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Alla Pensione Modesta



codice SIAE: 952369A



Rappresentata da
Compagnia Dialettale Urbinate.
Compagnia della Speranza di Castevelcchio a Savignano sul Rubicone
Compagnia "Dieci Donne Mamme Matte" di Camerino (MC)



Sinossi
Severo gestisce, con la moglie Modesta e contando sul fido uomo di fatica Anacleto, una pensione al centro di una città di provincia. Purtroppo Severo, invece di collaborare in un clima sereno, interviene continuamente sulla conduzione col suo carattere arrogante ed aggressivo. Mentre si avvicendano gli ospiti dell’albergo, ognuno col suo carico di problemi e con la sua storia personale, la reciproca sopportazione fra i due coniugi si esaurisce definitivamente. In particolare arriva all’esasperazione Modesta, che non sapendo come ricondurre il marito alla ragione, escogita un singolare stratagemma: con la complicità di un medico cliente della pensione, Dott. Guarito, finge che un occasionale calo di voce di Severo sia sintomatico di una rara e grave malattia. Unica cura, il prolungato silenzio. Da un giorno all’altro si respira alla Pensione Modesta un’aria di serenità, mentre Severo si prodiga in ogni modo per far comprendere con una mimica improvvisata le proprie volontà agli interlocutori. Ma la pace dura poco: Severo scopre la combine. Così decide di restare mutuo e smettere di comunicare anche a gesti. Durante una grottesca resa dei conti sembra che Modesta, Anacleto e il Dottore riescano a farlo ragionare e i due coniugi paiono intraprendere la strada di una riconciliazione. Tuttavia l’indole di Severo risulta impossibile da reprimere.

ALLA PENSIONE MODESTA

 

due atti

di

Paolo Cappelloni

 

Personaggi:

 

Severo -                   Proprietario della pensione. Si sente la colonna portante di tutta l'organizzazione. È prepotente e maleducato sia con la moglie che con l'inserviente ai quali vuole bene a modo suo. È affabile, chiacchierone e ficcanaso con i clienti.

Modesta -                Sua moglie e cuoca della pensione, grossolana e "poco raffinata". Cerca di far bene il suo lavoro ma è continuamente vessata dal marito che lei sopporta, pur rispondendogli a tono quando esagera.

Anacleto -                Vecchio inserviente tuttofare. Burbero, trasandato e sornione, a volte saggio. Più portato ai piccoli lavori per la conduzione quotidiana della pensione che al contatto con i clienti. Nonostante il comportamento di Severo nei suoi confronti, gli vuole bene.

Riziero -                  1° pensionante. Un uomo comune, semplice, non molto sicuro di sé quindi incerto nel suo comportamento.

Sig.na Stella -          2° pensionante. Una giovane ragazza, graziosa ballerina, simpatica e vezzosa.

Dott. Guarito -        3° pensionante. Un medico gioviale, generoso, a cui piace la buona tavola, un po' smemorato e superficiale.

Avv. Archivi -         4° pensionante. Un avvocato alla ricerca di eventuali clienti.


Primo Atto

 

La scena rappresenta la hall della pensione "Modesta". A destra del palco si trova il banco della reception con a fianco la porta della cucina. A sinistra c'è un'altra porta che conduce alle camere. In fondo alla scena c'è la comune che è l'ingresso della pensione.

All'aprirsi del sipario la scena è vuota, poco dopo, dalla comune, entra il primo pensionante con un borsone da viaggio. Si avvicina al banco della reception, aspetta qualche secondo, guarda verso la porta della cucina per vedere se c'è nessuno, poi nota un campanello sul banco e lo fa suonare delicatamente. Nessuno risponde. Lo fa suonare una seconda volta con più vivacità. Nessuno risponde. La terza volta lo impugna e lo scuote a lungo, con forza.

 

Severo -          (Entrando) Cos'è, oggi, la festa del Patrono? (Si accorge dell'avventore e subito assume un'aria professionale) Oh, buongiorno, signore. Ha chiamato?

Riziero -         No, stavo suonando la mezza messa.

Severo -          Mi scusi ma ero di là a maneggiare nello sciacquat…. a risolvere un problema idraulico, perché, sa, quando chiami un idraulico puoi fare in tempo ad affogare, prima che venga! Io sono sicuro che Noè, prima del diluvio l'ha chiamato, e l'idraulico gli ha risposto che sarebbe venuto subito. Che poi, con quei tubi, più stringi e più c'è il rischio che ti scoppi tutto in faccia!

Riziero -         Vorrei una camera senza tante manfrine.

Severo -          Mi scusi ma il fatto è che io, quando comincio a parlare mi appassiono, divago, mi perdo e… cosa voleva?

Riziero -         Una camera.

Severo -          Ah, sì, singola?

Riziero -         Eh! non vede che sono solo?

Severo -          Giusto, con bagno o senza?

Riziero -         Credo che sia meglio con bagno, in caso dove la dovrei fare? in un angolo?

Severo -          Eh eh! volevo dire se la vuole col bagno in camera, altrimenti dovrebbe andare in quello in comune.

Riziero -         Ma saranno due chilometri!

Severo -          No in Comune in Comune! quello nel corridoio che è in comune con gli altri pensionanti! ma in quel caso può capitare che ci sia da aspettare. Mettiamo il caso che debba fare una cosa urgente, lei va alla porta: trach! chiusa! Come fa? eh? come fa? è una cosa antipatica!

Riziero -         Ah! per me cambierebbe poco, a casa mia è tutti i giorni così!

Severo -          Bè, per me è molto più comodo avere il bagno in camera!

Riziero -         Mi dia questa camera con bagno incorporato, così stiamo tranquilli.

Severo -          Bene, e in caso… quanto si trattiene?

Riziero -         Prima di farla addosso?

Severo -          No! volevo dire: in questa pensione! quanto tempo vuole rimanere?

Riziero -         (Scuro in volto) Ah, non so, dipende.

Severo -          Da cosa?

Riziero -         Mi scusi ma a lei cosa gliene frega?

Severo -          Niente! cioè, io dovrò sapere per quanto tempo mi terrà la camera occupata, poi… scusi se glielo chiedo ma sento che lei è di queste parti, cosa viene a fare in una pensione della sua stessa città? non ha una casa?

Riziero -         Mi scusi di nuovo ma a lei cosa gliene frega?

Severo -          Niente! cioè, si fa per parlare. Comunque, deve ammettere che è una cosa che dà da pensare! Magari lei viene da un quartiere proprio qui vicino e mi chiede una camera per dormire, c'è qualcosa che non quadra, no? Mi dia un documento.

Riziero -         Cosa mi vuol fare, la multa?

Severo -          (Con tono professionale) Noi albergatori siamo tenuti a prendere le generalità di voi clienti.

Riziero -         Ah, se è così… (Mostrandogli il documento, si confida) Detto fra noi…

Severo -          Sì?

Riziero -         In effetti…

Severo -          Sì?

Riziero -         Io abito proprio qui vicino ma il fatto è, se la vuole sapere tutta…

Severo -          Sì sì sì….

Riziero -         Il fatto è che ho litigato con mia moglie.

Severo -          Porca paletta!

Riziero -         E già, e lei è andata da sua madre senza neanche preparare la cena e questo passi, ma stamattina non c’era nemmeno la colazione pronta! allora io ho avuto uno scatto d’orgoglio, ho preso e... sono venuto qui.

Severo -          Accidenti! (Ironico) È stata proprio una reazione violenta e incontrollata!

Riziero -         E già! è per questo che non le so dire di preciso quanti giorni mi fermerò.

Severo -          E da chi dipende? Da lei o… da lei?

Riziero -         Ah, quante ne vuol sapere! Forse da tutti e due!

Severo -          Mi sembra naturale! Ha tutta la mia comprensione (Prendendo la chiave della camera) e le do la camera della pensione col bagno, il rubinetto che non perde e la finestra con la vista sull’orto della pensione dove mia moglie pianta broccoli e carciofi. Veduta ecobiologica e naturalistica! Ad ogni modo, qualunque cosa sia successa con sua moglie spero vivamente che torni tutto a posto e che magari torniate tutti e due per festeggiare una specie di nuova luna de miele.

Riziero -         Qui?

Severo -          Certo! Adesso le chiamo il mio garzòn che le mostrerà la camera. (Suona il campanello. Nessuno risponde. Chiama ad alta voce con pronuncia francese) Garzòn! Garzòn! (Nessuno risponde, allora grida) Buzzurro! vieni qua! (A Riziero) Non è che si chiama Buzzurro, il suo vero nome è Anacleto ma io potrò chiamarlo così?? (Rivolto ad Anacleto che è appena entrato con passo strascicato) Prendi subito la borsa del signore e accompagnalo alla numero 4.

Anacleto -      E te mi fai interrompere il lavoro per farmi portare su 'sta borsa? Non ce la fa da solo? cos'è, impedito? (A Riziero) Con tutto il rispetto per lei.

Severo -          Ma senti che razza di discorsi! Sei un garzòn o no? bestia! Allora prendi e vai su senza tante storie perché il signore è negli impicci per via della moglie (A Riziero) Me lo scusi ma è fatto così. (Anacleto prende il borsone controvoglia e se ne va verso le camere senza aspettare Riziero che, sollecitato da Severo, lo segue. Severo, rimasto solo, si volge verso la porta della cucina e grida) Modesta!!! Modesta!!!

Modesta -       (Comparendo sulla porta) Che cavolo ti sgoli a fare?? non sai che sono qui?

Severo -          (Rifacendole il verso) "Sono qui!" Mi sgolo perché quando ti chiamo devi venire subito! scansafatiche! È arrivato un nuovo cliente e devi preparare una razione in più! ecco perché t'ho chiamata! smidollata!

Modesta -       E cosa vorrebbe, il signor cliente nuovo, da mangiare? la “fonduta alla Bourguignonne” o la “Rotatoria alla marsigliese”?

Severo -          Ma fagli quello che ti pare! Rotatoria…!! Cos'hai messo su per il dottore e la signorina Stella?

Modesta -       Maccheroni e carciofi.

Severo -          Allora dagli quelli! Possibile che ogni volta ti debba dire tutto quello che devi fare? eh? ma che razza di cuoca sei?… E come li faresti, poi, questi carciofi?

Modesta -       (Scatta) Alla boia dei cani! Come vuoi che li faccia? con la mollica dentro!

Severo -          E mettici parecchio prezzemolo perché sai che mi piacciono con molto prezzemolo!

Modesta -       Sì.

Severo -          Ma con poco aglio, perché sai che l'aglio mi fa andare giù la pressione e mi fa venire la sudarella!

Modesta -       Sì, signor conte. Desidera nient'altro?

Severo -          E non tenerli troppo sul fuoco, ché si spappolano!

Modesta -       (Tra sé) Si spappolano… troppa roba si spappola, qui.

Severo -          Come?

Modesta -       (Ad alta voce) T'ho mai fatto strozzare con la roba che cucino? no! allora bada a mangiare senza sbraitare tanto! (Esce).

Severo -          (Ad alta voce e rivolto verso la cucina in modo che la moglie senta) Sì…! una volta a momenti mi strozzavo con gli sgombri! Che mi s'era infilzata una spina nel gargarozzo! Proprio qui! (Indica il punto preciso) ti ricordi?? e mi sa tanto che l’avevi fatto apposta per farmi fuori perché era nascosta così bene che non si poteva vedere! Cavolo! (Grida) era tra una costola e l'altra dello sgombro! (Grida) Assassina!

Modesta -       (Ricomparendo) Ancora non sono arrivata a ‘sto punto ma un pensierino per chiuderti quella boccaccia l'ho fatto, credimi! (Esce).

