Guardandosi attorno) Non c’è Fortunato?
Evelina - No,
è andato un momento in tabaccheria. Perché? Avevi bisogno di lui?
Iris - No,
no. (Ci pensa su) Ma tuo marito fuma?
Evelina - No,
è andato a prendere un “gratta e vinci”
Iris - Ah,
ecco, vuole tentare la fortuna!
Evelina - Già.
Hai bisogno di qualcosa?
Iris - Sì,
Evelina. Sono venuta perché ho portato a casa dei campioni di stoffa per rifare
le tende della cucina e volevo un tuo suggerimento. Wanda m’ha dato da provarne
tre tipi ma sono indecisa nella scelta...
Evelina - (Appoggiandosi alla credenza con nonchalance)
Che campioni ti ha dato?
Iris - Dunque:
uno è di lino grezzo con in fondo tutta una gran frappa di pizzo macramè.
Evelina - Sì.
Iris - Un’altro
è più sbarazzino: una garza gialla con delle pesche stampate sopra.
Evelina - Delle
pesche…
Iris - Sì,
e un’altra di cotone beige con degli inserti all’uncinetto... Cosa dici...?
Evelina - Mah,
bisognerebbe provarli su e vedere che effetto fanno; comunque quello di lino con
la frappa in macramè mi pare eccessivo per una cucina.
Iris - Non
s’intona tanto bene, vero?
Evelina - Mi
pare proprio di no.
Iris - Stammi
a sentire: vieni a vederle un momento così le proviamo appoggiandole alla finestra.
Evelina - (Guardando la credenza) Adesso?
Iris - Eh,
se non hai niente da fare...
Evelina - (Guardando la credenza con nostalgia) Bè,
dovrei fare... comunque vengo due minuti a dare un’occhiata. (Ad alta voce, per farsi sentire da Giovenale)
Vengo un momento da te ma solo un salto perché devo tornare subito!
Iris - Va
bene, non c’è mica bisogno di gridare! (Escono entrambe)
(La scena
resta vuota per qualche istante, quindi entra
Fortunato zoppicando)
Fortunato - Ecco,
ho preso anche una storta! Quella magia sta facendo un effetto prodigioso! (Tossisce e chiama ad alta voce) Evelinaaa!
Giovenale - (Da dentro la credenza, con voce cupa e
lontana) Non c’èèèèè!
Fortunato - (Non sapendo che Giovenale è nella credenza,
risponde allo stesso modo, guardando il vuoto) E dov’èèèèèèè?
Giovenale - (C.s.) Da Iriiiiisssssss!
Fortunato - (C.s.) Grazieeeeee!
Giovenale - (C.s.) Pregooooo!
Fortunato - (C.s.) Ma tu chi seiiiii?
Giovenale - (C.s.) Sono Giovenaleeeeeee!
Fortunato - (Con voce normale) Ma che ti venisse un
accidente! Dove sei?
Giovenale - Nella
credenza, padrone mio!
Fortunato - (Va ad aprire, zoppicando e tossendo) Non
potevi uscire da solo?
Giovenale - (Uscendo dalla credenza) S’era incastrato
il gancetto dentro!
Fortunato - Perché
ti sei nascosto?
Giovenale - Perché
c’era Iris!
Fortunato - Ho
capito.
Giovenale - Allora??
Sei contento?? Adesso sei ricco sfondato!
Fortunato - Non
lo so. Ancora devo grattare! (Tossisce)
Giovenale - Allora
gratta!
Fortunato - Aspetta!
(Estrae dalla tasca tre “gratta e vinci”)
Per sicurezza ne ho presi tre.
Giovenale - Sei
proprio un malfidato!
Fortunato - Sì!
Perché ho pochissima fiducia in te!
Giovenale - Dai,
gratta, padrone mio!
Fortunato - Aspetta!
Questo è il primo...
Giovenale - Quello
fortunato!
Fortunato - Questo
è tutto da vedere! Dunque... (Osserva il
biglietto e tossisce) Qui c’è il disegno d’una stella, d’una campana e d’un
bicchiere... (Legge il regolamento dietro
al biglietto) Se, grattando, viene fuori la stella che brilla, la campana che
suona e il bicchiere pieno... si vincono centomila euro.
Giovenale - Senti
lì...??
Fortunato - (Continua) Se viene fuori la stella che
brilla, la campana che suona e il bicchiere vuoto... si vincono diecimila euro.
Giovenale - Roba
da nababbi!
