Compagnia "Dieci Donne Mamme Matte" di Camerino (MC)
ALLA PENSIONE MODESTA
due atti
di
Paolo Cappelloni
Personaggi:
Severo
- Proprietario
della pensione. Si sente la colonna portante di tutta l'organizzazione. È
prepotente e maleducato sia con la moglie che con l'inserviente ai quali vuole
bene a modo suo. È affabile, chiacchierone e ficcanaso con i clienti.
Modesta
- Sua moglie e
cuoca della pensione, grossolana e "poco raffinata". Cerca di far
bene il suo lavoro ma è continuamente vessata dal marito che lei sopporta, pur
rispondendogli a tono quando esagera.
Anacleto - Vecchio inserviente tuttofare. Burbero,
trasandato e sornione, a volte saggio. Più portato ai piccoli lavori per la
conduzione quotidiana della pensione che al contatto con i clienti. Nonostante
il comportamento di Severo nei suoi confronti, gli vuole bene.
Riziero
- 1° pensionante. Un uomo comune, semplice,
non molto sicuro di sé quindi incerto nel suo comportamento.
Sig.na
Stella - 2° pensionante. Una
giovane ragazza, graziosa ballerina, simpatica e vezzosa.
Dott.
Guarito - 3° pensionante. Un
medico gioviale, generoso, a cui piace la buona tavola, un po' smemorato e
superficiale.
Avv.
Archivi - 4° pensionante. Un
avvocato alla ricerca di eventuali clienti.
Primo Atto
La scena rappresenta la hall della pensione "Modesta". A destra
del palco si trova il banco della reception con a fianco la porta della cucina.
A sinistra c'è un'altra porta che conduce alle camere. In fondo alla scena c'è
la comune che è l'ingresso della pensione.
All'aprirsi del sipario la scena è vuota, poco dopo, dalla comune, entra il primo pensionante con un
borsone da viaggio. Si avvicina al banco della reception, aspetta qualche
secondo, guarda verso la porta della cucina per vedere se c'è nessuno, poi nota
un campanello sul banco e lo fa suonare delicatamente. Nessuno risponde. Lo fa
suonare una seconda volta con più vivacità. Nessuno risponde. La terza volta lo
impugna e lo scuote a lungo, con forza.
Severo - (Entrando)
Cos'è, oggi, la festa del Patrono? (Si
accorge dell'avventore e subito assume un'aria professionale) Oh,
buongiorno, signore. Ha chiamato?
Riziero - No,
stavo suonando la mezza messa.
Severo - Mi
scusi ma ero di là a maneggiare nello sciacquat…. a risolvere un problema
idraulico, perché, sa, quando chiami un idraulico puoi fare in tempo ad
affogare, prima che venga! Io sono sicuro che Noè, prima del diluvio l'ha
chiamato, e l'idraulico gli ha risposto che sarebbe venuto subito. Che poi, con
quei tubi, più stringi e più c'è il rischio che ti scoppi tutto in faccia!
Riziero - Vorrei
una camera senza tante manfrine.
Severo - Mi
scusi ma il fatto è che io, quando comincio a parlare mi appassiono, divago, mi
perdo e… cosa voleva?
Riziero - Una
camera.
Severo - Ah,
sì, singola?
Riziero - Eh!
non vede che sono solo?
Severo - Giusto,
con bagno o senza?
Riziero - Credo
che sia meglio con bagno, in caso dove la dovrei fare? in un angolo?
Severo - Eh
eh! volevo dire se la vuole col bagno in camera, altrimenti dovrebbe andare in
quello in comune.
Riziero - Ma
saranno due chilometri!
Severo - No
in Comune in Comune! quello nel corridoio che è in comune con gli altri
pensionanti! ma in quel caso può capitare che ci sia da aspettare. Mettiamo il
caso che debba fare una cosa urgente, lei va alla porta: trach! chiusa! Come
fa? eh? come fa? è una cosa antipatica!
Riziero - Ah!
per me cambierebbe poco, a casa mia è tutti i giorni così!
Severo - Bè,
per me è molto più comodo avere il bagno in camera!
Riziero - Mi
dia questa camera con bagno incorporato, così stiamo tranquilli.
Severo - Bene,
e in caso… quanto si trattiene?
Riziero - Prima
di farla addosso?
Severo - No!
volevo dire: in questa pensione! quanto tempo vuole rimanere?
Riziero - (Scuro in volto) Ah, non so, dipende.
Severo - Da
cosa?
Riziero - Mi
scusi ma a lei cosa gliene frega?
Severo - Niente!
cioè, io dovrò sapere per quanto tempo mi terrà la camera occupata, poi… scusi
se glielo chiedo ma sento che lei è di queste parti, cosa viene a fare in una
pensione della sua stessa città? non ha una casa?
Riziero - Mi
scusi di nuovo ma a lei cosa gliene frega?
Severo - Niente!
cioè, si fa per parlare. Comunque, deve ammettere che è una cosa che dà da
pensare! Magari lei viene da un quartiere proprio qui vicino e mi chiede una
camera per dormire, c'è qualcosa che non quadra, no? Mi dia un documento.
Riziero - Cosa
mi vuol fare, la multa?
Severo - (Con tono professionale) Noi albergatori
siamo tenuti a prendere le generalità di voi clienti.
Riziero - Ah,
se è così… (Mostrandogli il documento, si
confida) Detto fra noi…
Severo - Sì?
Riziero - In
effetti…
Severo - Sì?
Riziero - Io
abito proprio qui vicino ma il fatto è, se la vuole sapere tutta…
Severo - Sì
sì sì….
Riziero - Il
fatto è che ho litigato con mia moglie.
Severo - Porca
paletta!
Riziero - E
già, e lei è andata da sua madre senza neanche preparare la cena e questo passi,
ma stamattina non c’era nemmeno la colazione pronta! allora io ho avuto uno
scatto d’orgoglio, ho preso e... sono venuto qui.
Severo - Accidenti! (Ironico) È stata proprio una reazione
violenta e incontrollata!
Riziero - E
già! è per questo che non le so dire di preciso quanti giorni mi fermerò.
Severo - E
da chi dipende? Da lei o… da lei?
Riziero - Ah,
quante ne vuol sapere! Forse da tutti e due!
Severo - Mi
sembra naturale! Ha tutta la mia comprensione (Prendendo la chiave della camera) e le do la camera della pensione col
bagno, il rubinetto che non perde e la finestra con la vista sull’orto della
pensione dove mia moglie pianta broccoli e carciofi. Veduta ecobiologica e
naturalistica! Ad ogni modo, qualunque cosa sia successa con sua moglie spero
vivamente che torni tutto a posto e che magari torniate tutti e due per
festeggiare una specie di nuova luna de miele.
Riziero - Qui?
Severo - Certo!
Adesso le chiamo il mio garzòn che le
mostrerà la camera. (Suona il campanello.
Nessuno risponde. Chiama ad alta voce con
pronuncia francese) Garzòn! Garzòn! (Nessuno risponde, allora grida) Buzzurro! vieni qua! (A Riziero) Non è che si chiama Buzzurro,
il suo vero nome è Anacleto ma io potrò chiamarlo così?? (Rivolto ad Anacleto che è appena entrato con passo strascicato)
Prendi subito la borsa del signore e accompagnalo alla numero 4.
Anacleto - E
te mi fai interrompere il lavoro per farmi portare su 'sta borsa? Non ce la fa
da solo? cos'è, impedito? (A Riziero)
Con tutto il rispetto per lei.
Severo - Ma
senti che razza di discorsi! Sei un garzòn
o no? bestia! Allora prendi e vai su senza tante storie perché il signore è
negli impicci per via della moglie (A
Riziero) Me lo scusi ma è fatto così. (Anacleto prende il borsone controvoglia e se
ne va verso le camere senza aspettare Riziero
che, sollecitato da Severo, lo segue.
Severo, rimasto solo, si volge verso la porta della cucina e grida) Modesta!!!
Modesta!!!
Modesta - (Comparendo
sulla porta) Che cavolo ti sgoli a fare?? non sai che sono qui?
Severo - (Rifacendole il verso) "Sono qui!"
Mi sgolo perché quando ti chiamo devi venire subito! scansafatiche! È arrivato un
nuovo cliente e devi preparare una razione in più! ecco perché t'ho chiamata! smidollata!
Modesta - E
cosa vorrebbe, il signor cliente nuovo, da mangiare? la “fonduta alla Bourguignonne”
o la “Rotatoria alla marsigliese”?
Severo - Ma
fagli quello che ti pare! Rotatoria…!! Cos'hai messo su per il dottore e la
signorina Stella?
Modesta - Maccheroni
e carciofi.
Severo - Allora
dagli quelli! Possibile che ogni volta ti debba dire tutto quello che devi
fare? eh? ma che razza di cuoca sei?… E come li faresti, poi, questi carciofi?
Modesta - (Scatta) Alla boia dei cani! Come vuoi
che li faccia? con la mollica dentro!
Severo - E
mettici parecchio prezzemolo perché sai che mi piacciono con molto prezzemolo!
Modesta - Sì.
Severo - Ma
con poco aglio, perché sai che l'aglio mi fa andare giù la pressione e mi fa
venire la sudarella!
Modesta - Sì,
signor conte. Desidera nient'altro?
Severo - E
non tenerli troppo sul fuoco, ché si spappolano!
Modesta - (Tra sé) Si spappolano… troppa roba si
spappola, qui.
Severo - Come?
Modesta - (Ad alta voce) T'ho mai fatto strozzare
con la roba che cucino? no! allora bada a mangiare senza sbraitare tanto! (Esce).
Severo - (Ad alta voce e rivolto verso la cucina in
modo che la moglie senta) Sì…! una volta a momenti mi strozzavo con gli
sgombri! Che mi s'era infilzata una spina nel gargarozzo! Proprio qui! (Indica il punto preciso) ti ricordi?? e
mi sa tanto che l’avevi fatto apposta per farmi fuori perché era nascosta così bene
che non si poteva vedere! Cavolo! (Grida)
era tra una costola e l'altra dello sgombro! (Grida) Assassina!
Modesta - (Ricomparendo)
Ancora non sono arrivata a ‘sto punto ma un pensierino per chiuderti quella
boccaccia l'ho fatto, credimi! (Esce).
Severo - (Sempre rivolto alla cucina) Ti scoppiassero
tutti i barattoli con la conserva di pomodoro!! Boia! (Alla parola "boia" entra
il dott. Guarito. Severo lo vede
e riprende il suo perfetto aplomb di receptionist) Buongiorno dottore.
Tutto bene in ospedale? (Gli porge la
chiave della camera).
Guarito - (Entrando)
Buongiorno, Severo. Bene grazie, le solite cose.
Severo - È
morto qualcuno?
Guarito - Eh,
eh! ha sempre voglia di scherzare, lei, eh? Cosa abbiamo da mangiare, di buono,
oggi? eh? che cosa abbiamo? che cosa abbiamo oggi da mangiare? che cosa
abbiamo?
Severo - Che
cosa abbiamo? oh, guardi: da mangiare abbiamo dei fischioncini al pomodoro
fresco e dei carciofi ripieni. Di buono non lo so.
Guarito - (Ridendo giovialmente) Ah ah, lei denigra
sempre sua moglie ma ormai so che è una bravissima cuoca! È una bravissima
cuoca, sua moglie! (Entra Anacleto).
Severo - Bontà
sua, Dott. Guarito. (Rivolto ad Anacleto)
Saluta il dottore, cavernicolo!
Anacleto - (Continuando per la sua strada ed uscendo per la porta della cucina senza
alzare lo sguardo) Buongiorno, sor dottore.