Severo -          (Sempre rivolto alla cucina) Ti scoppiassero tutti i barattoli con la conserva di pomodoro!! Boia! (Alla parola "boia" entra il dott. Guarito. Severo lo vede e riprende il suo perfetto aplomb di receptionist) Buongiorno dottore. Tutto bene in ospedale? (Gli porge la chiave della camera).

Guarito -        (Entrando) Buongiorno, Severo. Bene grazie, le solite cose.

Severo -          È morto qualcuno?

Guarito -        Eh, eh! ha sempre voglia di scherzare, lei, eh? Cosa abbiamo da mangiare, di buono, oggi? eh? che cosa abbiamo? che cosa abbiamo oggi da mangiare? che cosa abbiamo?

Severo -          Che cosa abbiamo? oh, guardi: da mangiare abbiamo dei fischioncini al pomodoro fresco e dei carciofi ripieni. Di buono non lo so.

Guarito -        (Ridendo giovialmente) Ah ah, lei denigra sempre sua moglie ma ormai so che è una bravissima cuoca! È una bravissima cuoca, sua moglie! (Entra Anacleto).

Severo -          Bontà sua, Dott. Guarito. (Rivolto ad Anacleto) Saluta il dottore, cavernicolo!

Anacleto -      (Continuando per la sua strada ed uscendo per la porta della cucina senza alzare lo sguardo) Buongiorno, sor dottore.

Il Dott. Guarito se ne va per la porta che conduce alle camere. Appena uscito, Severo chiama Anacleto.

Severo -          (Alla francese) Garzòn! (Nessuna risposta. Grida) Bifolco!! (Anacleto compare sulla porta della cucina) Allora?

Anacleto -      Allora cosa?

Severo -          (Ironico) Secondo te, mio caro garzone, noi, qui, siamo in una pensione rispettabile (Grida, mentre Anacleto rimane impassibile) o nell'osteria numero cinque? Tu sarai abituato alle bettole che sei solito frequentare ma qui devi avere un po' di grazia! Te lo vuoi ficcare in quella testaccia quadrata?? sì o no? Vedi che qui è frequentato da dottori, da artisti, da… starà bene vedere uno pezzente combinato così che non saluta i clienti nemmeno a prenderlo a zampate e che per farli accompagnare di sopra ci devo litigare ogni volta? Ma io ti riduco… (Lo guarda) va be' che peggio di come sei ridotto!

Anacleto -      (Sempre imperturbabile) Vado a pulire i carciofi e a mettere l'aglio nella mollica. (Esce).

Severo -          (Gli grida) Mettine poca! se no te li tiro tutti in faccia! (Da solo, ad alta voce, in modo che senta chi deve sentire) Ah! se non ci fossi io, qui dentro! Che 'sta pensioncina l'ho fatta diventare un "piccolo Grand Hotel"! con gente che viene, gente che va…

Modesta -       (Affacciandosi alla porta)… E non torna più.

Severo -          A chi ti riferisci?

Modesta -       Oh! si potrebbe fare un elenco lungo dei chilometri! L'ultimo è stato il cliente di Torino.

Severo -          Ah, quello che ha preso quella gran sdolorata per via della tua zuppa inglese! Tutto per colpa tua!

Modesta -       Per colpa mia?? ma ne aveva fatto fuori mezzo chilo! gli avevo lasciato il vassoio sul tavolo, cosa sapevo che quello era senza fondo?

Severo -          Infatti… te dove la fai la lasci!

Modesta -       E quella ragazza del mese scorso che ha trovato Anacleto tutto lungo sul letto della sua camera, ubriaco fradicio…?

Severo -          Ah, ma io a quello gli do gli otto giorni!

Modesta -       Magari! ma siamo legati dalla promessa che abbiamo fatto a tuo padre: grande amico di Anacleto e buzzurro come lui!

Severo -          Come si fa a non rispettare le volontà d'un morto?

Modesta -       Già, anche mio padre mi diceva sempre: "Sposa Severo! sposa Severo! è un bravo ragazzo!" (Entra Riziero) Te!! un bravo ragazzo! Ah! non perdonerò mai a mio padre uno sbaglio così!

Severo -          (Vede Riziero) Ha trovato la camera di suo gradimento?

Riziero -         A parte lo scarafaggio che dormiva sotto il lavandino, sì.

Severo -          Oh, ma quello non è uno scarafaggio qualsiasi! cosa crede? Quello è la nostra mascotte! si chiama Nerone.

Riziero -         (Ironico) Chissà perché…

Severo -          Non lo schiacci eh? che porta furtuna. Ormai per noi è come uno di casa!

Riziero -         (Uscendo per la comune) Bella famiglia!

Modesta -       (Al marito) Cos'ha voluto dire?

Severo -          Che sei una scalcagnata! Tra te e Sir Anacleto non siete capaci nemmeno di tenere le camere decentemente! 'Sta pensione si chiama "Modesta", mica "Severo"! Devo fare i salti mortali, con i clienti, per rimediare le vostre magagne! Dovrebbero farmi santo, dovrebbero farmi: "San Severo"!

Modesta -       Sì, provincia di Foggia.

Stella -            (Entra dalle camere con un lettore CD e si avvicina al banco per depositare la chiave) Buongiorno, signora Modesta. (A Severo) Non si arrabbi, signor Severo!

Modesta -       Ma lui non è mica arrabbiato, signorina Stella, lui è proprio così di natura!

Severo -          Signorina Stella, buongiorno! La sua vista rallegra sempre il mio animo e il gradevole profumo che emana dal suo corpicciolo e che si diffonde intorno a lei mi inebria e rimane con me fino al suo ritorno!

Modesta -       (A Stella) Lo scusi, non lo fa apposta, è stato sempre un po' cretino ma adesso, con l'età, va peggiorando a vista d'occhio.

Stella -            Ma no! il signor Severo è tanto discreto, gentile, premuroso, affabile…

Modesta -       Imbecille….

Severo -          (Ignorando la moglie) Sta andando al lavoro, signorina Stella?

Stella -            Sì, nella nostra scuola iniziamo un nuovo corso di danza perciò in questo periodo ci sarà molto da fare.

Severo -          Ah! quanto mi sarebbe piaciuto fare il ballerino, a me!... e diventare un Nureyev, un Kalashnikov…

Stella -            Intende dire Barysnikov?

Severo -          Sì, quello, e invece…

Modesta -       … sei rimasto quello che t'ho detto prima.

Severo -          (Ignorando la moglie) Mi sarebbe tanto piaciuto fare anche i balli spagnoli, lei li sa fare?

Stella -            Abbastanza.

Severo -          Bello! bello! Perché a me son sempre piaciute le sgnacchere.

Modesta -       Me lo immagino.

Stella -            Prego?

Severo -          Le sgnacchere: quelle che si suonano e che fanno: tic tac tic tac tratatatac…

Stella -            Ah! Le nacchere!

Severo -          Sì, quelle. Quando suonano, il mio cuore fa lo stesso tricchettraccamento. Mi scusi, signorina Stella…

Stella -            Dica pure.

Severo -          A dispetto di ‘sta tarpana di mia moglie, mi farebbe fare… un passo con lei?

Modesta -       Cosa vorresti fare??

Severo -          Te sta’ zitta.

Stella -            Che cosa gradirebbe fare?

Severo -          Non so, una volée, un arabesque….

Modesta -       Un arzigogolo…

Stella -            (Sorridendo) Venga qui. (Accende il lettore CD che diffonde musica da "La danza delle ore" e accenna un passo di danza. Severo viene coinvolto e, molto goffamente, accenna qualche ridicolo passo poi si rivolge alla moglie mentre la musica continua in sottofondo)

Severo -          Hai visto che figura?

Modesta -       Sì, proprio una bella figura!

Severo -          Ma com'è, brutta ignorante, che non sai apprezzare nemmeno un minimo di interpretazione artistica?

Modesta -       (Disgustata, tra sé) Ma va' a morire d'un colpo. Niente, niente! (A Stella) Lei non si sposi mai, signorina Stella! (Guardando Severo) O l’ammazzo o divorzio, ma divorziare costa un sacco di soldi… (Esce)

 

La musica si rialza e Severo torna a danzare sforzandosi di imitare i danzatori classici sotto lo sguardo divertito di Stella che l'aiuta in alcuni passi e proprio mentre è preso dal ruolo di ballerino entra il Dott. Guarito che lo sorprende in una sconcertante forma "plastica". Stella spegne il lettore CD.

 

Guarito -        (Divertito) Complimenti, Severo! Stiamo scoprendo delle sue doti sconosciute! (Esce per la comune).

Severo -          Niente, niente… io dovevo fare il ballerino, altroché! Cosa ne pensa lei, signorina Stella?

Stella -            (Andandosene per la comune) Se venisse nella mia scuola, qualcosa potremmo tirare fuori.

Severo -          Ecco! (Gridando verso la cucina) Hai sentito, Modesta? la signorina Stella m'ha detto che potrebbe tirarmi fuori qualcosa!

Modesta -       (Da fuori) Ne sono convinta!

Anacleto -      (Entrando dalla cucina) Mi sa che di quei carciofi n'è rimasto molto poco.

Severo -          In che senso?

Anacleto -      Non lo so, sarà la qualità ma a forza di tirar via le foglie più dure sono diventati dei carciofini come quelli sottolio! Eeeh, non ci sono più i carciofi d'una volta!

Severo -          E così...?

Anacleto -      Niente, mangeranno più fischioni. Per quello che pagano… quando pagano!

Severo -          Qui ti do ragione, alla fine del mese non riusciamo mai a cavare un ragno da un buco.

Anacleto -      Soltanto gli scarafaggi.

Severo -          Certo che quando c'era mio padre era tutto diverso, eh?

Anacleto -      Già.

Severo -          Erano altri tempi, la gente si accontentava di poco, avevano meno fisime e facevamo meno storie.

Anacleto -      Già.

Severo -          Si fermavano i villeggianti, i commessi viaggiatori, tanta gente che ti faceva sentire come in una grande famiglia.

Anacleto -      Già.

Severo -          Non c'era ancora mia moglie…

Anacleto -      Già.

Severo -          Già. (Ricorda) La pensione si chiamava: "Locanda Odorosa" per via di quei begli alberi d’acacia che la circondavano. Bei tempi!

Anacleto -      Già.

Severo -          (S'infervora) Il fatto è che noi siamo messi in una posizione disgraziata! Dovevamo trovare un posto verso il mare, col giardino davanti e la piscina dietro! allora sì! Non qui: tra case pericolanti, strade scalcinate e la ZTL!

Anacleto -      Come?

Severo -          La ZTL: la zona a traffico limitato! come te! Poi fosse solo il traffico! Il centro storico è morto! Non si sente più pulsare la vita! Il cuore… (Gli avviene un brusco e repentino abbassamento di voce) Il cuore…

Anacleto -      (Allarmato) Cos’è, un infarto?

Severo -          (Con voce rauca) Il cuore della città! Porca vacca m'è andata via la voce!

Anacleto -      Meglio così, di solito, qui, vanno via i clienti!

Severo -          (C.s. e in seguito) Cosa m'avrà preso?

Anacleto -      È per sbraitare troppo.

Severo -          Certo che a te non andrà via mai, la voce. (Fa delle prove di voce) Ma cosa mi sarà successo? Adesso come faccio?

Anacleto -      Starai un po’ zitto.

Severo -          (Tenta di chiamare sua moglie che però non lo sente) Modesta! Modesta! (Tra sé) Ma guarda te…!

Riziero -         (Entrando dalla comune) Mi dà la chiave, per favore.

Severo -          (Porgendogliela) Prego.

Riziero -         (Sottovoce come Severo) C'è qualcuno che dorme?

Severo -          No.