Fortunato - (Continua) Se viene fuori la stella spenta,
la campana che suona e il bicchiere pieno... si vincono cinquemila euro.
Giovenale - Non
è il nostro caso!
Fortunato - (Continua) Se viene fuori la stella spenta,
la campana che non suona e il bicchiere pieno... si vincono mille euro.
Giovenale - Continua...
Fortunato - (Continua) Se viene fuori la stella spenta,
la campana che suona e il bicchiere vuoto... si vincono cento euro.
Giovenale - Poi...?
Fortunato - (Continua) Se viene fuori la stella che
brilla, la campana che non suona e il bicchiere vuoto... si vincono dieci euro.
Giovenale - C’è
nient’altro?
Fortunato - Se
la stella non brilla, la campana non suona e il bicchiere è vuoto... ce la prendiamo
in saccoccia e non si vince niente! (Tossisce)
Giovenale - Va
bene! (Si mette in posizione accovacciata
di concentrazione e si sforza) Ora io mi concentro, mi sforzo... e tu ti
gratti.
Fortunato - Pensa
te che bella accoppiata facciamo...! (Gratta)
La stella... brilla!!
Giovenale - (Sforzandosi) Dai!!
Fortunato - (Gratta) La campana... della campana c’è solo
il battacchio!
Giovenale - (Sforzandosi) Vai avanti!
Fortunato - (Gratta) Il bicchiere... è vuoto!
Giovenale - (Sollevandosi) Quindi...?
Fortunato - (Arrabbiato) Quindi sei un genio da quattro
soldi!! Ho vinto solamente dieci euro!
Giovenale - Cosa
si può comprare con dieci euro?
Fortunato - (C.s.) Un paio di pifferi! Sei proprio un
genio sbrindellato! (Tossisce)
Giovenale - Prova
con gli altri due, dai!
Fortunato - (C.s.) Sì ma non ti sforzare più, che
tanto non viene fuori niente! Provo da solo! (Gratta il secondo biglietto) Stella spenta... (Gratta) Campana che suona!... (Gratta)
Bicchiere vuoto... Cento euro! T’ho fregato!
Giovenale - (Per scusarsi) Magia tardiva...!
Fortunato - (Prendendo il terzo biglietto) Ti do io
la magia tardiva...! (Gratta e tossisce)
Stella spenta... (Gratta) Campana che
suona! (Gratta) Bicchiere vuoto... Altri
cento euro!
Giovenale - Vedi?
Qualcosa hai tirato su! Adesso potrai stare tranquillo!
Fortunato - Ma
vuoi andare a quel paese! Tu e le tue magie! Tu fai come quei gradassi che dicono
“io qua... io là...” ma alla fine sono
solamente dei grandi imbroglioni! Tu sei uguale e sei bravo solo a parole, per
infinocchiare gli altri! (Allusivo)
Capiscimi bene...!
Giovenale - Cosa
vorresti dire?
Fortunato - Eh!
Credi che sia stupido del tutto? Credi che non mi sia accorto che con i tuoi salamelecchi
sei riuscito a far girare la testa a mia moglie che ha preso una mezza fissa per
te?
Giovenale - (Falso) No, non me ne sono accorto per niente!
Comunque non aver paura, per questo, Fortunato, perché quando me ne sarò andato
via, lei non si ricorderà più niente di tutto quello ch’è successo: né di me né
di tutta questa storia.
Fortunato - Davvero?
Giovenale - (Serio e compunto) Parola di genio!
Fortunato - Ed
io? Me lo ricorderò?
Giovenale - Tu
sì.
Evelina - (Entrando, a Fortunato) Oh, sei tornato?
Fortunato - Sì.
Evelina - Allora??
Hai grattato?
Fortunato - Sì,
sì, ho grattato ma il prurito è rimasto!
Evelina - Perché?
Fortunato - (Arrabbiandosi di nuovo) Perché questo testa
di genio qui, anche sforzandosi non ce l’ha fatta!
Evelina - Non
ce l’ha fatta a far cosa??
Fortunato - La
magia!! (A Giovenale) Io vorrei tanto
sapere chi è quel testa di cavolo che t’ha fatto genio, a te!
Giovenale - È
il terzo desiderio...?
Fortunato - No!
Giovenale - Non
confermi?
Fortunato - No!
Non confermo!
Giovenale - Comunque
sono sicuro che il terzo sarà un successone!
Fortunato - Me
lo immagino! (Tossisce)
Evelina - (Difendendo Giovenale) Se dice così vuol dire
ch’è vero!