Il Dott. Guarito se ne va per la porta che conduce alle camere. Appena uscito,
Severo chiama Anacleto.
Severo - (Alla francese) Garzòn! (Nessuna risposta. Grida) Bifolco!! (Anacleto compare sulla porta della cucina) Allora?
Anacleto - Allora
cosa?
Severo - (Ironico) Secondo te, mio caro garzone,
noi, qui, siamo in una pensione rispettabile (Grida, mentre Anacleto rimane impassibile) o nell'osteria numero
cinque? Tu sarai abituato alle bettole che sei solito frequentare ma qui devi
avere un po' di grazia! Te lo vuoi ficcare in quella testaccia quadrata?? sì o
no? Vedi che qui è frequentato da dottori, da artisti, da… starà bene vedere
uno pezzente combinato così che non saluta i clienti nemmeno a prenderlo a
zampate e che per farli accompagnare di sopra ci devo litigare ogni volta? Ma
io ti riduco… (Lo guarda) va be' che
peggio di come sei ridotto!
Anacleto - (Sempre imperturbabile) Vado a pulire i
carciofi e a mettere l'aglio nella mollica. (Esce).
Severo - (Gli grida) Mettine poca! se no te li
tiro tutti in faccia! (Da solo, ad alta
voce, in modo che senta chi deve sentire) Ah! se non ci fossi io, qui
dentro! Che 'sta pensioncina l'ho fatta diventare un "piccolo Grand
Hotel"! con gente che viene, gente che va…
Modesta - (Affacciandosi
alla porta)… E non torna più.
Severo - A
chi ti riferisci?
Modesta - Oh!
si potrebbe fare un elenco lungo dei chilometri! L'ultimo è stato il cliente di
Torino.
Severo - Ah,
quello che ha preso quella gran sdolorata per via della tua zuppa inglese! Tutto
per colpa tua!
Modesta - Per
colpa mia?? ma ne aveva fatto fuori mezzo chilo! gli avevo lasciato il vassoio
sul tavolo, cosa sapevo che quello era senza fondo?
Severo - Infatti…
te dove la fai la lasci!
Modesta - E
quella ragazza del mese scorso che ha trovato Anacleto tutto lungo sul letto della
sua camera, ubriaco fradicio…?
Severo - Ah,
ma io a quello gli do gli otto giorni!
Modesta - Magari!
ma siamo legati dalla promessa che abbiamo fatto a tuo padre: grande amico di
Anacleto e buzzurro come lui!
Severo - Come
si fa a non rispettare le volontà d'un morto?
Modesta - Già,
anche mio padre mi diceva sempre: "Sposa Severo! sposa Severo! è un bravo
ragazzo!" (Entra Riziero) Te!! un bravo ragazzo! Ah! non perdonerò mai a
mio padre uno sbaglio così!
Severo - (Vede Riziero) Ha trovato la camera di
suo gradimento?
Riziero - A
parte lo scarafaggio che dormiva sotto il lavandino, sì.
Severo - Oh,
ma quello non è uno scarafaggio qualsiasi! cosa crede? Quello è la nostra
mascotte! si chiama Nerone.
Riziero - (Ironico) Chissà perché…
Severo - Non
lo schiacci eh? che porta furtuna. Ormai per noi è come uno di casa!
Riziero - (Uscendo
per la comune) Bella famiglia!
Modesta - (Al marito) Cos'ha voluto dire?
Severo - Che
sei una scalcagnata! Tra te e Sir Anacleto non siete capaci nemmeno di tenere
le camere decentemente! 'Sta pensione si chiama "Modesta", mica
"Severo"! Devo fare i salti mortali, con i clienti, per rimediare le
vostre magagne! Dovrebbero farmi santo, dovrebbero farmi: "San
Severo"!
Modesta - Sì,
provincia di Foggia.
Stella - (Entra dalle camere con un lettore CD e si
avvicina al banco per depositare la chiave) Buongiorno, signora Modesta. (A Severo) Non si arrabbi, signor Severo!
Modesta - Ma
lui non è mica arrabbiato, signorina Stella, lui è proprio così di natura!
Severo - Signorina
Stella, buongiorno! La sua vista rallegra sempre il mio animo e il gradevole
profumo che emana dal suo corpicciolo e che si diffonde intorno a lei mi
inebria e rimane con me fino al suo ritorno!
Modesta - (A Stella) Lo scusi, non lo fa apposta, è
stato sempre un po' cretino ma adesso, con l'età, va peggiorando a vista d'occhio.
Stella - Ma
no! il signor Severo è tanto discreto, gentile, premuroso, affabile…
Modesta - Imbecille….
Severo - (Ignorando la moglie) Sta andando al
lavoro, signorina Stella?
Stella - Sì,
nella nostra scuola iniziamo un nuovo corso di danza perciò in questo periodo
ci sarà molto da fare.
Severo - Ah!
quanto mi sarebbe piaciuto fare il ballerino, a me!... e diventare un Nureyev,
un Kalashnikov…
Stella - Intende
dire Barysnikov?
Severo - Sì, quello, e invece…
Modesta - …
sei rimasto quello che t'ho detto prima.
Severo - (Ignorando la moglie) Mi sarebbe tanto piaciuto
fare anche i balli spagnoli, lei li sa fare?
Stella - Abbastanza.
Severo - Bello! bello! Perché
a me son sempre piaciute le sgnacchere.
Modesta - Me
lo immagino.
Stella - Prego?
Severo - Le
sgnacchere: quelle che si suonano e che fanno: tic tac tic tac tratatatac…
Stella - Ah!
Le nacchere!
Severo - Sì, quelle. Quando suonano,
il mio cuore fa lo stesso tricchettraccamento. Mi scusi, signorina Stella…
Stella - Dica
pure.
Severo - A
dispetto di ‘sta tarpana di mia moglie, mi farebbe fare… un passo con lei?
Modesta - Cosa
vorresti fare??
Severo - Te
sta’ zitta.
Stella - Che
cosa gradirebbe fare?
Severo - Non
so, una volée, un arabesque….
Modesta - Un
arzigogolo…
Stella - (Sorridendo) Venga qui. (Accende il lettore CD che diffonde musica da
"La danza delle ore" e accenna un passo di danza. Severo viene
coinvolto e, molto goffamente, accenna qualche ridicolo passo poi si rivolge alla moglie mentre la musica
continua in sottofondo)
Severo - Hai
visto che figura?
Modesta - Sì,
proprio una bella figura!
Severo - Ma
com'è, brutta ignorante, che non sai apprezzare nemmeno un minimo di
interpretazione artistica?
Modesta - (Disgustata, tra sé) Ma va' a morire d'un
colpo. Niente, niente! (A Stella) Lei
non si sposi mai, signorina Stella! (Guardando
Severo) O l’ammazzo o divorzio, ma divorziare costa un sacco di soldi… (Esce)
La musica si rialza e Severo torna a danzare sforzandosi
di imitare i danzatori classici sotto lo sguardo divertito di Stella che
l'aiuta in alcuni passi e proprio mentre è preso dal ruolo
di ballerino entra il Dott. Guarito
che lo sorprende in una sconcertante forma "plastica". Stella spegne
il lettore CD.
Guarito - (Divertito) Complimenti, Severo! Stiamo
scoprendo delle sue doti sconosciute! (Esce per la comune).
Severo - Niente,
niente… io dovevo fare il ballerino, altroché! Cosa ne pensa lei, signorina
Stella?
Stella - (Andandosene
per la comune) Se venisse nella mia scuola, qualcosa potremmo tirare
fuori.
Severo - Ecco!
(Gridando verso la cucina) Hai sentito,
Modesta? la signorina Stella m'ha detto che potrebbe tirarmi fuori qualcosa!
Modesta - (Da fuori) Ne sono convinta!
Anacleto - (Entrando
dalla cucina) Mi sa che di quei carciofi
n'è rimasto molto poco.
Severo - In
che senso?
Anacleto - Non
lo so, sarà la qualità ma a forza di tirar via le foglie più dure sono
diventati dei carciofini come quelli sottolio! Eeeh, non ci sono più i carciofi
d'una volta!
Severo - E
così...?
Anacleto - Niente,
mangeranno più fischioni. Per quello che pagano… quando pagano!
Severo - Qui
ti do ragione, alla fine del mese non riusciamo mai a cavare un ragno da un buco.
Anacleto - Soltanto
gli scarafaggi.
Severo - Certo
che quando c'era mio padre era tutto diverso, eh?
Anacleto - Già.
Severo - Erano
altri tempi, la gente si accontentava di poco, avevano meno fisime e facevamo meno
storie.
Anacleto - Già.
Severo - Si
fermavano i villeggianti, i commessi viaggiatori, tanta gente che ti faceva
sentire come in una grande famiglia.
Anacleto - Già.
Severo - Non
c'era ancora mia moglie…
Anacleto - Già.
Severo - Già.
(Ricorda) La pensione si chiamava:
"Locanda Odorosa" per via di quei begli alberi d’acacia che la circondavano.
Bei tempi!
Anacleto - Già.
Severo - (S'infervora) Il fatto è che noi siamo
messi in una posizione disgraziata! Dovevamo trovare un posto verso il mare, col
giardino davanti e la piscina dietro! allora sì! Non qui: tra case pericolanti,
strade scalcinate e la ZTL!
Anacleto - Come?
Severo - La
ZTL: la zona a traffico limitato! come te! Poi fosse solo il traffico! Il centro
storico è morto! Non si sente più pulsare la vita! Il cuore… (Gli avviene un brusco e repentino
abbassamento di voce) Il cuore…
Anacleto - (Allarmato) Cos’è, un infarto?
Severo - (Con voce rauca) Il cuore della città! Porca
vacca m'è andata via la voce!
Anacleto - Meglio
così, di solito, qui, vanno via i clienti!
Severo - (C.s. e in seguito) Cosa m'avrà preso?
Anacleto - È
per sbraitare troppo.
Severo - Certo
che a te non andrà via mai, la voce. (Fa
delle prove di voce) Ma cosa mi sarà successo? Adesso come faccio?
Anacleto - Starai
un po’ zitto.
Severo - (Tenta di chiamare sua moglie che però non lo
sente) Modesta! Modesta! (Tra sé)
Ma guarda te…!
Riziero - (Entrando
dalla comune) Mi dà la chiave, per favore.
Severo - (Porgendogliela) Prego.
Riziero - (Sottovoce come Severo) C'è qualcuno che
dorme?
Severo - No.
Riziero - (Accennando lievemente e furtivamente con la
testa verso Anacleto. Sempre sottovoce) Non vuole che lui senta quel che diciamo?
Severo - No,
è che m'è andata via la voce.
Riziero - (Riprendendo a parlare normalmente) Ah, ecco!
Severo - Allora?
cosa mi dice?
Riziero - Di
fare i gargarismi.
Severo - No,
volevo dire: cosa mi dice della situazione con sua moglie? Ci sono novità?
Riziero - (Prima sottovoce, poi, realizzando, riprende
a parlare a voce normale) Ancora non l’ho potuta sentire; sta lavorando, poi
non so nemmeno se telefonarle io o aspettare che mi telefoni lei.
Severo - Io
aspetterei che telefoni lei.
Riziero - E
se poi lei non telefona?
Severo - Eeeh,
se non telefona vuol dire che è della stessa razzaccia di mia moglie, allora è meglio
che rimanga dov’è!
Riziero - Dice?
Severo - (Accenna autorevolmente di sì con la testa).
Anacleto - Certamente.