Riziero -         (Accennando lievemente e furtivamente con la testa verso Anacleto. Sempre sottovoce) Non vuole che lui senta quel che diciamo?

Severo -          No, è che m'è andata via la voce.

Riziero -         (Riprendendo a parlare normalmente) Ah, ecco!

Severo -          Allora? cosa mi dice?

Riziero -         Di fare i gargarismi.

Severo -          No, volevo dire: cosa mi dice della situazione con sua moglie? Ci sono novità?

Riziero -         (Prima sottovoce, poi, realizzando, riprende a parlare a voce normale) Ancora non l’ho potuta sentire; sta lavorando, poi non so nemmeno se telefonarle io o aspettare che mi telefoni lei.

Severo -          Io aspetterei che telefoni lei.

Riziero -         E se poi lei non telefona?

Severo -          Eeeh, se non telefona vuol dire che è della stessa razzaccia di mia moglie, allora è meglio che rimanga dov’è!

Riziero -         Dice?

Severo -          (Accenna autorevolmente di sì con la testa).

Anacleto -      Certamente.

Riziero -         (Rivolto ad Anacleto) Dice?

Anacleto -      Io non mi sono mai sposato apposta!

Severo -          Anche perché chi t’avrebbe preso?

Anacleto -      (Andandosene verso la cucina) Mm. (Contemporaneamente Riziero esce verso le camere).

Severo -          (Verso Anacleto che sta uscendo) E chiedi a mia moglie se il pranzo è pronto, che non mi sente! (Seguendo Riziero che sta uscendo) Signor Riziero! fra poco si mangia, eh!

 

La scena resta vuota - stacco musicale - è passato un giorno. È di nuovo mattino. Entra l’avvocato Giulia Archivi con una valigia, si dirige alla reception e suona il campanello al quale non risponde nessuno, lo suona allora una seconda volta.

 

Modesta -       (Entra) Bongiorno signora, desidera?

Archivi -         Questa è una pensione?

Modesta -       Sì, Modesta.

Archivi -         (Si guarda attorno) Questo lo vedo.

Modesta -       Intendo dire che si chiama “Modesta”, come me.

Archivi -         Ah, sì, certo, certo! Vorrei una camera.

Modesta -       È fortunata, signora, ce n’è rimasta solo una perché siamo tanto pieni che trabocchiamo!

Archivi -         Sono contenta per lei, signora Modesta.

Modesta -       Mi scusi per la mia tenuta in parannanza ma il portiere, che sarebbe mio marito, quando c’è bisogno sparisce sempre dalla circonvallazione.

Archivi -         La capisco benissimo, signora; non starebbe bene a me dirlo, perché sono avvocato ma detto fra noi… gli uomini bisognerebbe ammazzarli tutti!

Modesta -       Ooh! parole sante! parole sante! Lei deve essere un avvocato coi fiocchi!

Archivi -         (Consegnando un proprio documento a Modesta) La ringrazio.

Modesta -       (Legge) Avvocato Giulia Archivi.

Archivi -         Precisamente, ho lavorato cinque anni presso il Foro di Bologna ed ora son tornata a Pesaro dove acquisterò casa ma nel frattempo…

Modesta -       Capisco, capisco, star sempre nello stesso buco…!

Archivi -         Che buco?

Modesta -       Eh, quello lì di Bologna, il foro!

Archivi -         (Ride) Ah! Il buco… capisco! capisco! Lei mi è simpatica, sa? se avesse qualche problema, soprattutto di carattere famigliare, mi consulti pure. (Le consegna un biglietto da visita)

Modesta -       La ringrazio, me ne ricorderò! Venga con me che le faccio vedere la camera che è composta da un ingressino, camera da letto, un salottino e il bagno. Praticamente una sciut!

Archivi -         Una suite.

Modesta -       (Uscendo con Archivi verso le camere) Sì, quella. (Grida) Cleto! Porta la valigia nella sciut!

Anacleto -      (Entra, prende la valigia e la porta su parlando tra sé) Portiamo ‘sta valigia nella sciut.

Severo -          (Entra dalla comune tentando di gridare ma con voce ancora più rauca) Modesta! Anacleto!! (Nessuno risponde) Non mi sente nessuno?? (Afferra il campanello e lo scuote più volte con violenza).

Anacleto -      (Entrando dalle camere) Il signore ha scampanellato?

Severo -          Ormai ho suonato tutta una sinfonia! spiritosone! Stammi a sentire: dovresti fare un salto in pescheria a vedere se trovi due canocchie.

Anacleto -      Per cosa fare?

Severo -          Indovina un po'? si potrebbe metterle penzoloni qui nell’ingresso come portafortuna... Imbecille!

Anacleto -      Mm, e per primo, la signora Modesta, cosa fa?

Severo -          Per primo romperà le scatole a me.

Anacleto -      Volevo dire: da mangiare.

Severo -          Il risotto con le vongole che ho preso io.

Anacleto -      Ah, quelle che son sempre piene di sabbia!

Severo -          Non è vero per niente che hanno la sabbia! Trovassi tutte canocchie inferocite e che ti saltassero addosso!

Anacleto -      (Uscendo per la comune) Ah, è arrivato un cliente nuovo, è un avvocato e Modesta l’ha messo nella… “sciut”.

Severo -          (Cercando sotto il banco della reception) Chissà se c’è un pacchetto di caramelle da qualche parte. (Chiama) Modesta!! Modesta! (Nessuno risponde) Niente di niente!

Archivi –        (Entra) Buongiorno.

Severo -          Buongiorno! Lei è…

Archivi –        Avvocato Archivi. (Gli consegna un biglietto da visita)

Severo -          Ah, sì! ha trovato la sciut di suo gradimento?

Archivi –        Bè, è un po’ umida ma mi accontenterò. (Si siede a sfogliare una rivista)

Riziero -         (Si affaccia dalle camere) Buongiorno, mi ha cercato qualcuno?

Severo -          (Curioso) No, allora? cos’ha intenzione di fare?

Riziero -         (Deluso) Non lo so nemmeno io.

Severo -          Le devo telefonare io?!

Riziero -         Con quella voce? la prenderà per un pervertito!

Severo -          Le dirò che m’è andata via! è la verità!

Riziero -         Poi cosa le dirà?

Severo -          Boh, che sono un suo amico e che le telefono io perché lei non ha il coraggio.

Riziero -         Ah, sì, mi fa fare una bella figura!

Severo -          Potrei dirle che lei non ha il coraggio perché… ma, mi scusi, non potrei sapere cosa è successo tra lei e sua moglie?? Perché, se devo darle una mano dovrò conoscere la situazione, no? Poi qui c’è anche un avvocato, potrebbe dargli qualche consiglio.

Archivi -         (A Riziero) Buongiorno, avvocato Archivi, se ha bisogno di una consulenza matrimoniale si rivolga pure a me. (Gli consegna un biglietto da visita)

Riziero -         Speriamo di no. Il fatto è che…

Severo -          Sì?

Riziero -         Il fatto è che avevo promesso a mia moglie di portarla a ballare, ma poi mi sono scordato e ho fissato una partita di calcetto.

Archivi -         Tipico atteggiamento maschile.

Riziero -         Il bello è che me la sono trovata vestita e truccata di tutto punto col vestito da ballo, le scarpe con i brillantini… gli “stress” e tutti gli annessi e connessi!

Archivi -         E lei cos’ha fatto? l’ha portata a ballare!

Riziero -         Vorrà scherzare! sono andato alla partita!

Archivi -         (Tornando a sfogliare il giornale) Andiamo bene…

Severo -          Ha fatto bene! (Sentenzia) L’uomo ha bisogno di calcio e le mogli di zampate!

Archivi -         (Amaramente ironica) Bel pensiero! (A Riziero) E poi?

Riziero -         Poi niente: quando sono tornato a casa ho trovato un biglietto dove c’era scritto che era andata da sua madre. Non immagina che senso di vuoto ho avuto per tutta la notte!

Severo -          Brutto, eh?

Riziero -         Brutto?? fa proprio schifo andare a letto senza cena!

Severo -          Le do ragione! Allora cosa faccio? le telefono?

Riziero -         Ancora è meglio di no, grazie. Voglio vedere fin dove è capace di arrivare!

Archivi -         Comunque per qualsiasi evenienza può venire da me insieme a sua moglie e in qualche maniera accomoderemo tutto. (Gli consegna un biglietto da visita)

Riziero -         Grazie l’ho già avuto. Buongiorno. (Esce verso la comune)

Archivi -         (Alzandosi) Bene, torno di sopra a sistemare le mie cose.

Guarito -        (Entra dalla comune e incrocia Archivi alla quale porge la mano) Buongiorno, Dottor Guarito.

Archivi -         Buongiorno a lei, avvocato Archivi. (Esce verso le camere)

Severo -          Proprio lei, signor dottore.

Guarito -        Cosa c'è?

Severo -          Sa che m’è andata via la voce?

Guarito -        Oh perbacco.

Severo -          Già.

Guarito -        Mi faccia un po' vedere. (Gli si avvicina) Apra la bocca.

Severo -          (A bocca aperta) Così?

Guarito -        (Esaminandogli la gola) Dica: "Aaaaa".

Severo -          Aaaaaaa

Guarito -        (Continuando ad esaminarla) Mmm…

Severo -          Mmm.

Guarito -        No, lei deve fare “Aaaaa”.

Severo -          Ma poi lei ha fatto: “Mmmm”

Guarito -        Eh, lei devi fare “Aaaaa” e io faccio “Mmmm”.

Severo -          Bello! e se arriva mia moglie cosa fa?

Guarito -        (Guardandogli in bocca) Eh, bè, bè, bè….

Severo -          Ah, ecco, mia moglie fa “bè”

Guarito -        No, “bè” lo faccio io.

Severo -          Ma lei faceva “Mmmm”?

Guarito -        Quando lei fa “Aaaaa” io prima faccio “Mmmm” e poi “bè, bè, bè”... ma veniamo a noi: in questa gola qualcosa c’è, in effetti.

Severo -          (Sempre a bocca aperta) In che senso?

Guarito -        Oh, niente di grave, solo una lieve laringite. Le prescrivo un collutorio con cui dovrà fare degli sciacqui e la voce le tornerà come prima. (Scrive la ricetta).

Severo -          Grazie, dottore.

Guarito -        Per carità, dovere. Cosa abbiamo da mangiare, oggi? eh? cosa abbiamo da mangiare? cosa abbiamo?

Severo -          Oggi abbiamo risotto con vongole, e per di dietro: canocchie alla Modesta.

Guarito -        Oh, bene! “Canocchie alla Modesta”... e come sarebbero?

Severo -          A la Modesta? così come vengono, però ammazzate col tocco, perché mia moglie le prende vive, poi, con la grazia che si ritrova, le basta dare un colpetto e le canocchie rimangono dure, stecchite, quasi incredule... perplesse! Tant'è vero che quando le mangerà, ci faccia caso, avranno ancora lo sguardo meravigliato! Queste sono le canocchie alla Modesta! Oddio m'è andata via ancora di più la voce!

Guarito -        (Andandosene verso le camere) Si faccia quegli sciacqui.

Severo -          (Tra sé) Ma ci sarà da fidarsi di un dottore che ti prescrive i gargarismi?

Modesta -       (Entrando) Il lavaggio del cervello dovresti fare, te, con l'acido muriatico! così ti passano tutte le fisime.

Severo -          Invece di dire le cretinate dimmi un po': hai scongelato le vongole?

Modesta -       Sì, sono in via di rianimazione. Te, invece?

Severo -          Io sono messo male, la voce mi peggiora.

Modesta -       Deo Grazia! mi sembra un sogno non sentirti più ululare, dalla cucina!