Giovenale - (A Fortunato) Su, pensaci...
Fortunato - Ci
penso ma se tanto mi da tanto... Con la salute è andata com’è andata... con i quattrini
non ne parliamo! Cosa potrei rischiare ancora??
Evelina - Io,
come terzo desiderio, volevo una sorella...
Fortunato - Ci
mancherebbe...! Pensa che razza di cognata verrebbe fuori, con la magia di
Giovenale!
Giovenale - Invece
potrebbe venir fuori una cosina fatta bene! (A Fortunato) Confermi?
Fortunato - (Alterato) Cosa confermo? Cosa confermo?
(Tossisce)
Giovenale - Allora
cosa decidi, padrone mio?
Evelina - Cosa
decidi, Fortunato?
Fortunato - Ma
cosa avete, una gran fretta, tutti e due?
Giovenale - Io
no di sicuro! Anzi, sto tanto bene qui!
Fortunato - Si
vede!
Giovenale - Anzi,
m’era venuto addirittura un certo pensiero...
Fortunato - (Sospettoso) Che pensiero?
Giovenale - Bè,
stavo pensando che quasi quasi potrei decidere di non tornare più là dentro...
Evelina - (Speranzosa) Sarebbe...?
Fortunato - (Sospettoso) Cosa vorresti dire...?
Giovenale - Insomma
mi piacerebbe restare libero come voi umani! E fare tutte le cose che potete fare
voi: avere le stesse speranze, gli stessi desideri... le stesse passioni! Penso
che sarebbe bello... restare sempre qui!
Evelina - (Non contiene l’entusiasmo) Giovi!
Fortunato - (Cupo) E lo potresti fare davvero?
Giovenale - Rinunciando
ai miei poteri, sì.
Evelina - Sarebbe
davvero bello!
Fortunato - (Imperscrutabile) Ho capito. Ma prima dovrai
esaudire il mio terzo desiderio.
Giovenale - Certo!
Sono obbligato ad esaudirtelo! L’hai pensato?
Fortunato - Credo
di sì.
Giovenale - Forza,
allora! Dimmi tutto, padrone mio!
Evelina - Cosa
hai pensato?
Fortunato - Ho
pensato alla soluzione finale.
Evelina - Sarebbe...?
Fortunato - Voglio
che... Voglio che Giovenale ritorni e rimanga nel suo orinale!
Evelina - (Sconcertata) Cosa??
Giovenale - (Spaventato) Non puoi farlo!
Fortunato - Perché?
È un desiderio come un altro! Così la finirai di portare scompiglio tra la gente
per bene!
Giovenale - (Drammaticamente sconfitto) Ebbene sia...
Sei ancora il mio padrone e se questo è davvero il tuo terzo desiderio...
Fortunato - Sì.
(Tossisce)
Evelina - Non
farlo, Fortunato!
Giovenale - (A Fortunato) Confermi?
Fortunato - (Deciso) Confermo.
Giovenale - (Ad Evelina, romanticamente triste)
Evelina...
Evelina - (A Giovenale, romanticamente triste)
Giovenale...
Giovenale - (C.s.) Potevamo essere come due falene
nella notte...
Fortunato - (Ironico, a Giovenale) Come due...?
Giovenale - (A Fortunato) Falene nella notte!... (Ad Evelina) ...come due gabbiani nel
cielo azzurro...
Fortunato - (Ironico) Sì...
Giovenale - ...
come due delfini in mezzo al mare blu...
Fortunato - (Ironico) Sì...
Giovenale - ...
invece... Addio, mia bella signora... (Intona
la canzone) “... lasciamoci così...”
Fortunato - (Termina la strofa) ”... come due grosse
quaglie in mezzo al prato verde.
Evelina - (Esce guardando romanticamente Giovenale)... Addio!
Fortunato - (Rimasto solo con Giovenale, recita la
formula magica)
Potenze infinite/di tutto il creato
drizzate le orecchie/ché son Fortunato!
Il terzo volere/è che Giovenale
ritorni per sempre/in quell’orinale
perché lui è un genio/in buona sostanza,
che tutti dobbiamo...
Giovenale - ...
dar molta importanza!
Fortunato - Stai
zitto! (Continua)... che tutti
dobbiamo/tenere a distanza!
Se siete d’accordo/con la mia volontà
usate i poteri/e cacciatelo di qua!
(Zoppicando va a prendere l’orinale
e lo mette in mano a Giovenale) Adesso va’ via e non farti più vedere!