Riziero - (Rivolto ad Anacleto) Dice?
Anacleto - Io
non mi sono mai sposato apposta!
Severo - Anche
perché chi t’avrebbe preso?
Anacleto - (Andandosene
verso la cucina) Mm. (Contemporaneamente
Riziero esce verso le camere).
Severo - (Verso Anacleto
che sta uscendo) E chiedi a mia moglie se il pranzo è pronto, che non
mi sente! (Seguendo Riziero che sta uscendo) Signor Riziero! fra poco si
mangia, eh!
La scena resta vuota - stacco musicale - è passato un giorno. È di
nuovo mattino. Entra l’avvocato Giulia
Archivi con una valigia, si dirige alla reception e suona il campanello al
quale non risponde nessuno, lo suona allora una seconda volta.
Modesta - (Entra)
Bongiorno signora, desidera?
Archivi - Questa
è una pensione?
Modesta - Sì,
Modesta.
Archivi - (Si guarda attorno) Questo lo vedo.
Modesta - Intendo
dire che si chiama “Modesta”, come me.
Archivi - Ah,
sì, certo, certo! Vorrei una camera.
Modesta - È
fortunata, signora, ce n’è rimasta solo una perché siamo tanto pieni che trabocchiamo!
Archivi - Sono
contenta per lei, signora Modesta.
Modesta - Mi
scusi per la mia tenuta in parannanza ma il portiere, che sarebbe mio marito, quando
c’è bisogno sparisce sempre dalla circonvallazione.
Archivi - La
capisco benissimo, signora; non starebbe bene a me dirlo, perché sono avvocato
ma detto fra noi… gli uomini bisognerebbe ammazzarli tutti!
Modesta - Ooh!
parole sante! parole sante! Lei deve essere un avvocato coi fiocchi!
Archivi - (Consegnando un proprio documento a Modesta)
La ringrazio.
Modesta - (Legge) Avvocato Giulia Archivi.
Archivi - Precisamente,
ho lavorato cinque anni presso il Foro di Bologna ed ora son tornata a Pesaro
dove acquisterò casa ma nel frattempo…
Modesta - Capisco,
capisco, star sempre nello stesso buco…!
Archivi - Che
buco?
Modesta - Eh,
quello lì di Bologna, il foro!
Archivi - (Ride) Ah! Il buco… capisco! capisco! Lei
mi è simpatica, sa? se avesse qualche problema, soprattutto di carattere
famigliare, mi consulti pure. (Le
consegna un biglietto da visita)
Modesta - La
ringrazio, me ne ricorderò! Venga con me che le faccio vedere la camera che è
composta da un ingressino, camera da letto, un salottino e il bagno. Praticamente
una sciut!
Archivi - Una
suite.
Modesta - (Uscendo
con Archivi verso le camere)
Sì, quella. (Grida) Cleto! Porta la
valigia nella sciut!
Anacleto - (Entra, prende la valigia e la porta su parlando
tra sé) Portiamo ‘sta valigia nella sciut.
Severo - (Entra
dalla comune tentando di gridare
ma con voce ancora più rauca) Modesta! Anacleto!! (Nessuno risponde) Non mi sente nessuno?? (Afferra il campanello e lo scuote più volte con violenza).
Anacleto - (Entrando
dalle camere) Il signore ha scampanellato?
Severo - Ormai
ho suonato tutta una sinfonia! spiritosone! Stammi a sentire: dovresti fare un
salto in pescheria a vedere se trovi due canocchie.
Anacleto - Per
cosa fare?
Severo - Indovina
un po'? si potrebbe metterle penzoloni qui nell’ingresso come portafortuna... Imbecille!
Anacleto - Mm,
e per primo, la signora Modesta, cosa fa?
Severo - Per
primo romperà le scatole a me.
Anacleto - Volevo
dire: da mangiare.
Severo - Il
risotto con le vongole che ho preso io.
Anacleto - Ah,
quelle che son sempre piene di sabbia!
Severo - Non
è vero per niente che hanno la sabbia! Trovassi tutte canocchie inferocite e che
ti saltassero addosso!
Anacleto - (Uscendo
per la comune) Ah, è arrivato un cliente nuovo, è un avvocato e Modesta
l’ha messo nella… “sciut”.
Severo - (Cercando sotto il banco della reception)
Chissà se c’è un pacchetto di caramelle da qualche parte. (Chiama) Modesta!! Modesta! (Nessuno
risponde) Niente di niente!
Archivi – (Entra)
Buongiorno.
Severo - Buongiorno!
Lei è…
Archivi – Avvocato
Archivi. (Gli consegna un biglietto da
visita)
Severo - Ah,
sì! ha trovato la sciut di suo gradimento?
Archivi – Bè,
è un po’ umida ma mi accontenterò. (Si
siede a sfogliare una rivista)
Riziero - (Si
affaccia dalle camere) Buongiorno, mi ha cercato qualcuno?
Severo - (Curioso) No, allora? cos’ha intenzione
di fare?
Riziero - (Deluso) Non lo so nemmeno io.
Severo - Le
devo telefonare io?!
Riziero - Con
quella voce? la prenderà per un pervertito!
Severo - Le
dirò che m’è andata via! è la verità!
Riziero - Poi
cosa le dirà?
Severo - Boh,
che sono un suo amico e che le telefono io perché lei non ha il coraggio.
Riziero - Ah,
sì, mi fa fare una bella figura!
Severo - Potrei
dirle che lei non ha il coraggio perché… ma, mi scusi, non potrei sapere cosa è
successo tra lei e sua moglie?? Perché, se devo darle una mano dovrò conoscere
la situazione, no? Poi qui c’è anche un avvocato, potrebbe dargli qualche
consiglio.
Archivi - (A Riziero) Buongiorno, avvocato Archivi,
se ha bisogno di una consulenza matrimoniale si rivolga pure a me. (Gli consegna un biglietto da visita)
Riziero - Speriamo
di no. Il fatto è che…
Severo - Sì?
Riziero - Il
fatto è che avevo promesso a mia moglie di portarla a ballare, ma poi mi sono
scordato e ho fissato una partita di calcetto.
Archivi - Tipico
atteggiamento maschile.
Riziero - Il
bello è che me la sono trovata vestita e truccata di tutto punto col vestito da
ballo, le scarpe con i brillantini… gli “stress” e tutti gli annessi e
connessi!
Archivi - E
lei cos’ha fatto? l’ha portata a ballare!
Riziero - Vorrà
scherzare! sono andato alla partita!
Archivi - (Tornando a sfogliare il giornale) Andiamo
bene…
Severo - Ha
fatto bene! (Sentenzia) L’uomo ha
bisogno di calcio e le mogli di zampate!
Archivi - (Amaramente ironica) Bel pensiero! (A Riziero)
E poi?
Riziero - Poi
niente: quando sono tornato a casa ho trovato un biglietto dove c’era scritto che
era andata da sua madre. Non immagina che senso di vuoto ho avuto per tutta la
notte!
Severo - Brutto,
eh?
Riziero - Brutto??
fa proprio schifo andare a letto senza cena!
Severo - Le
do ragione! Allora cosa faccio? le telefono?
Riziero - Ancora
è meglio di no, grazie. Voglio vedere fin dove è capace di arrivare!
Archivi - Comunque
per qualsiasi evenienza può venire da me insieme a sua moglie e in qualche
maniera accomoderemo tutto. (Gli consegna
un biglietto da visita)
Riziero - Grazie
l’ho già avuto. Buongiorno. (Esce verso la comune)
Archivi - (Alzandosi) Bene, torno di sopra a
sistemare le mie cose.
Guarito - (Entra
dalla comune e incrocia Archivi alla
quale porge la mano) Buongiorno, Dottor Guarito.
Archivi - Buongiorno
a lei, avvocato Archivi. (Esce verso le camere)
Severo - Proprio
lei, signor dottore.
Guarito - Cosa
c'è?
Severo - Sa
che m’è andata via la voce?
Guarito - Oh
perbacco.
Severo - Già.
Guarito - Mi
faccia un po' vedere. (Gli si avvicina)
Apra la bocca.
Severo - (A bocca aperta) Così?
Guarito - (Esaminandogli la gola) Dica: "Aaaaa".
Severo - Aaaaaaa
Guarito - (Continuando ad esaminarla) Mmm…
Severo - Mmm.
Guarito - No,
lei deve fare “Aaaaa”.
Severo - Ma
poi lei ha fatto: “Mmmm”
Guarito - Eh,
lei devi fare “Aaaaa” e io faccio “Mmmm”.
Severo - Bello!
e se arriva mia moglie cosa fa?
Guarito - (Guardandogli in bocca) Eh, bè, bè, bè….
Severo - Ah,
ecco, mia moglie fa “bè”
Guarito - No,
“bè” lo faccio io.
Severo - Ma
lei faceva “Mmmm”?
Guarito - Quando
lei fa “Aaaaa” io prima faccio “Mmmm” e poi “bè, bè, bè”... ma veniamo a noi:
in questa gola qualcosa c’è, in effetti.
Severo - (Sempre a bocca aperta) In che senso?
Guarito - Oh,
niente di grave, solo una lieve laringite. Le prescrivo un collutorio con cui
dovrà fare degli sciacqui e la voce le tornerà come prima. (Scrive la ricetta).
Severo - Grazie,
dottore.
Guarito - Per
carità, dovere. Cosa abbiamo da mangiare, oggi? eh? cosa abbiamo da mangiare? cosa
abbiamo?
Severo - Oggi
abbiamo risotto con vongole, e per di dietro: canocchie alla Modesta.
Guarito - Oh,
bene! “Canocchie alla Modesta”... e come sarebbero?
Severo - A
la Modesta? così come vengono, però ammazzate col tocco, perché mia moglie le prende
vive, poi, con la grazia che si ritrova, le basta dare un colpetto e le canocchie
rimangono dure, stecchite, quasi incredule... perplesse! Tant'è vero che quando
le mangerà, ci faccia caso, avranno ancora lo sguardo meravigliato! Queste sono
le canocchie alla Modesta! Oddio m'è andata via ancora di più la voce!
Guarito - (Andandosene
verso le camere) Si faccia quegli sciacqui.
Severo - (Tra sé) Ma ci sarà da fidarsi di un dottore
che ti prescrive i gargarismi?
Modesta - (Entrando)
Il lavaggio del cervello dovresti fare, te, con l'acido muriatico! così ti passano
tutte le fisime.
Severo - Invece
di dire le cretinate dimmi un po': hai scongelato le vongole?
Modesta - Sì,
sono in via di rianimazione. Te, invece?
Severo - Io
sono messo male, la voce mi peggiora.
Modesta - Deo
Grazia! mi sembra un sogno non sentirti più ululare, dalla cucina!
Severo - Ti
scoppiassero tutte le tue pentole a pressione! (Uscendo verso la comune)
Ah, ho dato il benvenuto alla nuova cliente.
Modesta - (Gli grida dietro) Ti do io il benvenuto!
fra un po’ ti do il benservito!
Anacleto - (Entra con il cartoccio delle canocchie
tempestandolo di pugni) Assassine! non c'è verso di farle star buone!
Modesta - Trattale
bene che si scombussolano!
Anacleto - Sì
ma mi scappano da tutte le parti da quanto sono inviperite! Una l’ho dovuta
seguire fin davanti al Duomo!
Modesta - Si
vede che erano fresche.
Anacleto - Ah,
sicuramente!
Archivi - (Entra
dalle camere) Signora Modesta, ho conosciuto quell’energumeno di suo
marito.
Modesta - Eh
sì, è un “ergonomico” ma stia tranquilla, è innocuo, anche se crede di essere
il padrone del vapore!