Severo -          Ti scoppiassero tutte le tue pentole a pressione! (Uscendo verso la comune) Ah, ho dato il benvenuto alla nuova cliente.

Modesta -       (Gli grida dietro) Ti do io il benvenuto! fra un po’ ti do il benservito!

Anacleto -      (Entra con il cartoccio delle canocchie tempestandolo di pugni) Assassine! non c'è verso di farle star buone!

Modesta -       Trattale bene che si scombussolano!

Anacleto -      Sì ma mi scappano da tutte le parti da quanto sono inviperite! Una l’ho dovuta seguire fin davanti al Duomo!

Modesta -       Si vede che erano fresche.

Anacleto -      Ah, sicuramente!

Archivi -         (Entra dalle camere) Signora Modesta, ho conosciuto quell’energumeno di suo marito.

Modesta -       Eh sì, è un “ergonomico” ma stia tranquilla, è innocuo, anche se crede di essere il padrone del vapore!

Archivi -         Dia retta a me, signora, non si lasci mettere sotto i piedi perché dopo è difficile scrollarseli di dosso!

Anacleto -      (Uscendo) Andiamo bene…!

Modesta -       Ah ma io non gliene faccio passare una liscia! è solo difficile farlo star zitto!

Archivi -         Si faccia sentire lei, invece, forte e chiaro! e in caso si affidi a me! (Le consegna un biglietto da visita)

Modesta -       Grazie ma l’ho già avuto. Certo che lei ne avrà visti parecchi di mariti scalcinati!

Archivi -         A bizzeffe, signora Modesta, e se potessi… riempirei le galere, con gente così! (Torna verso le camere)

Modesta -       (Uscendo verso la cucina) Per fortuna ci sono anche donne così!

Severo -          (Entra guardando l'orologio) Che or'è? come mai la signorina Stella stamattina non scende? (Canta tra sé per provare le condizioni della voce) "Questa piccolissima serenata / Con un fil di voce si può cantar / Ogni innamorato all'innamorata/La sussurrerà….." Eh, con 'sta voce, giusto i sussurri, più in là non vado.

Stella -            (Entra proveniente dalle camere zoppicando visibilmente. Con aria afflitta) Buongiorno.

Severo -          Buongiorno, signorina Stella… cos’ha fatto??

Stella -            Ieri sera mi sono slogata una caviglia, mi fa una gran male, mi si è gonfiata e non riesco più a camminare, figuriamoci a danzare!

Severo -          Oh, poveri noi!!! Si sieda qui e riposi la caviglia. (Le porge una sedia ponendone un'altra davanti per farle allungare la gamba ed appoggiare il piede malato. Stella accetta) Ecco, così. (Prende un'altra sedia, si siede vicino a lei e le accarezza la caviglia) E adesso? come farà col suo lavoro?

Stella -            Non lo so, è proprio un guaio. Ma a lei è andata via la voce?

Severo -          Sì, ‘sta pensione sta diventando un ospedale! Il dottore c'è già, invece delle camere metteremo i reparti! Lei andrà in ortopedia, io a otorinogaringo…raging…. rolinga… nel reparto della gola. Per Anacleto proponiamo il ricovero coatto…

Stella -            (Sorridendo) E sua moglie?

Severo -          L’ammazzo! A proposito… (Si avvia verso le camere).

Stella -            Ma dove va? la vuole uccidere davvero??

Severo -          Ancora no, vado a chiamare il dottor Guarito perché voglio che la veda. (Affacciandosi alla porta, chiama sforzando la voce) Dottore… Dottor Guarito… Può scendere un momento, per piacere?… Sì, grazie. (Torna vicino a Stella) Adesso la vedrà il dottore, stia tranquilla, con un gargarismo le farà passare tutto.

Stella -            Un gargarismo? ma io ho una caviglia slogata!

Severo -          Lo so, ma lui è fissato coi gargarismi! e poi, vuole saperne più del dottore? Anche ad Anacleto gli ha detto di fare i gargarismi, per via della tosse… solo che lui li fa col vino, e poi lo manda giù.

Guarito -        (Entrando) Cosa è successo?

Severo -          Mi scusi, signor dottore, ma c'è qui la signorina Stella che s'è storta una caviglia e, capirà, fa la ballerina e per lei è una faccenda seria! Fosse capitato a mia moglie, pazienza… ma proprio alla signorina Stella!

Guarito -        (Chinandosi sulla caviglia di Stella) Vediamo un po'… (Gliela muove leggermente con le mani facendo sussultare Stella per il dolore) Mmm…

Severo -          Aaaaaaa!

Guarito -        (A Severo) Cosa fa?

Severo -          Eh, come prima: lei fa “Mmmm” e io faccio “Aaaaaa”. La signorina Stella cosa deve fare?

Guarito -        No, no, questo è tutto un altro caso.

Severo -          Capisco. Cosa dice, signor dottore? andrà bene un gargarismo?

Guarito -        Per una cosa del genere oserei pensare ad una cura diversa.

Severo -          Meno male. (A Stella) Sente, signorina, come progredisce in fretta la scienza medica?

Guarito -        Proporrei una pomata che ora le prescrivo e, mi raccomando, dovrà stare per qualche giorno in assoluto riposo, va bene? (Scrive la ricetta e gliela porge).

Stella -            Grazie mille, dottore.

Guarito -        Ma per carità, signorina; è un piacere curare una bella artista come lei! Così leggiadra, eterea, aggraziata, una deliziosa tersicorea che gareggia per leggerezza con le farfalle che svolazzano…

Severo -          (Interrompendolo) Grazie, sor dottore, la chiamerò quando è pronto da mangiare.

Guarito -        Ah sì sì, bene, bene, grazie.

Severo -          Sa che la voce m'è andata via quasi del tutto?

Guarito -        Che voce?

Severo -          La voce mia! non ricorda che avevo avuto un abbassamento?

Guarito -        Ah, sì, come no! Mi raccomando gli sciacqui. (Andandosene) Buongiorno signorina Stella.

Stella -            Buongiorno e grazie di nuovo.

Severo -          Ha sentito? per lei: pomata e riposo, per me gli sciacqui.

Stella -            La ringrazio tanto, signor Severo, (Alzandosi) ora però mi conviene salire in camera e sdraiarmi sul letto.

Severo -          Giusto, giusto; le farò portare il pranzo in camera da Anacl… No, no, è meglio di no. Glielo porterò io personalmente.

Stella -            (Andandosene zoppicando) Non so davvero come ringraziarla

Severo -          Eh, faremo, faremo... (Tenta di chiamare la moglie) Modesta!… Niente! (Afferra il campanello e lo agita furiosamente).

Modesta -       (Entrando) Lo scalmanato ha voglia di discorrere?

Severo -          Il pranzo per la signorina Stella tocca prepararlo a parte perché glielo devo portare su in camera.

Modesta -       (Sospettosa) E che novità è, questa?

Severo -          S'è storta una caviglia e non può muoversi dal letto!

Modesta -       Ma guarda te che impiccio! e te ti sei offerto subito!

Severo -          È chiaro! sono un albergatore o no? dovrò servire i miei clienti!

Modesta -       E com’è che quando mi si era infiammato il nervo della sciatica che non potevo muovermi non mi hai portato nemmeno un caffè a letto?!

Severo -          Ma te non sei mica una cliente! sei mia moglie!

Modesta -       Oh brutto... (S'imbestialisce) Ma io chiedo il divorzio per davvero! anzi no! prima ti do col matterello nei denti e poi domando il divorzio!

Severo -          Oh! ma cosa ti prende??

Anacleto -      (Entra e si mette placidamente in posa da spettatore per osservare la scena).

Modesta -       Cosa mi prende? e hai anche il coraggio di chiederlo?? Brutto ignorante, zotico, sporcaccione che non sei altro! Ma chi m’ha fatto mettere con uno così???

Severo -          Anacleto! mia moglie è diventata matta!!…(Si ferma, spaventato) Oddìo!

Modesta -       Cos’hai fatto adesso?

Severo -          (Fa capire, indicando la gola, che non riesce più ad emettere suoni).

Modesta -       T'è andata via la voce del tutto!! Oooooh! finalmente!!! Anacleto! vieni con me in cucina a bere un bicchiere di vino buono, che c'è da festeggiare!!

Anacleto -      (Scatta) Pronti!

Entrambi escono verso la cucina lasciando Severo da solo che dopo aver assistito alla reazione della moglie e di Anacleto, allarga le braccia sconsolato, quindi va verso il campanello, sta per agitarlo ma poi ci ripensa, prende un foglio e vi scrive  qualcosa sopra. Prende il campanello, se lo mette in tasca ed esce per la comune.

 

Modesta -       (Si affaccia alla porta della cucina per sincerarsi che non ci sia nessuno, quindi va alla reception e telefona alla camera del dott. Guarito.) Dottor Guarito? Sono Modesta, non mi farebbe il piacere di scendere un momento? (Ascolta) Sì, la ringrazio. (Compone un altro numero e chiama l’Avv. Archivi) Avvocato Archivi, non mi farebbe il piacere di scendere un momento?... sì, la ringrazio. (Chiude, s'accorge del biglietto scritto da Severo e lo legge) "Vado in farmacia a comprare un altro bottiglione di colluttorio. Mentre sono fuori non fare i danni"… Glieli do io, i danni!

Guarito -        (Entra dalle camere) Cosa c'è, di così urgente, signora Modesta? cosa c’è? cosa c’è?

Archivi -         (Entra dalle camere) Buongiorno, ingegnere! (Gli riconsegna un biglietto da visita)

Guarito -        (Lo riprende) No, no, io sono un medico, architetto!

Archivi -         Ah, sì, sì, certamente! io però sono avvocato!

Guarito -        Ah, sì, certamente!

Modesta -       Vedo che vi siete già conosciuti.

Archivi -         Sì, sì, abbiamo già avuto modo di fare conoscenza.

Guarito -        Sì, sì, certamente!

Modesta -       Bene, vi ho chiamato perché avrei bisogno d’una vostra opinione: un parere medico e un parere… “giudiritto”.

Archivi -         Dica pure.

Guarito -        Si confidi.

Modesta -       Ecco: sor dottore, c’è una cosa che mi sta qui (Indica la bocca dello stomaco) e ce l’ho da qualche giorno.

Guarito -        Non digerisce bene?

Modesta -       Mah, ci sono tante cose che non mi vanno giù ma non è un fatto di digestione, io sto bene, fisicamente; l'ho chiamata per mio marito.

Guarito -        Ah! è preoccupata per la sua caviglia?

Modesta -       No, guardi che la caviglia fa male alla signorina Stella.

Guarito -        Ah, sì, certo, è vero, chiaramente, sì, sì.

Archivi -         (A Modesta) Mi dica come posso esserle utile.

Modesta -       Abbia pazienza e stia a sentire a me. (Al Dottore) A mio marito, sor dottore, gli manca la voce!

Guarito -        Ah, sì, sì, giusto, ed è preoccupata per l'afonìa, ma stia tranquilla, nel giro di pochi giorni tornerà come prima.

Modesta -       Non è che sono preoccupata per l’”antifona” di mio marito; il fatto è che… avete visto tutti e due che tipo è! Casinaro, ignorante, rustico, prepotente, ficcanaso…

Archivi -         Come quasi tutti gli uomini, (Si rivolge a Guarito) esclusi i presenti, naturalmente.

Guarito -        Grazie!

Archivi -         Prego! Sa, ci sono sempre le eccezioni!

Guarito -        Lei mi lusinga davvero!

Archivi -         Dico solo la verità nient’altro che la verità.

Guarito -        Lo giuro!

Modesta -       Posso andare avanti?

Archivi -         Ma certo! dica pure.

Guarito -        Continui, continui.