Sparisci e... tira giù l’acqua! (Giovenale esce mestamente con l’orinale in mano. Fortunato resta solo in scena)
Oh!! Finalmente!! Ce l’ho fatta! (Rivolto
verso il punto da cui è uscito Giovenale) Accidenti a te e alle tue magie fasulle!
(Tra sé) Vedi, a volte, cosa vuol dire
togliere la polvere dalle cose vecchie e malandate? Rovistare tra le cianfrusaglie
del passato? Mi ci mancava solo il genio “faccio tutto io”... quando invece le cose
bisogna conquistarle da soli, non con le formule magiche o affidandosi a qualcun
altro per avere la pappa già fatta! E già! Che poi, invece di migliorare la
situazione fanno anche peggio!... Vedi... andato via lui m’è passata anche la tosse!
(Rivolto di nuovo verso l’uscita di
Giovenale) E visto che sei tornato lì: ti venisse la cagarella a spruzzo!...
e confermo!
Evelina - (Entra, è serena, ormai dimentica di tutto quanto
è accaduto) Con chi ce l’hai, Fortunato?
Fortunato - Come
sarebbe a dire con chi ce l’ho? Con quel cavolo di...
Evelina - ...
di chi?
Fortunato - (Ricorda che Evelina avrebbe dimenticato
tutto con la scomparsa di Giovenale; la osserva) Evelina... ma davvero non ricordi
più niente?
Evelina - Cosa
mi dovrei ricordare? Che ancora non hai messo mano al frigo e alle altre cose che
dobbiamo sbrogliare!
Fortunato - (Rilassato e soddisfatto) Sì, hai ragione,
Evelina! Le pulizie di primavera! È giusto!
Evelina - Ce
la farai a portar via quel cassone e la vecchia scarpiera mezzo andata?
Fortunato - Eh,
non sarà facile, sono pesanti (Mette le
mani in tasca e trova i biglietti del “gratta e vinci”; li guarda) Evelina...
sai cosa faccio? Siccome ho vinto duecento euro col “gratta e vinci”... li
useremo per pagarci una ditta di pulizie!
Evelina - Una
bella pensata! Che genio, sei, Fortunato!
Fortunato - Grazie,
Evelina! (Esce zoppicando) Li
vado subiti a preparare!
Evelina - (Uscendo
a sua volta) Aspetta, vengo a darti una mano!
(La scena
resta vuota per qualche istante, quindi si sente suonare il campanello)
Evelina - (Entrando)
Chi è?
Iris - (Da fuori) Sono Iris!
Evelina - (Va ad aprire e rientra con Iris) Cosa c’è, stellina?
Iris - (Con aria sognante) Evelina…
Evelina - Dimmi,
Iris.
Iris - Posso
sedermi? (Si siede) Devo raccontarti
un fatto che m’è successo!
Evelina - (Sedendosi a sua volta) Dimmi pure.
Iris - Prima
ero nel cortile qui sotto a stendere i panni...
Evelina - Sì.
Iris - ...
d’un tratto ho inciampato in un vecchio vaso da notte lasciato in terra non so
da chi...
Evelina - Sai
che la gente non ha un minimo di educazione nel gettare via la mondezza!
Iris - Sì,
lo so... comunque ho pensato subito che potesse farmi comodo per piantarci il prezzemolo
e tenerlo sul terrazzo.
Evelina - Eh
sì, sarebbe grazioso...
Iris - Solo
che nel dargli una ripulita l’ho strofinato un po’ con una scopetta e da dentro
è venuta fuori una colonna di fumo!
Evelina - Mamma
mia!
Iris - Sì!
E da quel fumo è uscito... uno!
Evelina - Uno...?
Iris - Sì,
uno!
Evelina - Uno
chi...?
Iris - Un
genio!
Evelina - Un
genio?? (Si blocca un attimo, si alza,
poi reagisce come se tutto le tornasse alla mente con le sue emozioni)
Giovenale!!
Iris - (Sorpresa) Perché?? Lo conosci???
Evelina - Sì!!
(Sottovoce, con fare complice) Ma che
resti fra noi, altrimenti la magia non funziona!
Buio
Sipario
Arredi di scena
Una credenza, con serratura e chiave,
in cui si possa nascondere una persona.
Uno scialle per Evelina
Due tazzine da caffè
Un giornale
Un pacco di giornali
Un vaso da notte
Una busta di plastica con verdure
Una bolletta
Un bicchiere con del sale da cucina
Uno scialle ed un fazzoletto da naso
per Fortunato
Tre biglietti del “Gratta e vinci”
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