Archivi - Dia
retta a me, signora, non si lasci mettere sotto i piedi perché dopo è difficile
scrollarseli di dosso!
Anacleto - (Uscendo)
Andiamo bene…!
Modesta - Ah
ma io non gliene faccio passare una liscia! è solo difficile farlo star zitto!
Archivi - Si
faccia sentire lei, invece, forte e chiaro! e in caso si affidi a me! (Le consegna un biglietto da visita)
Modesta - Grazie
ma l’ho già avuto. Certo che lei ne avrà visti parecchi di mariti scalcinati!
Archivi - A
bizzeffe, signora Modesta, e se potessi… riempirei le galere, con gente così! (Torna
verso le camere)
Modesta - (Uscendo
verso la cucina) Per fortuna ci sono anche donne così!
Severo - (Entra guardando l'orologio) Che or'è? come mai
la signorina Stella stamattina non scende? (Canta
tra sé per provare le condizioni della voce) "Questa piccolissima
serenata / Con un fil di voce si può cantar / Ogni innamorato all'innamorata/La
sussurrerà….." Eh, con 'sta voce, giusto i sussurri, più in là non vado.
Stella - (Entra proveniente dalle camere zoppicando
visibilmente. Con aria afflitta) Buongiorno.
Severo - Buongiorno,
signorina Stella… cos’ha fatto??
Stella - Ieri
sera mi sono slogata una caviglia, mi fa una gran male, mi si è gonfiata e non
riesco più a camminare, figuriamoci a danzare!
Severo - Oh,
poveri noi!!! Si sieda qui e riposi la caviglia. (Le porge una sedia ponendone un'altra davanti per farle allungare la
gamba ed appoggiare il piede malato. Stella accetta) Ecco, così. (Prende un'altra sedia, si siede vicino a lei
e le accarezza la caviglia) E adesso? come farà col suo lavoro?
Stella - Non
lo so, è proprio un guaio. Ma a lei è andata via la voce?
Severo - Sì,
‘sta pensione sta diventando un ospedale! Il dottore c'è già, invece delle camere
metteremo i reparti! Lei andrà in ortopedia, io a otorinogaringo…raging….
rolinga… nel reparto della gola. Per Anacleto proponiamo il ricovero coatto…
Stella - (Sorridendo) E sua moglie?
Severo - L’ammazzo!
A proposito… (Si avvia verso le camere).
Stella - Ma
dove va? la vuole uccidere davvero??
Severo - Ancora
no, vado a chiamare il dottor Guarito perché voglio che la veda. (Affacciandosi alla porta, chiama sforzando
la voce) Dottore… Dottor Guarito… Può scendere un momento, per piacere?… Sì,
grazie. (Torna vicino a Stella) Adesso
la vedrà il dottore, stia tranquilla, con un gargarismo le farà passare tutto.
Stella - Un
gargarismo? ma io ho una caviglia slogata!
Severo - Lo
so, ma lui è fissato coi gargarismi! e poi, vuole saperne più del dottore? Anche
ad Anacleto gli ha detto di fare i gargarismi, per via della tosse… solo che lui
li fa col vino, e poi lo manda giù.
Guarito - (Entrando)
Cosa è successo?
Severo - Mi
scusi, signor dottore, ma c'è qui la signorina Stella che s'è storta una
caviglia e, capirà, fa la ballerina e per lei è una faccenda seria! Fosse capitato
a mia moglie, pazienza… ma proprio alla signorina Stella!
Guarito - (Chinandosi sulla caviglia di Stella)
Vediamo un po'… (Gliela muove leggermente
con le mani facendo sussultare Stella per il dolore) Mmm…
Severo - Aaaaaaa!
Guarito - (A Severo) Cosa fa?
Severo - Eh,
come prima: lei fa “Mmmm” e io faccio “Aaaaaa”. La signorina Stella cosa deve fare?
Guarito - No,
no, questo è tutto un altro caso.
Severo - Capisco.
Cosa dice, signor dottore? andrà bene un gargarismo?
Guarito - Per
una cosa del genere oserei pensare ad una cura diversa.
Severo - Meno
male. (A Stella) Sente, signorina, come
progredisce in fretta la scienza medica?
Guarito - Proporrei
una pomata che ora le prescrivo e, mi raccomando, dovrà stare per qualche
giorno in assoluto riposo, va bene? (Scrive
la ricetta e gliela porge).
Stella - Grazie
mille, dottore.
Guarito - Ma
per carità, signorina; è un piacere curare una bella artista come lei! Così
leggiadra, eterea, aggraziata, una deliziosa tersicorea che gareggia per
leggerezza con le farfalle che svolazzano…
Severo - (Interrompendolo) Grazie, sor dottore, la
chiamerò quando è pronto da mangiare.
Guarito - Ah
sì sì, bene, bene, grazie.
Severo - Sa
che la voce m'è andata via quasi del tutto?
Guarito - Che
voce?
Severo - La
voce mia! non ricorda che avevo avuto un abbassamento?
Guarito - Ah,
sì, come no! Mi raccomando gli sciacqui. (Andandosene) Buongiorno signorina
Stella.
Stella - Buongiorno
e grazie di nuovo.
Severo - Ha
sentito? per lei: pomata e riposo, per me gli sciacqui.
Stella - La
ringrazio tanto, signor Severo, (Alzandosi)
ora però mi conviene salire in camera e sdraiarmi sul letto.
Severo - Giusto,
giusto; le farò portare il pranzo in camera da Anacl… No, no, è meglio di no. Glielo
porterò io personalmente.
Stella - (Andandosene
zoppicando) Non so davvero come ringraziarla
Severo - Eh,
faremo, faremo... (Tenta di chiamare la
moglie) Modesta!… Niente! (Afferra il
campanello e lo agita furiosamente).
Modesta - (Entrando)
Lo scalmanato ha voglia di discorrere?
Severo - Il
pranzo per la signorina Stella tocca prepararlo a parte perché glielo devo
portare su in camera.
Modesta - (Sospettosa) E che novità è, questa?
Severo - S'è
storta una caviglia e non può muoversi dal letto!
Modesta - Ma
guarda te che impiccio! e te ti sei offerto subito!
Severo - È
chiaro! sono un albergatore o no? dovrò servire i miei clienti!
Modesta - E
com’è che quando mi si era infiammato il nervo della sciatica che non potevo muovermi
non mi hai portato nemmeno un caffè a letto?!
Severo - Ma
te non sei mica una cliente! sei mia moglie!
Modesta - Oh
brutto... (S'imbestialisce) Ma io chiedo
il divorzio per davvero! anzi no! prima ti do col matterello nei denti e poi domando
il divorzio!
Severo - Oh!
ma cosa ti prende??
Anacleto - (Entra e si mette placidamente in posa da
spettatore per osservare la scena).
Modesta - Cosa
mi prende? e hai anche il coraggio di chiederlo?? Brutto ignorante, zotico, sporcaccione
che non sei altro! Ma chi m’ha fatto mettere con uno così???
Severo - Anacleto!
mia moglie è diventata matta!!…(Si ferma,
spaventato) Oddìo!
Modesta - Cos’hai
fatto adesso?
Severo - (Fa capire, indicando la gola, che non riesce
più ad emettere suoni).
Modesta - T'è
andata via la voce del tutto!! Oooooh! finalmente!!! Anacleto! vieni con me in
cucina a bere un bicchiere di vino buono, che c'è da festeggiare!!
Anacleto - (Scatta) Pronti!
Entrambi escono verso la cucina lasciando Severo da solo che
dopo aver assistito alla reazione della moglie e di Anacleto, allarga le
braccia sconsolato, quindi va verso il
campanello, sta per agitarlo ma poi ci ripensa, prende un foglio e vi
scrive qualcosa sopra. Prende il
campanello, se lo mette in tasca ed esce
per la comune.
Modesta - (Si affaccia alla porta della cucina per sincerarsi che non ci sia nessuno, quindi
va alla reception e telefona alla camera del dott. Guarito.) Dottor
Guarito? Sono Modesta, non mi farebbe il piacere di scendere un momento? (Ascolta) Sì, la ringrazio. (Compone un altro numero e chiama l’Avv.
Archivi) Avvocato Archivi, non mi farebbe il piacere di scendere un momento?...
sì, la ringrazio. (Chiude, s'accorge del
biglietto scritto da Severo e lo legge) "Vado in farmacia a comprare
un altro bottiglione di colluttorio. Mentre sono fuori non fare i danni"… Glieli
do io, i danni!
Guarito - (Entra dalle camere) Cosa c'è, di
così urgente, signora Modesta? cosa c’è? cosa c’è?
Archivi - (Entra dalle camere) Buongiorno,
ingegnere! (Gli riconsegna un biglietto da visita)
Guarito - (Lo
riprende) No, no, io sono un medico, architetto!
Archivi - Ah, sì, sì, certamente! io però sono
avvocato!
Guarito - Ah, sì, certamente!
Modesta - Vedo che vi siete già conosciuti.
Archivi - Sì, sì, abbiamo già avuto modo di fare
conoscenza.
Guarito - Sì, sì, certamente!
Modesta - Bene, vi ho chiamato perché avrei bisogno
d’una vostra opinione: un parere medico e un parere… “giudiritto”.
Archivi - Dica pure.
Guarito - Si confidi.
Modesta - Ecco: sor dottore, c’è una cosa che mi sta
qui (Indica la bocca dello stomaco) e
ce l’ho da qualche giorno.
Guarito - Non
digerisce bene?
Modesta - Mah,
ci sono tante cose che non mi vanno giù ma non è un fatto di digestione, io sto
bene, fisicamente; l'ho chiamata per mio marito.
Guarito - Ah!
è preoccupata per la sua caviglia?
Modesta - No,
guardi che la caviglia fa male alla signorina Stella.
Guarito - Ah,
sì, certo, è vero, chiaramente, sì, sì.
Archivi - (A Modesta) Mi dica come posso esserle
utile.
Modesta - Abbia
pazienza e stia a sentire a me. (Al
Dottore) A mio marito, sor dottore, gli manca la voce!
Guarito - Ah,
sì, sì, giusto, ed è preoccupata per l'afonìa, ma stia tranquilla, nel giro di
pochi giorni tornerà come prima.
Modesta - Non
è che sono preoccupata per l’”antifona” di mio marito; il fatto è che… avete
visto tutti e due che tipo è! Casinaro, ignorante, rustico, prepotente, ficcanaso…
Archivi - Come quasi tutti gli uomini, (Si rivolge a Guarito) esclusi i
presenti, naturalmente.
Guarito - Grazie!
Archivi - Prego!
Sa, ci sono sempre le eccezioni!
Guarito - Lei
mi lusinga davvero!
Archivi - Dico
solo la verità nient’altro che la verità.
Guarito - Lo
giuro!
Modesta - Posso
andare avanti?
Archivi - Ma
certo! dica pure.
Guarito - Continui,
continui.
Modesta - Ecco:
volevo dire che m'è venuto in mente… visto che ho avuto la fortuna che gli è
andata via la voce… se lei, ecco, se noi gli facessimo un scherzetto.
Archivi - Che
tipo di scherzetto?
Modesta - Non
so... (A Guarito) lei, come dottore, gli
potrebbe dire per esempio che ‘sta mancanza di voce dipende da una certa malattia
rara che non sapete nemmeno voi dottori da cosa dipende.
Guarito - Ma
così si spaventerebbe a morte!
Archivi - Poi
il dottor Medicato…
Guarito - Guarito,
avvocato.