Modesta -       Ecco: volevo dire che m'è venuto in mente… visto che ho avuto la fortuna che gli è andata via la voce… se lei, ecco, se noi gli facessimo un scherzetto.

Archivi -         Che tipo di scherzetto?

Modesta -       Non so... (A Guarito) lei, come dottore, gli potrebbe dire per esempio che ‘sta mancanza di voce dipende da una certa malattia rara che non sapete nemmeno voi dottori da cosa dipende.

Guarito -        Ma così si spaventerebbe a morte!

Archivi -         Poi il dottor Medicato…

Guarito -        Guarito, avvocato.

Archivi -         Certo, certo! il dottor Guarito rischierebbe come minimo la radiazione dall’albo!

Modesta -       È per questo che ho chiamato tutti e due. (A Guarito) Gli potrebbe dire che non è niente di grave però, per evitare delle complicazioni da dover operare dovrà stare completamente zitto per almeno un mese o due! Cosa c'è di male? lui si riposa e io respiro un po’!

Guarito -        Hai capito, la signora Modesta…!

Archivi -         Sicché lei vorrebbe coinvolgere il dottore in questo trucco per fare uno scherzetto a suo marito!

Modesta -       E fargli prendere anche un mezzo spaghetto, nel senso buono; in modo che rifletta anche un po’ e diventasse meno prepotente.

Guarito -        Lei, signora, mi sta chiedendo troppo; io, come medico, non posso mica essere coinvolto in una cosa simile! (Ad Archivi) Che ne dice, avvocato?

Archivi -         Il dottore ha ragione; sarebbe una complicità in delicto!

Guarito -        No, no… mi dispiace ma non posso partecipare ad un’azione simile!

Modesta -       (Sottovoce) Si ricorda, sor dottore, di quella volta che m'aveva confidato che al sindaco gli aveva dato delle supposte sbagliate e invece di andargli via la tosse gli era venuta la sciolta per una settimana? Io mica ho detto niente a nessuno! nemmeno all'assessore quando ha traslocato ed è stato qualche giorno mio cliente!

Guarito -        Capisco… beh, potrei rifletterci su… (Ad Archivi) lei, avvocato, cosa mi suggerisce?

Archivi -         Certo che… se il risultato non comportasse danni alla cosiddetta vittima…

Guarito -        Beh, potrei allora trovare un modo innocuo ma divertente per porre la cosa in atto, sempre compatibilmente con la mia professione.

Archivi -         Sempre seguendo il codice deontologico.

Guarito -        Certo, certo… la deontologia!

Modesta -       No, non è un fatto di denti, gli è andata via la voce!

Guarito -        Certo, comunque se l’avvocato Schedari…

Archivi -         Archivi, dottore. (Gli riconsegna un biglietto da visita)

Guarito -        (Lo riprende) Certo, certo! se l’avvocato Archivi mi garantisce…

Archivi -         Lei, dottore, saprà certamente come comportarsi.

Guarito -        (A Modesta) Beh, vedrò allora quello che posso fare. (Ad Archivi) Se me lo consiglia lei…

Modesta -       Grazie! ma faccia presto, sor dottore. Non vorrei che gli tornasse la voce prima e andasse tutto a monte.

Guarito -        Stia tranquilla, signora, ci penserò.

Modesta -       La ringrazio, sor dottore, farà un'opera di misericordia.

Guarito -        (Ride) Arrivederci, signora Modesta. (Torna in camera).

Modesta -       (Ad Archivi) Grazie anche a lei per il suo “consolamento” giuridico.

Archivi -         Per carità, se non ci si aiuta fra noi… (Esce per la comune)

Modesta -       (Andandosene in cucina) Adesso siamo nelle mani della scienza… speriamo bene!!

                                   Sipario

                         Fine del primo atto

 


Secondo Atto

 

Al riaprirsi del sipario è passato qualche giorno, Severo, che da questo momento si esprimerà soltanto a gesti, è solo, dietro il banco della reception. Afferra la campanella e la agita per una sola volta, bloccandola con l'altra mano. Qualche secondo dopo entra Anacleto.

  

Anacleto -      (Entra e si ferma vicino alla porta. Si accorge che Severo è depresso, non del suo solito umore e senza il suo solito prepotente modo di fare) Cosa c'è? stai male?

Severo -          (Allarga le braccia come per mostrare la sua situazione ormai disperata).

Anacleto -      Se me lo vuoi dire me lo dici se no vado via.

Severo -          (Fruga nelle tasche, ne estrae alcuni foglietti e porge il primo ad Anacleto).

Anacleto -      (Legge ad alta voce) "Ho parlato col dottor Guarito che mi ha riguardato la gola e si è impressionato e mi ha detto che ciò una malattia rarissima che loro chiamano: "tracoionite complicata e perniciosa con infiammazione e avviluppamento delle corde vocali tra di loro". E cosa vuol dire, ‘sta cosa?

Severo -          (Gli porge un secondo biglietto).

Anacleto -      (Legge) "Il dottore si è raccomandato di stare del tutto zitto per un mese o forse anche di più, se no dovrò sicuramente essere operato nella gola con un bisturi che i chirurgi dell'ospedale chiamano "La grande mannaia"… Porca miseria! e per cosa lo adoperano, per scannare i maiali?

Severo -          (Ha uno sguardo tra il drammatico e il supplichevole. Gli chiede con il dito di farsi più vicino, azione che Anacleto esegue blandamente. A questo punto Severo gli fa cenno con la mano di fare attenzione e di seguire i suoi gesti. Gli mostra la campanella e facendo finta di agitarla una volta gli fa capire, alzando un dito per indicare il numero uno poi indicando lui, che quando suonerà la campanella una volta significherà che vorrà chiamare Anacleto, formando il numero due con le dita e successivamente puntando il dito verso la porta della cucina intenderà che quando la suonerà due volte vuole che venga sua moglie. Anacleto annuisce e dice:)

Anacleto  -     Ho capito: con una suonata vengo io, con due suonate arriva Modesta.

Severo -          (Annuisce).

Anacleto -      E se la suoni tre volte?

Severo -          (Alza un piede e si guarda la scarpa)

Anacleto -      M'arriva un calcio in culo, ho capito.

Severo -          (Chiede informazioni ad Anacleto sui suoi pensionanti: Con un gesto della mano chiede dov'è la sig.na Stella che cerca di nominare mettendosi in una "aggraziata" posa da danzatrice).

Anacleto -      (Coinvolto dalla situazione, gli risponde a gesti alzando una gamba per imitare chi sta sdraiato con una gamba malata).

Severo -          (Gli fa il gesto per dire: "Ma cosa stai dicendo?").

Anacleto -      Ah, scusa, volevo dire che la signorina Stella è tutta lunga sopra il letto perché ha ancora la caviglia gonfia come un melone. Il dottore, invece, deve tornare ancora dall’ospedale.

Severo -          (Forma il numero tre con le dita e con espressione interrogativa).

Anacleto -      Il terzo pensionante? boh, sarà in camera sua, a me cosa me ne frega!

Severo -          (Con un'espressione di disgusto e di rimprovero per il suo modo di rispondere, gli chiede che cosa è previsto per il pranzo: - 1) gesto interrogativo con la mano, 2) poi con la mano verso la bocca come se stesse usando una forchetta per mangiare qualcosa, 3) quindi il gesto per indicare "oggi").

Anacleto -      Oggi mi pare che da mangiare ci siano i passatelli in brodo.

Severo -          (Rotea orizzontalmente il dito per dire: "e dopo?").

Anacleto -      La carne.

Severo -          (Gesto interrogativo.Vuole sapere che tipo di carne sia, quindi mette la mano su di una natica).

Anacleto -      No, non fa la fettina.

Severo -          (Mette la mano sul torace).

Anacleto -      Non fa nemmeno le costarelle.

Severo -          (Mette la mano nell'incavo del braccio).

Anacleto -      Là ci andrai te!

Severo -          (Nega col capo, si ritocca il braccio e fa il segno "ok" con le dita).

Anacleto -      Ah! l'osso buco? No.

Severo -          (Mette la mano sui lombi).

Anacleto -      Sì, sì, fa la bistecca, e non ti sforzare ancora, ti dico subito che la fa alla fiorentina.

Guarito -        (Entra) Buongiorno! Tutto bene alla Pensione Modesta??

Severo -          (Gesto sconsolato allargando le braccia).

Guarito -        (A Severo) Che cosa le è successo?

Severo -          (Stupefatto, gli indica la gola con sguardo allucinato).

Guarito -        (Ricorda) Ah, certo, certo! Bè, come le ho detto, deve stare molto attento e riguardato, sa? (Dà un'occhiata veloce alla gola) Malattia rarissima! si ricordi della "Grande Mannaia", la cura più efficace è il silenzio assoluto e la costanza negli sciacqui!

Severo -          (Pone una mano orizzontalmente e la fa salire lentamente dalla gola alla bocca come se stesse per annegare).

Anacleto -      (Traduce per il dottore) Sta dicendo che ormai s'affoga, a forza di gargarismi.

Guarito -        (Uscendo verso le camere) Perseverare! Perseverare! in silenzio ma… perseverare!

Anacleto -      (Ironicamente, a Severo) Severo, devi perseverare!

Severo -          (Con la mano lo manda a quel paese mentre esce verso le camere).

Anacleto -      (Ad alta voce) Se mi desidera, basta una scampanellata. (Esce per la comune).

Modesta -       (Entra senza riuscire a mascherare la sua soddisfazione) Oooh! senti qui che silenzio! Quasi quasi mi fa strano, abituata come sono a sentire i suoi ululati!

Archivi -         (Entra dalle camere) Allora, è riuscita nel suo intento?

Modesta -       Sì, (Prendendo la campanella della reception) adesso per chiamarmi adopererà questa, ma sai quant’è meglio il suono gentile della campanella in confronto alla sua vociaccia. (La scuote)

Anacleto -      (Avendo sentito il suono della campanella, entra) Serve aiuto?

Modesta -       No, non ho bisogno di niente.

Anacleto -      (Uscendo) Avrò capito male.

Modesta -       Comunque sono contenta che ‘sto fatto l’abbia un po’rabbonito!

Archivi -         Sì ma stia sempre attenta perché non c’è mai da fidarsi e per ogni evenienza si affidi pure a me. (Le consegna un biglietto da visita)

Modesta -       L’ho già avuto, comunque la ringrazio, non mancherò ma mi scusi se glielo dmando: ha avuto anche lei un’esperienza del genere?

Archivi -         Sì, e mi sono liberata di mio marito.

Modesta -       L’ha ammazzato!

Archivi -         (Ride) Non mi conveniva! ho solo ottenuto il divorzio.

Modesta -       Era un fetente come mio marito?

Archivi -         Ah, è arrivato anche ad alzare le mani!

Modesta -       Osteria! e lei come ha reagito?

Archivi -         Con la difesa!

Modesta -       Ah già, lei è un avvocato!

Archivi -         Pensi che quel giorno mi avevano appena regalato una bottiglia di champagne e io, per difendermi, l’ho presa e gliel’ho tirata in testa.

Modesta -       Insomma gli ha dato lo champagne nella coppa!

Archivi -         Precisamente; credo che noi due siamo un po’ sulla stessa barca, mia cara Modesta.

Modesta -       Direi proprio di sì.

Archivi -         (Prendendola sotto braccio) Vogliamo allora darci del tu? chiamami Giulia.

Modesta -       (Avviandosi con lei verso la comune) Per me va benissimo… Giulia

Archivi -         Allora dammi retta: sbarazzatene anche tu!

Modesta -       Dici…?

Archivi -         Ne sono convinta! e quando deciderai di fare questo passo vieni da me e risolveremo tutto in quattro e quattr’otto. (Le consegna un biglietto da visita)

Modesta -       (Prendendolo e uscendo con Archivi) Sarebbe come cavare un dente!

