Rappresentata da
Accademia di Arti Drammatiche “Artedattore” al Teatro Agorà di Roma
Andiamo a teatro
(chi è 'sto Shakespeare?)
due quadri di Paolo Cappelloni
Personaggi
Oscar
Leda – sua
moglie
Giorgia – sua
figlia
Doriano –
amico e vicino di casa
Olide –
moglie di Doriano
Pier Ferdinando – amico di Giorgia
La scena si svolge in un normale soggiorno arredato a piacere della regia. C’è un’uscita a sinistra che dà all’esterno e una a destra che dà all’interno dell’appartamento.
All'aprirsi del sipario, la scena è vuota, dopo qualche istante entra Oscar che nota un sacchetto della spesa vuoto e lo scontrino del supermercato. Si sofferma a consultare il conto della spesa.
Primo Quadro
Oscar - La cipolla: 1 euro, le fave fresche: 2 euro... 2 euro per quattro fave? Mah..! Insalata: 1
euro e 50, il tonno: 3 e 70, il formaggio...
il formaggio: 4 e 50... 4 euro e 50 il formaggio?! Ma son diventati matti,
tutti quanti? Limoni Sorrento: 3 euro, shampoo alle erbe: 1 e 90... eh, infatti
è fatto con l'erba, non dovrebbe costare molto! Gli metteranno solo l’ortica.
Dopo per forza si vedono in giro certi cespugli…! Andiamo avanti. Lambrusco
amabile: 4 e 50... eh beh, però è Lambrusco... doc! Mi dici niente! Mollette
acciaio: 1 e 90... ma si potrà spendere 1 euro e 90 per delle mollette? Ci sono
tanto bene ancora quelle belle mollette di legno che costano tanto poco! No, si
devono andare a comprare le mollette d’acciaio! Lascia pure che tiri il vento…!
e cosa deve stendere, gli scafandri? Ombretto: 9 euro e 90... questa è Giorgia,
eh, l'ombretto...! Aspetta che ce n'è un altro... (Pronuncia come è scritto) Rimmel
eyeliner... eyeliner... boh! 12 e 50... Che poi son sempre quelle aggiunte di cinquanta
centesimi che fanno salire il conto! Oooh! Adesso voglio ridere… (Ad alta voce) Sfavillacasa a spruzzo: 90
centesimi! Vaterlindo: 2 e 50! Belbidè: 2 e 90! Come sarebbe? Costa più tener pulito
il bidè del vater? Ma come pensano che adoperiamo le cose? (Continua a leggere) Non-più-calcare: 2 e
40, bella-piastrella: 2 e 10, speriamo che non sia per una piastrella solo! E
questo cos’è? Prugne, 3 euro e 50! Quasi 4 euro di prugne! (Grida) Leda!!
Leda - (Entra) Cosa c'è, Oscar?
Oscar - Hai intenzione di far venire la diarrea
a tutto il condominio?
Leda - Perché?
Oscar - Come, perché? 3 euro e 50 di
prugne...!
Leda - Ma sai che io e Giorgia siamo
un po' stitiche!
Oscar - Alla faccia della stitichezza!
Dimmelo quando cominciate a mangiarle, che vado a passare un mese da mia sorella!
Leda - Sei il solito raffinato! Dovresti
invece compatirmi, perché tu non lo sai ma la stipsi…
Oscar - (La interrompe) La… cosa??
Leda - La stipsi, la costipazione! È
una sofferenza enorme!
Oscar - Sì, sì, lo immagino! Ma, tornando
a noi, la sofferenza più grossa (Sventolando
il conto) è questa! E gli sforzi… per arrivare alla fine del mese sono ancora
più dolorosi! Sessanta euro e settanta centesimi!! Per cosa, poi? Per mangiare
le fave col formaggio! Per andare al gabinetto che brillerà per poco perché comincerete
a mangiare le prugne… e per stare tranquilli se viene un tornado perché tanto abbiamo
le mollette d'acciaio!! Ma di’, sei diventata matta? Io, i soldi, non li vado
mica a rubare!
Leda - È inutile che t'arrabbi. Le cose
costano così. Se tu venissi a fare la spesa con me te ne accorgeresti e non
faresti ogni volta tutte 'ste scenate!
Oscar - Se
venissi a fare la spesa con te si comprerebbero solo le cose indispensabili!
Leda - Però ho notato che per il prezzo
del Lambrusco non hai battuto ciglio!