Archivi - Certo,
certo! il dottor Guarito rischierebbe come minimo la radiazione dall’albo!
Modesta - È
per questo che ho chiamato tutti e due. (A
Guarito) Gli potrebbe dire che non è niente di grave però, per evitare delle
complicazioni da dover operare dovrà stare completamente zitto per almeno un mese
o due! Cosa c'è di male? lui si riposa e io respiro un po’!
Guarito - Hai
capito, la signora Modesta…!
Archivi - Sicché
lei vorrebbe coinvolgere il dottore in questo trucco per fare uno scherzetto a
suo marito!
Modesta - E
fargli prendere anche un mezzo spaghetto, nel senso buono; in modo che rifletta
anche un po’ e diventasse meno prepotente.
Guarito - Lei,
signora, mi sta chiedendo troppo; io, come medico, non posso mica essere
coinvolto in una cosa simile! (Ad Archivi)
Che ne dice, avvocato?
Archivi - Il
dottore ha ragione; sarebbe una complicità in
delicto!
Guarito - No,
no… mi dispiace ma non posso partecipare ad un’azione simile!
Modesta - (Sottovoce) Si ricorda, sor dottore, di
quella volta che m'aveva confidato che al sindaco gli aveva dato delle supposte
sbagliate e invece di andargli via la tosse gli era venuta la sciolta per una
settimana? Io mica ho detto niente a nessuno! nemmeno all'assessore quando ha traslocato
ed è stato qualche giorno mio cliente!
Guarito - Capisco…
beh, potrei rifletterci su… (Ad Archivi)
lei, avvocato, cosa mi suggerisce?
Archivi - Certo
che… se il risultato non comportasse danni alla cosiddetta vittima…
Guarito - Beh,
potrei allora trovare un modo innocuo ma divertente per porre la cosa in atto,
sempre compatibilmente con la mia professione.
Archivi - Sempre
seguendo il codice deontologico.
Guarito - Certo,
certo… la deontologia!
Modesta - No,
non è un fatto di denti, gli è andata via la voce!
Guarito - Certo,
comunque se l’avvocato Schedari…
Archivi - Archivi,
dottore. (Gli riconsegna un biglietto da
visita)
Guarito - (Lo riprende) Certo, certo! se l’avvocato
Archivi mi garantisce…
Archivi - Lei,
dottore, saprà certamente come comportarsi.
Guarito - (A Modesta) Beh, vedrò allora quello che
posso fare. (Ad Archivi) Se me lo
consiglia lei…
Modesta - Grazie!
ma faccia presto, sor dottore. Non vorrei che gli tornasse la voce prima e andasse
tutto a monte.
Guarito - Stia
tranquilla, signora, ci penserò.
Modesta - La
ringrazio, sor dottore, farà un'opera di misericordia.
Guarito - (Ride) Arrivederci, signora Modesta. (Torna
in camera).
Modesta - (Ad Archivi) Grazie anche a lei per il suo
“consolamento” giuridico.
Archivi - Per
carità, se non ci si aiuta fra noi… (Esce per la comune)
Modesta - (Andandosene
in cucina) Adesso siamo nelle mani della scienza… speriamo bene!!
Sipario
Fine del primo atto
Secondo
Atto
Al riaprirsi del sipario è passato qualche giorno, Severo, che da questo momento si esprimerà soltanto a gesti, è
solo, dietro il banco della reception. Afferra la campanella e la agita per una
sola volta, bloccandola con l'altra mano. Qualche secondo dopo entra Anacleto.
Anacleto - (Entra e si ferma vicino alla porta. Si accorge
che Severo è depresso, non del suo solito umore e senza il suo solito
prepotente modo di fare) Cosa c'è? stai male?
Severo - (Allarga le braccia come per mostrare la sua
situazione ormai disperata).
Anacleto - Se
me lo vuoi dire me lo dici se no vado via.
Severo - (Fruga nelle tasche, ne estrae alcuni
foglietti e porge il primo ad Anacleto).
Anacleto - (Legge ad alta voce) "Ho parlato col
dottor Guarito che mi ha riguardato la gola e si è impressionato e mi ha detto
che ciò una malattia rarissima che loro chiamano: "tracoionite
complicata e perniciosa con infiammazione e avviluppamento delle corde vocali
tra di loro". E cosa vuol dire, ‘sta cosa?
Severo - (Gli porge un secondo biglietto).
Anacleto - (Legge) "Il dottore si è raccomandato
di stare del tutto zitto per un mese o forse anche di più, se no dovrò sicuramente
essere operato nella gola con un bisturi che i chirurgi dell'ospedale chiamano
"La grande mannaia"… Porca miseria! e per cosa lo adoperano, per
scannare i maiali?
Severo - (Ha uno sguardo tra il drammatico e il
supplichevole. Gli chiede con il dito di farsi più vicino, azione che Anacleto
esegue blandamente. A questo punto Severo gli fa cenno con la mano di fare
attenzione e di seguire i suoi gesti. Gli mostra la campanella e facendo finta
di agitarla una volta gli fa capire, alzando un dito per indicare il numero uno
poi indicando lui, che quando suonerà la campanella una volta significherà che
vorrà chiamare Anacleto, formando il numero due con le dita e successivamente
puntando il dito verso la porta della cucina intenderà che quando la suonerà
due volte vuole che venga sua moglie. Anacleto annuisce e dice:)
Anacleto - Ho
capito: con una suonata vengo io, con due suonate arriva Modesta.
Severo - (Annuisce).
Anacleto - E se la suoni tre volte?
Severo - (Alza
un piede e si guarda la scarpa)
Anacleto - M'arriva un calcio in culo, ho capito.
Severo - (Chiede
informazioni ad Anacleto sui suoi pensionanti: Con un gesto della mano
chiede dov'è la sig.na Stella che cerca di nominare mettendosi in una
"aggraziata" posa da danzatrice).
Anacleto - (Coinvolto
dalla situazione, gli risponde a gesti alzando una gamba per imitare chi sta
sdraiato con una gamba malata).
Severo - (Gli
fa il gesto per dire: "Ma cosa stai dicendo?").
Anacleto - Ah, scusa, volevo dire che la signorina
Stella è tutta lunga sopra il letto perché ha ancora la caviglia gonfia come un
melone. Il dottore, invece, deve tornare ancora dall’ospedale.
Severo - (Forma
il numero tre con le dita e con espressione interrogativa).
Anacleto - Il terzo pensionante? boh, sarà in camera
sua, a me cosa me ne frega!
Severo - (Con
un'espressione di disgusto e di rimprovero per il suo modo di rispondere, gli
chiede che cosa è previsto per il pranzo: - 1) gesto interrogativo con la mano, 2) poi con la mano verso la bocca come se stesse usando una
forchetta per mangiare qualcosa, 3)
quindi il gesto per indicare "oggi").
Anacleto - Oggi mi pare che da mangiare ci siano i passatelli
in brodo.
Severo - (Rotea
orizzontalmente il dito per dire: "e dopo?").
Anacleto - La carne.
Severo - (Gesto
interrogativo.Vuole sapere che tipo di carne sia, quindi mette la mano su di
una natica).
Anacleto - No, non fa la fettina.
Severo - (Mette
la mano sul torace).
Anacleto - Non fa nemmeno le costarelle.
Severo - (Mette
la mano nell'incavo del braccio).
Anacleto - Là ci andrai te!
Severo - (Nega
col capo, si ritocca il braccio e fa il segno "ok" con le dita).
Anacleto - Ah! l'osso buco? No.
Severo - (Mette
la mano sui lombi).
Anacleto - Sì, sì, fa la bistecca, e non ti sforzare
ancora, ti dico subito che la fa alla fiorentina.
Guarito - (Entra) Buongiorno! Tutto bene alla
Pensione Modesta??
Severo - (Gesto
sconsolato allargando le braccia).
Guarito - (A
Severo) Che cosa le è successo?
Severo - (Stupefatto,
gli indica la gola con sguardo allucinato).
Guarito - (Ricorda)
Ah, certo, certo! Bè, come le ho detto, deve stare molto attento e riguardato,
sa? (Dà un'occhiata veloce alla gola)
Malattia rarissima! si ricordi della "Grande Mannaia", la cura più
efficace è il silenzio assoluto e la costanza negli sciacqui!
Severo - (Pone
una mano orizzontalmente e la fa salire lentamente dalla gola alla bocca come
se stesse per annegare).
Anacleto - (Traduce
per il dottore) Sta dicendo che ormai s'affoga, a forza di gargarismi.
Guarito - (Uscendo verso le camere) Perseverare! Perseverare! in silenzio ma… perseverare!
Anacleto - (Ironicamente,
a Severo) Severo, devi perseverare!
Severo - (Con
la mano lo manda a quel paese mentre esce
verso le camere).
Anacleto - (Ad
alta voce) Se mi desidera, basta una scampanellata. (Esce per la comune).
Modesta - (Entra senza riuscire a mascherare la sua soddisfazione) Oooh! senti qui
che silenzio! Quasi quasi mi fa strano, abituata come sono a sentire i suoi ululati!
Archivi - (Entra dalle camere) Allora, è
riuscita nel suo intento?
Modesta - Sì, (Prendendo
la campanella della reception) adesso per chiamarmi adopererà questa, ma sai
quant’è meglio il suono gentile della campanella in confronto alla sua vociaccia.
(La scuote)
Anacleto - (Avendo
sentito il suono della campanella, entra)
Serve aiuto?
Modesta - No, non ho bisogno di niente.
Anacleto - (Uscendo) Avrò capito male.
Modesta - Comunque sono contenta che ‘sto fatto
l’abbia un po’rabbonito!
Archivi - Sì ma stia sempre attenta perché non c’è
mai da fidarsi e per ogni evenienza si affidi pure a me. (Le
consegna un biglietto da visita)
Modesta - L’ho già avuto, comunque la ringrazio, non
mancherò ma mi scusi se glielo dmando: ha avuto anche lei un’esperienza del
genere?
Archivi - Sì, e mi sono liberata di mio marito.
Modesta - L’ha ammazzato!
Archivi - (Ride)
Non mi conveniva! ho solo ottenuto il divorzio.
Modesta - Era un fetente come mio marito?
Archivi - Ah, è arrivato anche ad alzare le mani!
Modesta - Osteria! e lei come ha reagito?
Archivi - Con la difesa!
Modesta - Ah già, lei è un avvocato!
Archivi - Pensi che quel giorno mi avevano appena
regalato una bottiglia di champagne e io, per difendermi, l’ho presa e gliel’ho
tirata in testa.
Modesta - Insomma gli ha dato lo champagne nella
coppa!
Archivi - Precisamente; credo che noi due siamo un
po’ sulla stessa barca, mia cara Modesta.
Modesta - Direi proprio di sì.
Archivi - (Prendendola
sotto braccio) Vogliamo allora darci del tu? chiamami Giulia.
Modesta - (Avviandosi con lei verso la comune) Per
me va benissimo… Giulia
Archivi - Allora dammi retta: sbarazzatene anche
tu!
Modesta - Dici…?
Archivi - Ne sono convinta! e quando deciderai di
fare questo passo vieni da me e risolveremo tutto in quattro e quattr’otto. (Le
consegna un biglietto da visita)
Modesta - (Prendendolo
e uscendo con Archivi) Sarebbe
come cavare un dente!
Archivi - (Uscendo con Modesta) Sì, con la
radice e tutto!