Archivi -         (Uscendo con Modesta) Sì, con la radice e tutto!

Riziero -         (Entra dalle camere) C'è nessuno? signor Severo? signora Modesta? (Nota che non c'è nessuno e si avvicina alla reception per usare il telefono) "Pronto. Armanda, sono io… Come chi? tuo marito!! Andiamo bene! ancora non ti sei ripresa dalla mia lontananza! Volevo dirti che… sì? sono in pensione… non in pensione in pensione, stupidina! Sono in una pensione tipo albergo!… Sì, il pigiama ce l'ho… è quello con davanti la faccia del grande Baggio. L'asciugamano invece c’era già, mezzo incotechito ma c'è. … Eeeh! non ti dico il nome della pensione perché se no te poi, presa dal rimorso, mi vieni a cercare!… Come, che rimorso!… No! io non devo vergognarmi di niente! sei te che… (Tra sé) Ha chiuso, ‘sta stupida, non ha potuto controbattere! Ah ma… ci rivedremo da Filippi.

Stella -            (Entra zoppicando)

Riziero -         Buongiorno, signorina Stella.

Stella -            Non c’è nessuno?

Riziero -         No, sono spariti tutti. Come va la caviglia?

Stella -            Ancora mi fa male ed è un po’ gonfia.

Riziero -         Si faccia coraggio, signorina Stella, vedrà che potrà tornare presto a ballare!

Stella -            Grazie, lo spero tanto!

Riziero -         Sa, signorina Stella che lei non mi ricorda per niente mia moglie?

Stella -            (Ridendo divertita) Si vede che non le assomiglio!

Riziero -         Per niente per niente. Mia moglie ha tutto quello che ha lei, per carità, però messo in modo diverso.

Stella -            In che senso?

Riziero -         Beh, come posso dire… ha presente i quadri di Picasso?

Stella -            Non dica sciocchezze, Riziero!

Riziero -         Poi anche mia moglie balla ma lei, signorina Stella, è una étoile, mia moglie invece è più piccola… è una étoilette! (Entra Severo) Oh, signor Severo, stavo chiedendo alla signorina Stella come va la caviglia.

Severo -          (Fa un gesto di ironico assenso col capo)

Stella -            Stavo cercando proprio lei, signor Severo, per chiederle il favore di mandare Anacleto a comprarmi un tubetto di pomata per la mia caviglia.

Severo -          (Estrae dalla tasca un confezione di pomata e la porge a Stella).

Stella -            Oh, ma che pensiero gentile! Lei è proprio un angelo, signor Severo! Andrò subito a mettermela. (Esce verso le camere).

Riziero -         (Appena Stella è uscita si rivolge, imbarazzato, a Severo) Prima ho approfittato del suo telefono per chiamare mia moglie.

Severo -          (Vinto dalla curiosità, fa un gesto interrogativo per sapere notizie).

Riziero -         Ma non può parlare più per niente?

Severo -          (Nega col capo quindi ripropone il gesto interrogativo)

Riziero -         Niente, credo che sia ancora combattuta tra l'arrabbiatura e il dispiacere per la litigata.

Severo -          (Indica Riziero con gesto interrogativo).

Riziero -         Io? cos’ho intenzione di fare?

Severo -          (Annuisce).

Riziero -         Non lo so; è una situazione delicata! Non posso mica lasciare tutto a metà campionato! Mi ritiro in camera mia. Dovesse telefonare mia moglie mi lasci un appunto, per favore.

Severo -          (Annuisce, quindi va verso la campanella e la scuote due volte. Nessuno entra. La scuote altre due volte. Nessuno entra. Si dirige allora verso la porta della cucina e scuote altre due volte la campanella. Entra Modesta).

Modesta -       Eravamo d’accordo che con una scampanellata arriva Cleto e con due tocca a me, ma con sei scampanellate chi deve venire? il sindaco con la banda e tutta la Giunta comunale?

Severo -          (A gesti fa capire che lui aveva suonato due volte ma che non era arrivato nessuno, quindi l’aveva risuonata).

Modesta -       Severo, te potrai anche fare i minuetti ma io non capisco un cavolo di quello che vuoi dire!

Severo -          (Agita una volta la campanella ed entra Anacleto).

Anacleto -      Per chi suona la campanella?

Severo -          (Gli ripete, a gesti, ciò che ha detto a Modesta).

Anacleto -      (A Modesta) Severo vuol dire che lui l’aveva suonata due volte ma te non rispondevi, così l’ha suonata altre due volte.

Modesta -       Ah, cavolo, qui ci tocca anche immaginare le intenzioni, del signor conte! (A Severo) Cosa volevi?

Anacleto -      Posso andare?

Modesta -       No, rimani qui così mi fai da “intercapedine”.

Anacleto -      Ti farò da interprete!

Modesta -       Eh, quello. (A Severo) Allora?

Severo -          (Mette una mano sui lombi, poi fa il gesto di darsi una coltellata).

Modesta -       (Ad Anacleto) Ma che cavolo fa?

Anacleto -      Dice che la bistecca la vuole al sangue.

Modesta -       (Ad Anacleto) Chiedigli cosa vuole per contorno, sua grazia.

Anacleto -      Guarda che glielo puoi domandare te! non è mica sordo!

Modesta -       Ah, già!

Severo -          (Fa il gesto di mischiare l'insalata poi si asciuga gli occhi come se stesse piangendo).

Anacleto -      (A Modesta) Vuole l'insalata con la cipolla.

Severo -          (Annuisce)

Modesta -       Gradisce anche il dolce?

Severo -          (Abbraccia Anacleto da dietro sollevandolo).

Anacleto -      (Dall’alto) Ha detto che vuole un “tiramisù”.

Modesta -       (Ad Anacleto) Bisognerebbe dargliene un bidone, a lui, di “tiramisù”!

Anacleto -      (A Severo) Ha detto che…

Severo -          (Invita Modesta ad andare in cucina, poi compie il gesto di mescolare del cibo e di gustarlo con soddisfazione).

Anacleto -      Ti ha detto di andare in cucina a preparare quei deliziosi piatti che sai fare solo te.

Modesta -       Ha detto proprio così?

Anacleto -      Certo; è vero, Severo?

Severo -          (Annuisce solennemente).

Modesta -       Mamma mia! sta’ a vedere che non avrò più la soddisfazione di mandarlo a quel paese! (Si dirige verso la cucina guardando Severo con soddisfazione e incredulità).

Anacleto -      Adesso vado via anch’io perché mica posso fare l'interprete 24 ora su 24! (Si avvia verso la comune) Se hai bisogno... (Fa il gesto della scampanellata).

Severo -          (Fa un gesto di ringraziamento poi, rimasto solo, prende posto dietro il banco della reception).

Riziero -         (Entrando) Notizie di mia moglie?

Severo -          (Nega col capo).

Riziero -         Già.

Severo -          (Fa il gesto di invitare Riziero a telefonarle).

Riziero -         Sarà il caso? le ho telefonato poco fa!

Severo -          (Annuisce benevolmente).

Riziero -         (Si avvicina titubante al telefono).

Severo -          (Lo incoraggia).

Riziero -         (Telefona) Pronto? Armandina, sono io… Come chi? Riziero!!... Sì, sì… No, no… Dove devo andare? Ma no… ma, Armandina, la volta prima avevamo perso e ci spettava la rivincita! Come non ti frega niente?? Armand… (Rimane attaccato alla cornetta, immobile).

Anacleto -      (Entra e osserva Severo).

Severo -          (Fa un gesto con la mano a Riziero come per dire che l'ha fatta grossa).

Anacleto -      (A Riziero) Ha detto che l’hai fatta grossa!

Riziero -         (Riprendendosi e chiudendo il telefono) Ha chiuso dicendomi che mi merito il cartellino rosso!

Severo -          (Uscendo fa un gesto sconsolato).

Anacleto -      (Rivolto al pubblico, uscendo) Questo era un gesto sconsolato.

 

La scena resta vuota. Stacco musicale. È passato qualche giorno. Archivi entra dalla comune e incrocia Guarito che scende dalle camere.

 

Guarito       (Galante) Oh, buongiorno! Come mai di ritorno così presto?

Archivi -         (Dolorante ma vezzosa) Perché ho un mal di testa che mi porta via! Mi ci vorrebbe tanto un dottore!

Guarito –       Ma io sono un dottore, mia cara ragioniera!

Archivi -         (C.s.) Oh, che stupida! comunque io sono avvocato! (Gli riconsegna un biglietto da visita)

Guarito –       (Riprendendolo, galante e allusivo) Oh, certo, certo! Il suo mal di testa è dovuto sicuramente a un po’ di stress, salga in camera mia che vorrei auscultarla.

Archivi -         (Sdolcinata) E dopo l’ausculto cosa mi… prescriverà?

Guarito –       (C.s.) Bè, se è una semplice emicrania potrei darle un analgesico come un leggero paracetamolo accompagnato da una dolce metoclopramide, e se lo desidera potrei farle assaporare anche dell’ibuprofene.

Archivi -         (Sdolcinata ed allusiva) E se non mi passa?

Guarito –       (C.s.) Bè, allora dovremmo passare a dei triptani che hanno sicuramente un effetto… miracoloso!

Archivi -         Posso fidarmi?

Guarito –       Sono un medico!

Archivi -         Ma lei non deve andare in ospedale?

Guarito –       (Prendendola sottobraccio e portandola verso le camere) Ci andrò, ci andrò…

 

Severo rientra, prende in mano la campanella poi ci ripensa, s'avvicina alla porta della cucina e fa segno a Modesta di avvicinarsi. Entra Modesta.)

 

Severo -          (Una volta entrata Modesta, Severo 1) le fa cenno di fare attenzione, 2) poi si tira gli angoli degli occhi e muove i due indici verso l’alto per fare il cinese, 3) quindi fa il gesto di apprezzare una cosa buona, 4) seguito da un altro come per intendere: "dopo" e 5) finisce formando un cerchio con l'indice e il pollice di entrambe le mani).

Modesta -       (Molto perplessa) Anche stavolta, Severo, mi dispiace, non ti capisco proprio, ma il finale del tuo discorso non mi piace per niente.

Severo -          (Nega con il capo, poi prende la campanella e la agita una volta).

Anacleto -      (Entrando) Pronti! (Guardando Modesta) Avete bisogno dell'intrepido?

Modesta -       Non fare tanto lo spiritoso! adesso ho imparato che si dice "interparete", cretino!

Anacleto -      Sì, adesso sono diventato un muro divisorio! Allora? avete bisogno di me?

Modesta -       Sì. (Indicando Severo) Guarda un po' cosa combina con le mani.

Severo -          (Ripete tutti i gesti che aveva fatto a Modesta).

Modesta -       È vero che il discorso va a finire male?!

Anacleto -      Ma no! ha detto semplicemente che il risotto che hai fatto era buono e che dopo deve andare da Romualdo a prendere quella forma di pecorino (Severo le rifà il gesto) che aveva ordinato.

Modesta -       Aaah!! ma scusa, Cleto, che gesto ha fatto per dire "Romualdo"?

Anacleto -      Non l’ha mica fatto, sono io che so che deve andare a prenderla da lui.

Modesta -       Ma vai a quel paese! anche te!! E poi, chi sarebbe ‘sto Romualdo?

Severo -          (1)Unisce i due indici come per indicare una coppia, poi, 2) con la mano, indica l'altezza di un bambino, quindi 3) fa il gesto di fumare 4) di nuovo il gesto della coppia, 5) poi un gesto per indicare il passato e di uno che la sa lunga, 6) finendo con il mimare uno che cuce e 7) uno che pesca).