Oscar - Per forza! Quello è da bere! È un
prodotto di prima necessità!
Leda - Il prodotto da bere di prima
necessità è l'acqua, non il vino, poi anche i detersivi sono necessari, a meno
che tu non voglia andare in giro con la roba sporca come un miserabile!
Oscar - Sessanta euro e settanta
centesimi! È roba dell’altro mondo! Poi levami una curiosità: cos'è questo... (Ricontrolla lo scontrino e legge sempre come
è scritto) eyeliner?
Leda - Cosa?
Oscar - (C.s.) Rimmel eyeliner.
Leda - (Pronunciandolo correttamente) L'eyeliner! È il pennellino da dar sugli
occhi.
Oscar - E che gusto c'è darsi il pennello
sugli occhi?
Leda - È per fare la riga sopra gli
occhi! Ignorante al quadrato!
Oscar - Ah, pensavo che fosse una moda
masochista! A proposito, Giorgia dov’è?
Leda - È andata in centro, dovrebbe
tornare fra poco. È tutta la mattina che studia, poverina.
Oscar - (Ironico) Poverina…?! Ha fatto solo il suo dovere! Se vuol dare l'esame
della sessione estiva dovrà prepararsi!
Leda - Adesso non comincerai a
lamentarti anche di tua figlia! Le mancano solo quattro esami per finire
l'università!
Oscar - No, no, per carità! Anzi, credo
che mi farà strano avere una figlia larue… luare… lareu… (Ci rinuncia) una figlia dottoressa.
Leda - Ah, per questo dovrai abituarti
e adeguarti un po'.
Oscar - Adeguarmi in che senso?
Leda - (Con orgoglio) Be’, Giorgia sta già frequentando un certo ambiente,
fra poco anche i suoi amici saranno tutti laureati: chi medico, chi ingegnere...
e li porterà qui in casa! E tu non faresti certo una bella figura se li
accogliessi con il tuo solito modo di fare.
Oscar - Perché? Non sono mica un bifolco,
io! Se voglio so stare benissimo anche in società!
Leda - (Ironica) Sì, quella dei magnaccioni! Prima di tutto dovresti
cercare di parlare in maniera più elegante ed essere meno rozzo. Te lo
immagini? Giorgia ci porta in casa un neo avvocato che ti dice: "Piacere, sicché
lei è il padre di Giorgia?" e tu: "Sì, sono quello che manda avanti
la carretta, e tu chi sei? Da dove vieni? Quanto guadagni?"
Oscar - Beh, se è solo per questo... non avrei
alcun problema nell’adeguarmi ad una simile circostanza ed intrattenere
piacevolmente gli ospiti di mia figlia.
Leda - (Stupita) Accidenti, però…!
Oscar - Lo vedi? Se mi ci metto non mi ci
vuole niente!
Leda - Il problema è che non ti ci
metti.
Giorgia - (Entrando) Non si mangia, in
questa baracca?
Oscar - (Alla moglie) Oh! La senti, la futura la dottoressa, che espressione
raffinata ha usato per sapere se è pronta la cena?
Leda - (Alla figlia) Giorgia! Non potresti esprimerti in maniera più
conveniente?
Oscar - (Facendo ironicamente il verso alla moglie) Giorgia! Non potresti
esprimerti in maniera più conveniente?
Leda - (Al marito) Stupido!
Giorgia - Ma dai! Non c'è niente di
disdicevole nell'usare qualche espressione gergale, anzi, è segno di cultura conoscere
bene l'italiano senza dimenticare le nostre radici.
Oscar - Brava Giorgia! Si sente che hai
studiato sui libri!
Leda - (Al marito) Non come te che studi sempre come faticare il meno
possibile.
Oscar - Ma come ti permetti? se in Comune
mi spacco in quattro tutta la settimana, a far sempre su e giù per le scale!
Leda - Eh beh, certo che deve essere
una fatica immane fare continuamente ufficio bar, bar ufficio per tutta la
mattina! (A Giorgia) Studia, Giorgia,
se no farai la fine di tuo padre!
Giorgia - A proposito di cultura: sapete dove
andremo sabato prossimo?
Oscar - Andremo chi?
Giorgia - Noi tre!
Oscar - Dove andremo?
Giorgia - Tenetevi forte: andremo tutti quanti
a teatro!
Leda - A teatro??
Giorgia - Certo! Ascolta, babbo, un mio amico
che ha gli abbonamenti per un palco da tre posti deve andar via con i suoi
genitori quindi per il prossimo spettacolo li presterà a me.