Riziero - (Entra
dalle camere) C'è nessuno? signor Severo? signora Modesta? (Nota che non c'è nessuno e si avvicina alla
reception per usare il telefono) "Pronto. Armanda, sono io… Come chi? tuo
marito!! Andiamo bene! ancora non ti sei ripresa dalla mia lontananza! Volevo
dirti che… sì? sono in pensione… non in pensione in pensione, stupidina! Sono
in una pensione tipo albergo!… Sì, il pigiama ce l'ho… è quello con davanti la
faccia del grande Baggio. L'asciugamano invece c’era già, mezzo incotechito ma
c'è. … Eeeh! non ti dico il nome della pensione perché se no te poi, presa dal rimorso,
mi vieni a cercare!… Come, che rimorso!… No! io non devo vergognarmi di niente!
sei te che… (Tra sé) Ha chiuso, ‘sta stupida, non ha potuto
controbattere! Ah ma… ci rivedremo da Filippi.
Stella - (Entra zoppicando)
Riziero - Buongiorno,
signorina Stella.
Stella - Non
c’è nessuno?
Riziero - No,
sono spariti tutti. Come va la caviglia?
Stella - Ancora
mi fa male ed è un po’ gonfia.
Riziero - Si
faccia coraggio, signorina Stella, vedrà che potrà tornare presto a ballare!
Stella - Grazie,
lo spero tanto!
Riziero - Sa,
signorina Stella che lei non mi ricorda per niente mia moglie?
Stella - (Ridendo divertita) Si vede che non le
assomiglio!
Riziero - Per niente per niente. Mia moglie ha tutto quello che ha
lei, per carità, però messo in modo diverso.
Stella - In
che senso?
Riziero - Beh,
come posso dire… ha presente i quadri di Picasso?
Stella - Non
dica sciocchezze, Riziero!
Riziero - Poi
anche mia moglie balla ma lei, signorina Stella, è una étoile, mia moglie
invece è più piccola… è una étoilette! (Entra Severo) Oh, signor Severo, stavo
chiedendo alla signorina Stella come va la caviglia.
Severo - (Fa un gesto di ironico assenso col capo)
Stella - Stavo
cercando proprio lei, signor Severo, per chiederle il favore di mandare
Anacleto a comprarmi un tubetto di pomata per la mia caviglia.
Severo - (Estrae dalla tasca un confezione di pomata e
la porge a Stella).
Stella - Oh,
ma che pensiero gentile! Lei è proprio un angelo, signor Severo! Andrò subito a
mettermela. (Esce verso le camere).
Riziero - (Appena Stella è uscita si rivolge,
imbarazzato, a Severo) Prima ho approfittato del suo telefono per chiamare mia
moglie.
Severo - (Vinto dalla curiosità, fa un gesto
interrogativo per sapere notizie).
Riziero - Ma
non può parlare più per niente?
Severo - (Nega col capo quindi ripropone il gesto
interrogativo)
Riziero - Niente,
credo che sia ancora combattuta tra l'arrabbiatura e il dispiacere per la litigata.
Severo - (Indica Riziero con gesto interrogativo).
Riziero - Io?
cos’ho intenzione di fare?
Severo - (Annuisce).
Riziero - Non
lo so; è una situazione delicata! Non posso mica lasciare tutto a metà campionato!
Mi ritiro in camera mia. Dovesse telefonare mia moglie mi lasci un appunto, per
favore.
Severo - (Annuisce, quindi va verso la campanella e
la scuote due volte. Nessuno entra. La scuote altre due volte. Nessuno entra.
Si dirige allora verso la porta della cucina e scuote altre due volte la
campanella. Entra Modesta).
Modesta - Eravamo
d’accordo che con una scampanellata arriva Cleto e con due tocca a me, ma con
sei scampanellate chi deve venire? il sindaco con la banda e tutta la Giunta comunale?
Severo - (A gesti fa capire che
lui aveva suonato due volte ma che non era arrivato nessuno, quindi l’aveva
risuonata).
Modesta - Severo, te potrai anche fare i minuetti ma io non capisco un cavolo
di quello che vuoi dire!
Severo - (Agita una volta la
campanella ed entra Anacleto).
Anacleto - Per chi suona la campanella?
Severo - (Gli ripete, a gesti,
ciò che ha detto a Modesta).
Anacleto - (A Modesta) Severo vuol
dire che lui l’aveva suonata due volte ma te non rispondevi, così l’ha suonata altre
due volte.
Modesta - Ah, cavolo, qui ci tocca anche immaginare le intenzioni, del signor
conte! (A Severo) Cosa volevi?
Anacleto - Posso andare?
Modesta - No, rimani qui così mi fai da “intercapedine”.
Anacleto - Ti farò da interprete!
Modesta - Eh, quello. (A Severo)
Allora?
Severo - (Mette una mano sui
lombi, poi fa il gesto di darsi una coltellata).
Modesta - (Ad Anacleto) Ma che cavolo
fa?
Anacleto - Dice che la bistecca la vuole al sangue.
Modesta - (Ad Anacleto) Chiedigli
cosa vuole per contorno, sua grazia.
Anacleto - Guarda che glielo puoi domandare te! non è mica sordo!
Modesta - Ah, già!
Severo - (Fa il gesto di
mischiare l'insalata poi si asciuga gli occhi come se stesse piangendo).
Anacleto - (A Modesta) Vuole
l'insalata con la cipolla.
Severo - (Annuisce)
Modesta - Gradisce anche il dolce?
Severo - (Abbraccia Anacleto da
dietro sollevandolo).
Anacleto - (Dall’alto) Ha detto
che vuole un “tiramisù”.
Modesta - (Ad Anacleto) Bisognerebbe
dargliene un bidone, a lui, di “tiramisù”!
Anacleto - (A Severo) Ha detto
che…
Severo - (Invita Modesta ad
andare in cucina, poi compie il gesto di mescolare del cibo e di gustarlo con
soddisfazione).
Anacleto - Ti ha detto di andare in cucina a preparare quei deliziosi piatti
che sai fare solo te.
Modesta - Ha detto proprio così?
Anacleto - Certo; è vero, Severo?
Severo - (Annuisce solennemente).
Modesta - Mamma mia! sta’ a vedere che non avrò più la soddisfazione di mandarlo
a quel paese! (Si dirige verso la cucina
guardando Severo con soddisfazione e incredulità).
Anacleto - Adesso vado via anch’io perché mica posso fare l'interprete 24
ora su 24! (Si avvia verso la comune) Se hai bisogno... (Fa il gesto della scampanellata).
Severo - (Fa un gesto di
ringraziamento poi, rimasto solo, prende posto dietro il banco della reception).
Riziero - (Entrando) Notizie di mia moglie?
Severo - (Nega col capo).
Riziero - Già.
Severo - (Fa il gesto di
invitare Riziero a telefonarle).
Riziero - Sarà il caso? le ho telefonato poco fa!
Severo - (Annuisce benevolmente).
Riziero - (Si avvicina titubante
al telefono).
Severo - (Lo incoraggia).
Riziero - (Telefona) Pronto?
Armandina, sono io… Come chi? Riziero!!... Sì, sì… No, no… Dove devo andare? Ma
no… ma, Armandina, la volta prima avevamo perso e ci spettava la rivincita! Come
non ti frega niente?? Armand… (Rimane
attaccato alla cornetta, immobile).
Anacleto - (Entra e osserva Severo).
Severo - (Fa un gesto con la
mano a Riziero come per dire che l'ha fatta grossa).
Anacleto - (A Riziero) Ha detto
che l’hai fatta grossa!
Riziero - (Riprendendosi e
chiudendo il telefono) Ha chiuso dicendomi che mi merito il cartellino
rosso!
Severo - (Uscendo fa un gesto
sconsolato).
Anacleto - (Rivolto al pubblico, uscendo) Questo era un gesto
sconsolato.
La scena resta vuota. Stacco musicale. È passato
qualche giorno. Archivi entra dalla
comune e incrocia Guarito che scende
dalle camere.
Guarito – (Galante) Oh, buongiorno! Come mai di ritorno
così presto?
Archivi - (Dolorante ma vezzosa)
Perché ho un mal di testa che mi porta via! Mi ci vorrebbe tanto un dottore!
Guarito – Ma io sono un dottore,
mia cara ragioniera!
Archivi - (C.s.) Oh, che
stupida! comunque io sono avvocato! (Gli
riconsegna un biglietto da visita)
Guarito – (Riprendendolo, galante e allusivo) Oh, certo, certo! Il suo mal di testa è
dovuto sicuramente a un po’ di stress, salga in camera mia che vorrei
auscultarla.
Archivi - (Sdolcinata) E dopo
l’ausculto cosa mi… prescriverà?
Guarito – (C.s.)
Bè, se è una semplice emicrania potrei darle un analgesico come un leggero
paracetamolo accompagnato da una dolce metoclopramide, e se lo desidera potrei
farle assaporare anche dell’ibuprofene.
Archivi - (Sdolcinata ed allusiva)
E se non mi passa?
Guarito – (C.s.)
Bè, allora dovremmo passare a dei triptani che hanno sicuramente un
effetto… miracoloso!
Archivi - Posso fidarmi?
Guarito – Sono un medico!
Archivi - Ma lei non deve andare in ospedale?
Guarito – (Prendendola sottobraccio e portandola verso le camere) Ci
andrò, ci andrò…
Severo rientra, prende in mano la campanella poi ci ripensa, s'avvicina
alla porta della cucina e fa segno a Modesta di avvicinarsi. Entra Modesta.)
Severo - (Una volta entrata
Modesta, Severo 1) le fa cenno di
fare attenzione, 2) poi si tira gli
angoli degli occhi e muove i due indici verso l’alto per fare il cinese, 3) quindi fa il gesto di apprezzare una
cosa buona, 4) seguito da un altro
come per intendere: "dopo" e 5)
finisce formando un cerchio con l'indice e il pollice di entrambe le mani).
Modesta - (Molto perplessa) Anche
stavolta, Severo, mi dispiace, non ti capisco proprio, ma il finale del tuo
discorso non mi piace per niente.
Severo - (Nega con il capo, poi
prende la campanella e la agita una volta).
Anacleto - (Entrando) Pronti! (Guardando
Modesta) Avete bisogno dell'intrepido?
Modesta - Non fare tanto lo spiritoso! adesso ho imparato che si
dice "interparete", cretino!
Anacleto - Sì, adesso sono diventato un muro divisorio! Allora? avete
bisogno di me?
Modesta - Sì. (Indicando Severo)
Guarda un po' cosa combina con le mani.
Severo - (Ripete tutti i gesti
che aveva fatto a Modesta).
Modesta - È vero che il discorso va a finire male?!
Anacleto - Ma no! ha detto semplicemente che il risotto che hai fatto era buono
e che dopo deve andare da Romualdo a prendere quella forma di pecorino (Severo le rifà il gesto) che aveva ordinato.
Modesta - Aaah!! ma scusa, Cleto, che gesto ha fatto per dire
"Romualdo"?
Anacleto - Non l’ha mica fatto, sono io che so che deve andare a prenderla
da lui.
Modesta - Ma vai a quel paese! anche te!! E poi, chi sarebbe ‘sto
Romualdo?
Severo - (1)Unisce i due indici come per indicare una
coppia, poi, 2) con la mano, indica
l'altezza di un bambino, quindi 3)
fa il gesto di fumare 4) di nuovo il
gesto della coppia, 5) poi un gesto
per indicare il passato e di uno che la sa lunga, 6) finendo con il mimare uno che cuce e 7) uno che pesca).
Modesta - (Ad Anacleto) E te riesci
a capire quello che ha arzigogolato?
Anacleto - Certo! ha detto che Romualdo è il marito della figlia di quella che
vendeva le sigarette, che ha sposato quello che prima andava con quella ragaza che
faceva la sarta al porto.