Modesta -       (Ad Anacleto) E te riesci a capire quello che ha arzigogolato?

Anacleto -      Certo! ha detto che Romualdo è il marito della figlia di quella che vendeva le sigarette, che ha sposato quello che prima andava con quella ragaza che faceva la sarta al porto.

Severo -          (Fa il segno delle corna).

Anacleto -      E che adesso…

Modesta -       Questa l’ho capita anch’io.

Guarito -        (Entra dalle camere visibilmente di buonumore) Buongiorno a tutti. Come va? come va?

Severo -          (Gli fa il gesto di avvicinarsi, quindi apre la bocca e indica la gola).

Guarito -        Cos'è? Ah, sì! vuole che dia una guardatina alla gola? (Occhiata di intesa con Modesta, recepita da Anacleto).

Severo -          (Annuisce).

Modesta -       Mi scusi, sor dottore, ma io torno in cucina. (Esce)

Guarito -        Dunque, dunque, vediamo un po'. (Scruta la gola) Eh, sì, sì, è come temevo: qui si è annidato il rarissimo virus "Strangolone epiglottis" che intacca ferocemente la laringe e nella peggiore delle ipotesi può provocare la terribile "Garganella vocalis con Gugullo pernicioso"!

Archivi -         (Entra dalle camere. È visibilmente di buonumore) Buongiorno a tutti!

Guarito -        (Ad Archivi) Va meglio ora?

Archivi -         Molto meglio, grazie Luigi; quel paracetamolo mi ha rimesso al mondo! (Esce per la comune)

Severo -          (Fa un cenno interrogativamente drammatico).

Guarito -        (A Severo) Riguardo a lei… la malattia è stazionaria ma stia tranquillo, se seguirà il mio consiglio fra qualche tempo tornerà tutto come prima e non avrà più nulla da temere. Però, mi dia retta: si affidi a sua moglie e al suo bravo inserviente perché sono convinto che lei ha bisogno del loro aiuto.

Severo -          (Annuisce, rassegnato).

Guarito -        E la signorina Stella? anche lei, se non sbaglio, aveva un disturbo.

Severo -          (Indica la caviglia).

Guarito -        Gli fa male anche la caviglia?

Severo -          (Indica le camere di sopra per riferirsi a Stella).

Guarito -        Ah, sì certo! è la signorina Stella che ha problemi alla caviglia, come va? come va?

Severo -          (Fa il gesto con la mano per dire: "così così").

Guarito -        (Uscendo verso le camere) Bene, bene, e mi raccomando: gli sciacqui per lei e la pomatina per la signorina Stella.

Anacleto -      Hai capito?

Severo -          (Allarga le braccia).

Anacleto -      Hai sentito cos’ha detto prima il dottore? Dagli retta, abbi un po’ di grazia. Io sono d'accordo con te che Modesta è rozza, sciamannata e grezza, ma anche te, cerca d’essere un po' più gentile nei suoi confronti! Ingentilisciti un po'!

Severo -          (Indica criticamente Anacleto).

Anacleto -      Non guardare me che ormai sono vecchio e scapolo, pensa a te che hai due “modeste” sopra le spalle: una moglie e una pensione! Mica per niente ma quando s’arrabbia con te, dopo se la prende anche con me anche se non c'entro niente! Fammi ‘sta promessa, per piacere!

Severo -          (Fa un gesto per dire: "È difficile").

Anacleto -      È difficile, lo so, ma ci devi provare perché te saprai fare coi clienti ma loro, se vengono in una pensione a carattere famigliare vogliono vedere una famiglia fatta bene, mica le scagnarate tra di noi!

Riziero -         (Entra dalle camere) Ho deciso: le ritelefono (A Severo) Posso?

Severo -          (Annuisce e si mette vicino al telefono per ascoltare meglio).

Riziero -         Scusate, potrei avere un po’ di privacy? in fondo è una questione delicata.

Severo -          (Fa il gesto di acconsentire e si ritira malvolentieri insieme ad Anacleto uscendo per la comune).

Riziero -         (Telefona) Pronto, Armandina, sono sempre io… Come chi?? Riziero!! Come va?... Sì, anche io. Volevo dire che da adesso, a parte il lunedì che c’è il posticipo delle partite sposterò il calcetto al martedì, va bene?... E no, il giorno dopo c’è il mercoledì di coppe!... Armandina, il giovedì c’è la Coppa Italia!... Eh, il venerdì… e io quando faccio gli allenamenti?... No! non dire queste cose! Allora facciamo così, stammi bene a sentire: il sabato, se non c’è nessun anticipo di partita, andremo sempre a ballare! va bene?... Sì, è una promessa solenne! te lo giuro su chi vuoi tu!... Su Baggio?? Va bene! su di lui!... Sì, ciao, Armandina. A... a presto. (Chiude il telefono)

Severo -          (Fa capolino dalla comune con un gesto interrogativo).

Riziero -         Forse mi perdona.

Severo -          (Altro gesto interrogativo).

Riziero -         Ha detto che sono da cartellino giallo... vorrà dire qualcosa, no?

Severo -          (Annuisce e gli fa un gesto per infondergli coraggio)

 

(Mentre Riziero sta uscendo verso le camere s’imbatte in Stella che sta entrando)

 

Riziero –        (Uscendo) Buongiorno, signorina Stella.

Stella -            Buongiorno, signor Riziero. (Va a sedersi su di una sedia e si massaggia la caviglia. Rivolta a Severo) Sono quasi guarita, lo sa?

Severo -          (Annuisce. Si avvicina alle sue spalle e pone le sue mani su di esse. Stella si volta sorridendogli. Iniziano le note di "Eternally" di Charlie Chaplin).

Stella -            Posso finalmente tornare a danzare.

Severo -          (Le prende le mani, la fa alzare dalla sedia e la lascia come si lascia una farfalla).

Stella -            (Esce con grazia verso le camere lasciando Severo completamente coinvolto da quell’atmosfera romantica. Le note sfumano).

Modesta -       (Da fuori, spezzando l’atmosfera) Severino!!! (Entra) Sentivo un silenzio…! (Con ironia) Ah, già, che sbadata! non puoi parlare!

Severo -          (Afferra e solleva la sedia dov'era seduta Stella per tirargliela ma poi, ricordando le parole di Anacleto, la ripone e le sorride forzatamente).

Modesta -       (Continuando a sfotterlo) Quasi quasi sento la nostalgia della tua voce argentina! (Imitandolo) "Modesta! Modesta!!! vieni qua, disgraziata!!!" Allora ogni tanto mi faccio vedere io! hai bisogno di niente?

Severo -          (Fa il gesto di tirare la catena del vater).

Modesta -       E per quello hai bisogno di me?

Severo -          (Nega col capo).

Modesta -       Ah, ci mancherebbe anche questo! Quando hai fatto vai a dare una mano ad Anacleto che è in crisi con la porta d'ingresso che non si chiude.

Severo -          (Annuisce ed esce per la comune).

Modesta -       (Si riaffaccia cautamente guardando se c'è nessuno, quindi si dirige verso il telefono e chiama il Dott. Guarito) Pronto, dottor Guarito. Sono io… come chi? Modesta, quella della pensione! Sì, sì, può scendere un momento? Sì, grazie, l'aspetto qui.

Anacleto -      (Entra dalla comune).

Modesta -       E te cosa fai qui?

Anacleto -      Mi manca un pezzo per accomodare la serratura.

Modesta -       Allora vallo a prendere da Adrasto.

Anacleto -      Sono venuto a prendere i soldi! (Prende dei soldi dal cassetto del banco della reception ed esce per la comune sotto lo sguardo di Modesta).

Guarito -        (Entrando dalle camere) Cosa è successo? c'è qualche problema?

Modesta -       No, no, volevo solo sapere di mio marito.

Guarito -        Sta male?

Modesta -       Oh, Signore…! Dottor Guarito, non si ricorda di mio marito… dello scherzetto…?

Guarito -        Che scherzetto? ah, sì sì, come no! lo scherzetto!

Modesta -       Mi levi una curiosità: ma lei, all’ospedale, si ricorda dei suoi ammalati?

Guarito -        Quali ammalati? Ah! intende sapere se ho presente le condizioni dei miei pazienti? Ma certamente, mia cara signora! (Indicando la fronte) ce le ho tutte qui, come radiografate!

Severo -          (Entra senza che i due se ne accorgano e si mette in un angolo ad ascoltarli).

Modesta -       Ah, ecco, comunque veniamo a noi: Io, sor dottore, ero curiosa di sapere cosa ha detto a mio marito, perché, in effetti, è un po' cambiato.

Guarito -        In meglio o in peggio?

Modesta -       In meglio!

Guarito  -       E non è contenta? non è quello che voleva?

Modesta -       Sì ma, vorrei tanto sapere cosa gli ha detto.

Guarito -        Soltanto quello che lei mi ha chiesto di dirgli, con qualche parolona mezzo scientifica e mezzo maccheronica.

Modesta -       Non ho capito cosa c’entrano i maccheroni ma l'effetto è stato sorprendente!

Guarito -        Beh, lei mi aveva chiesto di mettergli paura per farlo stare zitto almeno per un mese e io, con le mie possibilità, l'ho messo in atto.

Modesta -       Io non so come ringraziarla, sor dottore. Ha fatto più di quello che gli avevo chiesto!

Severo -          (Esce senza essere notato)

Guarito -        Per carità, signora Modesta! questi sono scherzetti che noi, in ospedale, facciamo quotidianamente!

Modesta -       Pensa un po'!

Guarito -        Pensi che l’altro giorno, a un mio paziente appena operato per calcoli alla cistifellea ho detto che per guarire definitivamente doveva ripassare tutte le tabelline! (Ride).

Modesta -       E lui?

Guarito -        Le ha ripassate tutte e poi io l’ho interrogato!

Modesta -       E com’è andata a finire?

Guarito -        (Andandosene verso le camere) Si è inceppato con quella del 9! Ci facciamo delle risate!!! (Esce ridendo)

Modesta -       Me lo immagino! (Tra sé) Sarà una goduria essere ricoverati nel suo reparto! (Torna in cucina).

Severo -          (Entra, si avvicina alla reception e vi lascia in bella vista un biglietto, quindi esce per la comune scampanellando due volte)

Modesta -       (Entrando) Adesso cosa c'è? dove sei, Severo? stai giocando a nascondino? (Vede che non c'è nessuno ma nota il biglietto sul banco. Si avvicina) E questo cos’è? (Lo legge) “Cari tutti, dopo aver rimuginato per molto tempo dentro di me sono arrivato ad una conclusione: ho deciso che non spiccicherò mai più una parola in vita mia e che andrò al risparmio anche nel farmi capire con i cenni. Se il destino ha voluto così: amen! mi adeguerò al volere del fatto; e come disse il poeta: il resto è silenzio. Firmato: Severo."… Oddio mama! gli ha dato di volta il cervello?? (Rileggendo il biglietto) "Mi adeguerò al volere del fatto"… a che fatto si riferisce? che gli è andata via la voce? Madonna mia, questo mi va a finire in depressione cronica vita natural durante! Ossignore cosa ho fatto!

Severo -          (Entra e si va mettere dietro al banco della reception)

Modesta -       Severo! cosa sarebbe questa novità? eh? ma cosa t'ha preso, dì?

Severo -          (La guarda ma non risponde nemmeno a gesti)

Modesta -       Guarda che mi stai mettendo paura! (Chiama) Cleto! Vieni un po' qui!

Anacleto -      (Entrando dalla comune) Pronti per la traduzione!

Modesta -       (A Cleto) Severo non parla più!

Anacleto -      Beh, è una novità? cosa vuoi sapere?