Severo - (Fa il segno delle
corna).
Anacleto - E che adesso…
Modesta - Questa l’ho capita anch’io.
Guarito - (Entra dalle camere visibilmente
di buonumore) Buongiorno a tutti. Come va? come va?
Severo - (Gli fa il gesto di
avvicinarsi, quindi apre la bocca e indica la gola).
Guarito - Cos'è? Ah, sì! vuole che dia una guardatina alla gola? (Occhiata di intesa con Modesta, recepita
da Anacleto).
Severo - (Annuisce).
Modesta - Mi scusi, sor dottore, ma io torno in cucina. (Esce)
Guarito - Dunque, dunque, vediamo un po'. (Scruta la gola) Eh, sì, sì, è come temevo: qui si è annidato il
rarissimo virus "Strangolone epiglottis" che intacca ferocemente la
laringe e nella peggiore delle ipotesi può provocare la terribile
"Garganella vocalis con Gugullo pernicioso"!
Archivi - (Entra dalle camere. È
visibilmente di buonumore) Buongiorno a tutti!
Guarito - (Ad Archivi) Va
meglio ora?
Archivi - Molto meglio, grazie Luigi; quel paracetamolo mi ha rimesso
al mondo! (Esce per la comune)
Severo - (Fa un cenno
interrogativamente drammatico).
Guarito - (A Severo) Riguardo
a lei… la malattia è stazionaria ma stia tranquillo, se seguirà il mio
consiglio fra qualche tempo tornerà tutto come prima e non avrà più nulla da
temere. Però, mi dia retta: si affidi a sua moglie e al suo bravo inserviente
perché sono convinto che lei ha bisogno del loro aiuto.
Severo - (Annuisce, rassegnato).
Guarito - E la signorina Stella? anche lei, se non sbaglio, aveva un
disturbo.
Severo - (Indica la caviglia).
Guarito - Gli fa male anche la caviglia?
Severo - (Indica le camere di
sopra per riferirsi a Stella).
Guarito - Ah, sì certo! è la signorina Stella che ha problemi alla
caviglia, come va? come va?
Severo - (Fa il gesto con la
mano per dire: "così così").
Guarito - (Uscendo verso le camere) Bene, bene, e mi raccomando: gli
sciacqui per lei e la pomatina per la signorina Stella.
Anacleto - Hai capito?
Severo - (Allarga le braccia).
Anacleto - Hai sentito cos’ha detto prima il dottore? Dagli retta,
abbi un po’ di grazia. Io sono d'accordo con te che Modesta è rozza, sciamannata e
grezza, ma anche te, cerca d’essere un po' più gentile nei suoi confronti! Ingentilisciti
un po'!
Severo - (Indica criticamente
Anacleto).
Anacleto - Non guardare me che ormai sono vecchio e scapolo, pensa a te che
hai due “modeste” sopra le spalle: una moglie e una pensione! Mica per niente ma
quando s’arrabbia con te, dopo se la prende anche con me anche se non c'entro niente!
Fammi ‘sta promessa, per piacere!
Severo - (Fa un gesto per dire:
"È difficile").
Anacleto - È difficile, lo so, ma ci devi provare perché te saprai fare coi
clienti ma loro, se vengono in una pensione a carattere famigliare vogliono
vedere una famiglia fatta bene, mica le scagnarate tra di noi!
Riziero - (Entra dalle camere) Ho deciso: le ritelefono (A Severo) Posso?
Severo - (Annuisce e si mette
vicino al telefono per ascoltare meglio).
Riziero - Scusate, potrei avere un po’ di privacy? in fondo è una
questione delicata.
Severo - (Fa il gesto di
acconsentire e si ritira malvolentieri insieme
ad Anacleto uscendo per la comune).
Riziero - (Telefona) Pronto,
Armandina, sono sempre io… Come chi?? Riziero!! Come va?... Sì, anche io. Volevo
dire che da adesso, a parte il lunedì che c’è il posticipo delle partite sposterò
il calcetto al martedì, va bene?... E no, il giorno dopo c’è il mercoledì di coppe!...
Armandina, il giovedì c’è la Coppa Italia!... Eh, il venerdì… e io quando faccio
gli allenamenti?... No! non dire queste cose! Allora facciamo così, stammi bene
a sentire: il sabato, se non c’è nessun anticipo di partita, andremo sempre a ballare!
va bene?... Sì, è una promessa solenne! te lo giuro su chi vuoi tu!... Su Baggio??
Va bene! su di lui!... Sì, ciao,
Armandina. A... a presto. (Chiude il
telefono)
Severo - (Fa capolino dalla
comune con un gesto interrogativo).
Riziero - Forse mi perdona.
Severo - (Altro gesto
interrogativo).
Riziero - Ha detto che sono da cartellino giallo... vorrà dire qualcosa,
no?
Severo - (Annuisce e gli fa un
gesto per infondergli coraggio)
(Mentre Riziero sta uscendo verso le camere s’imbatte in Stella che sta entrando)
Riziero – (Uscendo) Buongiorno, signorina Stella.
Stella - Buongiorno, signor Riziero. (Va a sedersi su di una sedia e si massaggia la caviglia. Rivolta a Severo)
Sono quasi guarita, lo sa?
Severo - (Annuisce. Si avvicina alle sue spalle e pone le sue
mani su di esse. Stella si volta sorridendogli. Iniziano le note di
"Eternally" di Charlie Chaplin).
Stella - Posso finalmente tornare a danzare.
Severo - (Le prende le mani, la
fa alzare dalla sedia e la lascia come si lascia una farfalla).
Stella - (Esce con grazia verso le camere lasciando Severo completamente coinvolto da
quell’atmosfera romantica. Le note sfumano).
Modesta - (Da fuori, spezzando
l’atmosfera) Severino!!! (Entra) Sentivo un silenzio…! (Con ironia) Ah, già, che sbadata! non
puoi parlare!
Severo - (Afferra e solleva la
sedia dov'era seduta Stella per tirargliela ma poi, ricordando le parole di
Anacleto, la ripone e le sorride forzatamente).
Modesta - (Continuando a sfotterlo)
Quasi quasi sento la nostalgia della tua voce argentina! (Imitandolo) "Modesta! Modesta!!! vieni qua, disgraziata!!!"
Allora ogni tanto mi faccio vedere io! hai bisogno di niente?
Severo - (Fa il gesto di tirare
la catena del vater).
Modesta - E per quello hai bisogno di me?
Severo - (Nega col capo).
Modesta - Ah, ci mancherebbe anche questo! Quando hai fatto vai a dare
una mano ad Anacleto che è in crisi con la porta d'ingresso che non si chiude.
Severo - (Annuisce ed esce per
la comune).
Modesta - (Si riaffaccia cautamente
guardando se c'è nessuno, quindi si dirige verso il telefono e chiama il Dott.
Guarito) Pronto, dottor Guarito. Sono io… come chi? Modesta, quella della
pensione! Sì, sì, può scendere un momento? Sì, grazie, l'aspetto qui.
Anacleto - (Entra dalla comune).
Modesta - E te cosa fai qui?
Anacleto - Mi manca un pezzo per accomodare la serratura.
Modesta - Allora vallo a prendere da Adrasto.
Anacleto - Sono venuto a prendere i soldi! (Prende dei soldi dal cassetto del banco della reception ed esce per la comune sotto lo sguardo di
Modesta).
Guarito - (Entrando dalle camere) Cosa è successo? c'è qualche problema?
Modesta - No, no, volevo solo sapere di mio marito.
Guarito - Sta male?
Modesta - Oh, Signore…! Dottor Guarito, non si ricorda di mio marito… dello
scherzetto…?
Guarito - Che scherzetto? ah, sì sì, come no! lo scherzetto!
Modesta - Mi levi una curiosità: ma lei, all’ospedale, si ricorda dei suoi
ammalati?
Guarito - Quali ammalati? Ah! intende sapere se ho presente le
condizioni dei miei pazienti? Ma certamente, mia cara signora! (Indicando la fronte) ce le ho tutte qui,
come radiografate!
Severo - (Entra senza che i due se
ne accorgano e si mette in un angolo ad ascoltarli).
Modesta - Ah, ecco, comunque veniamo a noi: Io, sor dottore, ero curiosa
di sapere cosa ha detto a mio marito, perché, in effetti, è un po' cambiato.
Guarito - In meglio o in peggio?
Modesta - In meglio!
Guarito - E
non è contenta? non è quello che voleva?
Modesta - Sì ma, vorrei tanto sapere cosa gli ha detto.
Guarito - Soltanto quello che lei
mi ha chiesto di dirgli, con qualche parolona mezzo scientifica e mezzo
maccheronica.
Modesta - Non ho capito cosa c’entrano i maccheroni ma l'effetto
è stato sorprendente!
Guarito - Beh, lei mi aveva chiesto di mettergli paura per farlo stare
zitto almeno per un mese e io, con le mie possibilità, l'ho messo in atto.
Modesta - Io non so come ringraziarla, sor dottore. Ha fatto più di quello
che gli avevo chiesto!
Severo - (Esce senza essere notato)
Guarito - Per carità, signora Modesta! questi sono scherzetti che noi,
in ospedale, facciamo quotidianamente!
Modesta - Pensa un po'!
Guarito - Pensi che l’altro giorno, a un mio paziente appena operato per
calcoli alla cistifellea ho detto che per guarire definitivamente doveva
ripassare tutte le tabelline! (Ride).
Modesta - E lui?
Guarito - Le ha ripassate tutte e poi io l’ho interrogato!
Modesta - E com’è andata a finire?
Guarito - (Andandosene verso le camere) Si è inceppato con quella del 9!
Ci facciamo delle risate!!! (Esce ridendo)
Modesta - Me lo immagino! (Tra sé)
Sarà una goduria essere ricoverati nel suo reparto! (Torna in cucina).
Severo - (Entra, si avvicina alla reception e vi lascia in
bella vista un biglietto, quindi esce per la comune scampanellando due
volte)
Modesta - (Entrando) Adesso cosa c'è? dove sei, Severo? stai giocando a
nascondino? (Vede che non c'è nessuno ma
nota il biglietto sul banco. Si avvicina) E questo cos’è? (Lo legge) “Cari tutti, dopo aver
rimuginato per molto tempo dentro di me sono arrivato ad una conclusione: ho
deciso che non spiccicherò mai più una parola in vita mia e che andrò al
risparmio anche nel farmi capire con i cenni. Se il destino ha voluto così: amen!
mi adeguerò al volere del fatto; e come disse il poeta: il resto è
silenzio. Firmato: Severo."… Oddio mama! gli ha dato di volta il cervello??
(Rileggendo il biglietto) "Mi
adeguerò al volere del fatto"… a che fatto si riferisce? che gli è
andata via la voce? Madonna mia, questo mi va a finire in depressione cronica
vita natural durante! Ossignore cosa ho fatto!
Severo - (Entra e si va mettere
dietro al banco della reception)
Modesta - Severo! cosa sarebbe questa novità? eh? ma cosa t'ha preso, dì?
Severo - (La guarda ma non
risponde nemmeno a gesti)
Modesta - Guarda che mi stai mettendo paura! (Chiama) Cleto! Vieni un po' qui!
Anacleto - (Entrando dalla comune) Pronti per la traduzione!
Modesta - (A Cleto) Severo non
parla più!
Anacleto - Beh, è una novità? cosa vuoi sapere?
Modesta - (Porgendogli il biglietto)
Non fa più nemmeno i cenni! è diventato come una verdura.
Anacleto - Si dice come un vegetale! (A
Severo) Oh, cosa t'ha preso? hai fatto un voto?
Severo - (C.s.)
Anacleto - (A Modesta) Ha detto
che non parla.
Modesta - L’avevo capito anch’io! Ossignore! come si deve fare adesso?
Anacleto - Chiama il dottore.
Modesta - (Si affaccia alla porta
che dà alle camere e grida) Dottor Guarito! Dottor Guarito! può scendere un
momento? (A Severo) Perché fai così? come
posso tirare avanti la pensione se te mi fai il muto dei portici?
Anacleto - Che portici?
Modesta - Saranno quelli del Corso!
Guarito - (Entra dalle camere) Chi sta male?
Modesta - Mio marito ha deciso di non parlare più!
Guarito - Come sarebbe a dire? per una caviglia storta?
Modesta - (Perdendo la pazienza)
Dottore!!! è la gola!!
Guarito - Ah sì, sì, certo! e perché mai?
Archivi - (Entra dalla comune e si avvicina al gruppo) Che cosa è successo?
Anacleto - (Porge il biglietto a
Guarito)
Guarito - (Lo legge e lo passa ad
Archivi) Leggi anche tu, Giulia.
Archivi - (Dopo aver letto)
Beh, più che una malattia potrei definirla una piccola vendetta, (A Severo) non è vero signor Severo?
Severo - (Non risponde)
Modesta - (Ad Archivi) Perché,
tu credi che lui…
Archivi - Ne sono quasi sicura.
Guarito - L’avvocato ha ragione, mi sembra chiaro come la luce del sole.
(A Severo) Mi lasci spiegare, signor
Severo, e spero che non me ne vorrà: tutta questa messa in scena non è stato
altro che un piccolo scherzo attuato da me e organizzato da sua moglie
solamente a fin di bene per entrambi, e mi creda: come medico le posso
garantire che questo periodo di silenzio ha sicuramente giovato alla sua gola e
come amico, se mi permette, credo che sia stato un messaggio che lei deve
assolutamente cogliere, perciò non se la prenda e lo accetti di buon grado.
Modesta - Severo, non hai capito perché l'ho fatto? perché vorrei che tra
noi ci fosse un po’ d'armonia, non quelle scagnarate, quegli urli, i musi
lunghi, le doppie facce tra me e i clienti… E cos'è?! io non sono perfetta, per
carità! ma se ‘sto sasso non lo tiravo io sarebbe rimasto tutto come prima! Io non
pretendo che te diventi Monsignor Della Casa e nemmeno io devo diventare la
regina d’Olanda! ma almeno una ridimensionata… con un po’ di buona volontà! dico
bene, Severo?
Archivi - (A Severo) Approfitti
dell’indulgenza di sua moglie se ha ancora un po’ di sale in zucca.
Anacleto - È vero: non conviene fare sempre il padrone del vapore perché sai,
può sempre capitare d'aver bisogno degli altri, credimi, Severo, è così. Dai,
parla!
Guarito - Faccia un piccolo sforzo vocale.
Modesta - Parla, Severo, fallo per me.
Archivi - Sia uomo almeno una volta!
Severo - (Con voce flebile)
Non… non… ce la faccio.
Guarito - Ah, ma è solo un fatto di abitudine, ora cerchi di
ricominciare parlando lentamente e sottovoce.
Anacleto - Sì, sì, comincia così, piano piano.
Archivi - Dica
qualcosa di facile.
Anacleto - Comincia dai numeri.
Guarito - (Ad Anacleto) Ottimo
suggerimento!
Anacleto - Vieni dietro me: (Lo aiuta
scandendo bene i numeri) Uno, due, tre… dai… Uno, due, tre…
Severo - (C.s. lentamente)… la Peppina fa il caffè…
Anacleto - Ecco, così… “fa il caffè con la cioccolata…”
Archivi - A cosa mi tocca assistere!
Guarito - Coraggio…
Severo - (Riacquistando sempre
più la voce) La Peppina s'è ammalata…
Modesta - Bravo, Severino! “S'è ammalata d'un gran dolore…”
Severo - (Ancora più forte)
Va a chiamare… (Si schiarisce più volte
la voce)
Guarito - … il signor dottore…
Severo - (Più forte, guardando
il dottore) Sor dottor delle ciabatte…
Guarito - Vede? vede che qualcosa riesce a dire?
Modesta - (A Severo) Lascia perdere
le ciabatte, ascolta me: (Avvicinandoglisi)
Severo…
Severo - Modesta…
Modesta - Io… ti chiedo perdono.
Anacleto - Ti chiede perdono…
Guarito - Le chiede perdono…
Archivi - Le chieda perdono anche lei.
Severo - … dono.
Archivi - Chiaro e forte!
Severo - Perdono. (Entrambi si
abbracciano)
Guarito - (Applaudendo) Bene,
benissimo! l'operazione si può dire conclusa e la frattura si è finalmente risanata!
Archivi - Pare che si sia tutto risolto.
Modesta - Ancora grazie, sor dottore, e anche a te, Giulia.
Archivi - Non c’è di che, e mi raccomando: appena ti sei decisa…
(Le consegna un biglietto da visita)
Modesta - Oh, grazie ma ora non c’è più bisogno!
Guarito - Bene, allora veniamo a cose più serie: cosa si mangia, di
buono, oggi? ho un appetito…!
Archivi - A chi lo dici!
Modesta - (Emozionata) Allora oggi
farò un pranzo da grandi occasioni! Prepararò una "Cianfrusaglia di
boconotti in brodo di cozze " inseguito da un " Potage di cetrioli
alla rustichella con trionfo di cicoria e crespigni". Farà seguito una
" Fantasia di scorfani in pozzanghera" e, per concludere, presenterò
una: "Alzata di pastarelle alla Modesta".
Archivi - Benissimo!
Guarito - Non vediamo l’ora di gustare le specialità della casa.
(Modesta esce verso la cucina con Severo sottobraccio)
Anacleto - (Uscendo anch’egli verso la cucina) Allora io vado ad
apparecchiare la tavola.
Guarito - (Ad Archivi, sottovoce)
Credi che dovremmo rendere partecipi anche Severo e Modesta di questo nostro…
rapporto?
Archivi - No, Luigi, aspettiamo ancora un po’, in fin dei conti ognuno
prende le proprie decisioni ma non conviene che… insomma si influenzino anche
quelle gli altri.
Guarito - Ti capisco benissimo, Giulia; non si sa mai…
Archivi - Vero, non si sa mai; andiamo a prepararci per il pranzo.
Guarito - Ottima idea. (Escono a braccetto verso le camere)
Riziero - (Entra dalla comune. È
felice. Ha un grossa busta con sé) Buongiorno a tutti! Allora: dopo mangiato
vado via! torno a casa da mia moglie!
Severo - (Entra dalla cucina) Sono contento che si sia sistemato tutto.
Riziero - Grazie! oh, le è tornata la voce?
Severo - Sì. (Indicando la
busta) E lì dentro cosa c’è?
Riziero - C’è un vestito da ballo per mia moglie! tutto pieno di brillantini
e lucciconi!
Severo - Allora la porterà a ballare!
Riziero - (Uscendo verso le camere) Ah, questo dipende dal calendario del campionato!
Anacleto - (Rientra dalla cucina) Hai visto com’è facile sistemare le cose?
Allora coraggio, Severo, diamoci da fare perché la pensione Modesta deve andare
avanti! con tanta gente che va, tanta gente che viene! e te, te sei al timone di
questo bastimento che deve andare sempre col vento in poppa!
Severo - (Preso dall'entusiasmo
di Anacleto si rimette impettito dietro il banco della reception.) Sì, hai ragione!
Issa subito le vele che si ricomincia con l'ospitalità e la signorilità che ci
distingue! Dico bene Cleto?
Anacleto - Certamente!
Severo - Allora dai, cosa stai lì impalato come uno stoccafisso? Va' ad
apparecchiare subito e prendi le tovaglie senza i buchi! Muoviti, zoticone! (Grida) Modesta!! Datti da fare con
quelle cazzarole che oggi si deve mangiare alla grande! hai capito?? (Ad alta voce per farsi sentire) Vuol fare
i pranzi di gala e poi si mette ai fornelli a mezzogiorno! poi per forza
vengono fuori i papocchi! Datti una smossa! disgraziata!
Anacleto - (Stupefatto, rimane
immobile guardando Severo, senza parole)
Modesta - (Sconcertata, compare
alla porta) Cosa è successo??
Anacleto - (Ha solo la forza di
allargare le braccia)
Modesta - E questo cos’è??
Anacleto - (A braccia aperte, uscendo) Un gesto sconsolato!
Modesta - (A Severo) Hai
ricominciato come al solito?? Allora non hai capito niente! Sono senza parole!
Severo - Si vede che ha preso anche a te, lo “strangolone
epiglottis”!
Modesta - E io che credevo… Severo: ma va’ a morire ammazzato!
Severo - Ma va’ a morire ammazzata te e i tuoi intrallazzi!
Modesta - Non c’è niente da fare: sei rimasto il solito disgraziato di
sempre!
Severo - Ha parlato la signora contessa!
Modesta - Che scoppiassi, boia!
Severo - Ma che scoppiassi te! e sta’ attenta che prima o poi ti
gonfio come un pallone! (Esce)
Modesta - Ah sì?? siamo arrivato ‘sto punto? benissimo! (Si affaccia verso le camere e chiama) Giulia!
puoi scendere un momento?
Archivi - (Entra) Cosa c’è ora?
Modesta - Mi sono decisa!
Archivi - Benissimo! hai fatto la scelta giusta! (Prendendola sottobraccio) allora
scriveremo così: Premesso che dopo un iniziale periodo di serenità famigliare, da ormai un
sacco di tempo i rapporti tra la ricorrente e il marito…
Modesta
- (Prosegue)… si sono sbrindellati per
insanabili scagnarate tali da rendere intollerabile la prolunga della
convivenza, la sottoscritta Modesta Pitroli chiede… (Escono entrambe verso la comune facendo sentire sempre più fievoli le seguenti
ultime parole)
Archivi - … che, previa fissazione
dell'udienza di comparizione dei coniugi dinanzi all'Ill.mo Presidente e previa
emanazione dei provvedimenti urgenti di legge…
Anacleto
- (Entra e attraversa la scena) Ho fatto bene io... (Esce)
Musica
Buio
SIPARIO
Oggetti
di scena primo e secondo atto
Un pannello con le chiavi delle varie stanze
Un campanello sempre sul banco della reception
Un registro da albergatore sempre sul banco della reception
Un telefono sempre sul banco della reception
Qualche penna e dei fogli da tenere sul banco.
Alcune riviste
Oggetti
personali primo atto
Riziero – borsone da viaggio – documento di identità
Stella – chiave della camera che rimette a posto alla
reception – un lettore CD.
Anacleto – grembiule da domestico – cartoccio con canocchie.
Severo – orologio da polso – penna o matita – foglietto che
scrive e che lascia sul
banco
della reception.
Guarito – borsa da medico, penna e ricettario.
Modesta – grembiule da cucina – mestolo di legno –
strofinaccio.
Archivi – Borsone da viaggio – documento di identità –
biglietti da visita.
Oggetti
personali secondo atto
Severo – penna o matita – due foglietti scritti – tubetto di
pomata – un foglietto che
lascia
sul banco della reception.
Stella – cavigliera.
Riziero – una grossa busta con l’abito della moglie.
Modesta – grembiule da cucina, mestolo di legno –
strofinaccio da cucina.
Archivi – biglietti da visita.
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