Modesta -       (Porgendogli il biglietto) Non fa più nemmeno i cenni! è diventato come una verdura.

Anacleto -      Si dice come un vegetale! (A Severo) Oh, cosa t'ha preso? hai fatto un voto?

Severo -          (C.s.)

Anacleto -      (A Modesta) Ha detto che non parla.

Modesta -       L’avevo capito anch’io! Ossignore! come si deve fare adesso?

Anacleto -      Chiama il dottore.

Modesta -       (Si affaccia alla porta che dà alle camere e grida) Dottor Guarito! Dottor Guarito! può scendere un momento? (A Severo) Perché fai così? come posso tirare avanti la pensione se te mi fai il muto dei portici?

Anacleto -      Che portici?

Modesta -       Saranno quelli del Corso!

Guarito -        (Entra dalle camere) Chi sta male?

Modesta -       Mio marito ha deciso di non parlare più!

Guarito -        Come sarebbe a dire? per una caviglia storta?

Modesta -       (Perdendo la pazienza) Dottore!!! è la gola!!

Guarito -        Ah sì, sì, certo! e perché mai?

Archivi -         (Entra dalla comune e si avvicina al gruppo) Che cosa è successo?

Anacleto -      (Porge il biglietto a Guarito)

Guarito -        (Lo legge e lo passa ad Archivi) Leggi anche tu, Giulia.

Archivi -         (Dopo aver letto) Beh, più che una malattia potrei definirla una piccola vendetta, (A Severo) non è vero signor Severo?

Severo -          (Non risponde)

Modesta -       (Ad Archivi) Perché, tu credi che lui…

Archivi -         Ne sono quasi sicura.

Guarito -        L’avvocato ha ragione, mi sembra chiaro come la luce del sole. (A Severo) Mi lasci spiegare, signor Severo, e spero che non me ne vorrà: tutta questa messa in scena non è stato altro che un piccolo scherzo attuato da me e organizzato da sua moglie solamente a fin di bene per entrambi, e mi creda: come medico le posso garantire che questo periodo di silenzio ha sicuramente giovato alla sua gola e come amico, se mi permette, credo che sia stato un messaggio che lei deve assolutamente cogliere, perciò non se la prenda e lo accetti di buon grado.

Modesta -       Severo, non hai capito perché l'ho fatto? perché vorrei che tra noi ci fosse un po’ d'armonia, non quelle scagnarate, quegli urli, i musi lunghi, le doppie facce tra me e i clienti… E cos'è?! io non sono perfetta, per carità! ma se ‘sto sasso non lo tiravo io sarebbe rimasto tutto come prima! Io non pretendo che te diventi Monsignor Della Casa e nemmeno io devo diventare la regina d’Olanda! ma almeno una ridimensionata… con un po’ di buona volontà! dico bene, Severo?

Archivi -         (A Severo) Approfitti dell’indulgenza di sua moglie se ha ancora un po’ di sale in zucca.

Anacleto -      È vero: non conviene fare sempre il padrone del vapore perché sai, può sempre capitare d'aver bisogno degli altri, credimi, Severo, è così. Dai, parla!

Guarito -        Faccia un piccolo sforzo vocale.

Modesta -       Parla, Severo, fallo per me.

Archivi -         Sia uomo almeno una volta!

Severo -          (Con voce flebile) Non… non… ce la faccio.

Guarito -        Ah, ma è solo un fatto di abitudine, ora cerchi di ricominciare parlando lentamente e sottovoce.

Anacleto -      Sì, sì, comincia così, piano piano.

Archivi -         Dica qualcosa di facile.

Anacleto -      Comincia dai numeri.

Guarito -        (Ad Anacleto) Ottimo suggerimento!

Anacleto -      Vieni dietro me: (Lo aiuta scandendo bene i numeri) Uno, due, tre… dai… Uno, due, tre…

Severo -          (C.s. lentamente)… la Peppina fa il caffè…

Anacleto -      Ecco, così… “fa il caffè con la cioccolata…”

Archivi -         A cosa mi tocca assistere!

Guarito -        Coraggio…

Severo -          (Riacquistando sempre più la voce) La Peppina s'è ammalata…

Modesta -       Bravo, Severino! “S'è ammalata d'un gran dolore…”

Severo -          (Ancora più forte) Va a chiamare… (Si schiarisce più volte la voce)

Guarito -        … il signor dottore…

Severo -          (Più forte, guardando il dottore) Sor dottor delle ciabatte…

Guarito -        Vede? vede che qualcosa riesce a dire?

Modesta -       (A Severo) Lascia perdere le ciabatte, ascolta me: (Avvicinandoglisi) Severo…

Severo -          Modesta…

Modesta -       Io… ti chiedo perdono.

Anacleto -      Ti chiede perdono…

Guarito -        Le chiede perdono…

Archivi -         Le chieda perdono anche lei.

Severo -          … dono.

Archivi -         Chiaro e forte!

Severo -          Perdono. (Entrambi si abbracciano)

Guarito -        (Applaudendo) Bene, benissimo! l'operazione si può dire conclusa e la frattura si è finalmente risanata!

Archivi -         Pare che si sia tutto risolto.

Modesta -       Ancora grazie, sor dottore, e anche a te, Giulia.

Archivi -         Non c’è di che, e mi raccomando: appena ti sei decisa… (Le consegna un biglietto da visita)

Modesta -       Oh, grazie ma ora non c’è più bisogno!

Guarito -        Bene, allora veniamo a cose più serie: cosa si mangia, di buono, oggi? ho un appetito…!

Archivi -         A chi lo dici!

Modesta -       (Emozionata) Allora oggi farò un pranzo da grandi occasioni! Prepararò una "Cianfrusaglia di boconotti in brodo di cozze " inseguito da un " Potage di cetrioli alla rustichella con trionfo di cicoria e crespigni". Farà seguito una " Fantasia di scorfani in pozzanghera" e, per concludere, presenterò una: "Alzata di pastarelle alla Modesta".

Archivi -         Benissimo!

Guarito -        Non vediamo l’ora di gustare le specialità della casa.

 

(Modesta esce verso la cucina con Severo sottobraccio)

 

Anacleto -      (Uscendo anch’egli verso la cucina) Allora io vado ad apparecchiare la tavola.

Guarito -        (Ad Archivi, sottovoce) Credi che dovremmo rendere partecipi anche Severo e Modesta di questo nostro… rapporto?

Archivi -         No, Luigi, aspettiamo ancora un po’, in fin dei conti ognuno prende le proprie decisioni ma non conviene che… insomma si influenzino anche quelle gli altri.

Guarito -        Ti capisco benissimo, Giulia; non si sa mai…

Archivi -         Vero, non si sa mai; andiamo a prepararci per il pranzo.

Guarito -        Ottima idea. (Escono a braccetto verso le camere)

Riziero -         (Entra dalla comune. È felice. Ha un grossa busta con sé) Buongiorno a tutti! Allora: dopo mangiato vado via! torno a casa da mia moglie!

Severo -          (Entra dalla cucina) Sono contento che si sia sistemato tutto.

Riziero -         Grazie! oh, le è tornata la voce?

Severo -          Sì. (Indicando la busta) E lì dentro cosa c’è?

Riziero -         C’è un vestito da ballo per mia moglie! tutto pieno di brillantini e lucciconi!

Severo -          Allora la porterà a ballare!

Riziero -         (Uscendo verso le camere) Ah, questo dipende dal calendario del campionato!

Anacleto -      (Rientra dalla cucina) Hai visto com’è facile sistemare le cose? Allora coraggio, Severo, diamoci da fare perché la pensione Modesta deve andare avanti! con tanta gente che va, tanta gente che viene! e te, te sei al timone di questo bastimento che deve andare sempre col vento in poppa!

Severo -          (Preso dall'entusiasmo di Anacleto si rimette impettito dietro il banco della reception.) Sì, hai ragione! Issa subito le vele che si ricomincia con l'ospitalità e la signorilità che ci distingue! Dico bene Cleto?

Anacleto -      Certamente!

Severo -          Allora dai, cosa stai lì impalato come uno stoccafisso? Va' ad apparecchiare subito e prendi le tovaglie senza i buchi! Muoviti, zoticone! (Grida) Modesta!! Datti da fare con quelle cazzarole che oggi si deve mangiare alla grande! hai capito?? (Ad alta voce per farsi sentire) Vuol fare i pranzi di gala e poi si mette ai fornelli a mezzogiorno! poi per forza vengono fuori i papocchi! Datti una smossa! disgraziata!

Anacleto -      (Stupefatto, rimane immobile guardando Severo, senza parole)

Modesta -       (Sconcertata, compare alla porta) Cosa è successo??

Anacleto -      (Ha solo la forza di allargare le braccia)

Modesta -       E questo cos’è??

Anacleto -      (A braccia aperte, uscendo) Un gesto sconsolato!

Modesta -       (A Severo) Hai ricominciato come al solito?? Allora non hai capito niente! Sono senza parole!

Severo -          Si vede che ha preso anche a te, lo “strangolone epiglottis”!

Modesta -       E io che credevo… Severo: ma va’ a morire ammazzato!

Severo -          Ma va’ a morire ammazzata te e i tuoi intrallazzi!

Modesta -       Non c’è niente da fare: sei rimasto il solito disgraziato di sempre!

Severo -          Ha parlato la signora contessa!

Modesta -       Che scoppiassi, boia!

Severo -          Ma che scoppiassi te! e sta’ attenta che prima o poi ti gonfio come un pallone! (Esce)

Modesta -       Ah sì?? siamo arrivato ‘sto punto? benissimo! (Si affaccia verso le camere e chiama) Giulia! puoi scendere un momento?

Archivi -         (Entra) Cosa c’è ora?

Modesta -       Mi sono decisa!

Archivi -         Benissimo! hai fatto la scelta giusta! (Prendendola sottobraccio) allora scriveremo così: Premesso che dopo un iniziale periodo di serenità famigliare, da ormai un sacco di tempo i rapporti tra la ricorrente e il marito…

Modesta -       (Prosegue)… si sono sbrindellati per insanabili scagnarate tali da rendere intollerabile la prolunga della convivenza, la sottoscritta Modesta Pitroli chiede… (Escono entrambe verso la comune facendo sentire sempre più fievoli le seguenti ultime parole)

Archivi -         … che, previa fissazione dell'udienza di comparizione dei coniugi dinanzi all'Ill.mo Presidente e previa emanazione dei provvedimenti urgenti di legge…

Anacleto -      (Entra e attraversa la scena) Ho fatto bene io... (Esce)

 

Musica

Buio

SIPARIO

 

 

 

Oggetti di scena primo e secondo atto

 

Un pannello con le chiavi delle varie stanze

Un campanello sempre sul banco della reception

Un registro da albergatore sempre sul banco della reception

Un telefono sempre sul banco della reception

Qualche penna e dei fogli da tenere sul banco.

Alcune riviste

Oggetti personali primo atto

 

Riziero – borsone da viaggio – documento di identità

Stella – chiave della camera che rimette a posto alla reception – un lettore CD.

Anacleto – grembiule da domestico – cartoccio con canocchie.

Severo – orologio da polso – penna o matita – foglietto che scrive e che lascia sul

               banco della reception.

Guarito – borsa da medico, penna e ricettario.

Modesta – grembiule da cucina – mestolo di legno – strofinaccio.

Archivi – Borsone da viaggio – documento di identità – biglietti da visita.

 

Oggetti personali secondo atto

 

Severo – penna o matita – due foglietti scritti – tubetto di pomata – un foglietto che

               lascia sul banco della reception.

Stella – cavigliera.

Riziero – una grossa busta con l’abito della moglie.

Modesta – grembiule da cucina, mestolo di legno – strofinaccio da cucina.

Archivi – biglietti da visita.


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