Leda - È stato gentile, ma non vuoi
andarci con i tuoi amici?
Giorgia - Quasi tutti hanno l'abbonamento, è
per questo che li ho avuti io.
Leda - Be’, è una cosa bellissima! Io
non ci sono mai nemmeno entrata, a teatro! Tu cosa ne dici, Oscar?
Oscar - A dir la verità non ho capito
tanto bene cosa dovrei fare.
Leda - Tua figlia ci porta a teatro!
Zuccone!
Oscar - A teatro? E io cosa dovrei fare?
Giorgia - Dovrai stare a guardare gli attori
che recitano, babbo!
Oscar - (Sollevato) Ah! Per un momento ho avuto paura di dover andare a fare
il cretino sul palcoscenico!
Leda - Oscar: "Fare il cretino sul
palcoscenico" in italiano si dice: "recitare".
Oscar - Eh, volevo dire quello. Comunque ti
ringrazio, Giorgia, ma il teatro non fa per me. Andate pure voi.
Giorgia - Ma come, babbo! Abbiamo tre bei
posti in un palco, perché dovremmo andare in due?
Leda - Perché tuo padre è il solito buzzurro
che non apprezza il contatto con la cultura nemmeno vista da lontano.
Oscar - E poi perché dovremmo stare sopra
delle impalcature come i muratori?
Giorgia - Non sono impalcature, babbo! Sono
dei palchetti, una specie di balconcino da cui guardare comodamente lo
spettacolo.
Leda - È inutile che spieghi certe cose
a quel testone, l'ultima volta che mi ha portata da qualche parte è stato per
andare a vedere Ben Hur!
Oscar - Io non ho mai messo piede in un teatro,
figuriamoci se comincio adesso andando sopra un palchetto come i piccioni! Poi
cosa farebbero, in questo teatro?
Leda - Già, Giorgia, che cosa danno?
Giorgia - È un lavoro di Shakespeare.
Oscar - Di chi??
Giorgia - Di William Shakespeare!
Oscar - E di dov’è?
Giorgia - È inglese, perché?
Oscar - Allora cosa ci andiamo a fare? Io
in inglese conosco solo la parola “bon jour”!
Leda - Quello è francese! tarpano! (A Giorgia) Lascia perdere Giorgia, tanto
con tuo padre non c’è niente da fare.
Giorgia - Babbo, Shakespeare ha scritto in
inglese ma poi il testo è stato tradotto in tante altre lingue del mondo!
Leda - E qui da noi parlano in
italiano!
Oscar - Ah, e di cosa si tratta?
Giorgia - È una tragedia.
Oscar - Una tragedia?? Per carità!
Giorgia - Ma è il Re Lear! Parla di un re che
vuole lasciare il regno in eredità alle sue figlie ma sbaglia nel valutarle e dà
tutto alle due più ipocrite e attaccate ai soldi mentre non lascia niente
all'unica figlia il cui amore per il padre è veramente sincero.
Oscar - Gli sta bene! io ho sempre detto:
se una volta finito di lavorare mi rimangono due soldi me li mangio tutti, così
non sbaglio! Se quel re ero io, Sciacqua... Sparaspac... Sgnaquar...
Giorgia - “Shakespeare”, babbo!
Oscar - Eh, quello scriveva poco, con me!
Leda - Ma io mi domando e dico come avrà
fatto a venir fuori una figlia così con uno come te?
Oscar - (Ironico) Eh, avrà preso tutta l'intelligenza da sua madre!
Giorgia - Non litigate adesso. Allora, babbo,
non fare storie, vedrai che sarà una bella esperienza.
Oscar - No, no, Giorgia. Succederà qualcosa
se nel palco sarete in due invece che in tre? Vi guardano male?
Giorgia - No, cosa c'entra! È semplicemente
per passare una serata diversa dal solito. È tanto che non lo fate!
Leda - Oh, questo è vero! Per
ricordarmi di una serata diversa dal solito dovrei tornare indietro di non so
quanto tempo!
Oscar - Non è vero niente! Non ti ricordi
che il mese scorso ci s'è allagato tutto il bagno e siamo stati fino a mezzanotte
per asciugare il pavimento? È stata una cosa che non era mai successa
Leda - E sai che divertimento!
Oscar - Ma se sei stata tu a dirmi che ti
sembrava di essere a Venezia quando c’è l’acqua alta!
Leda - Ti ho detto anche che non ci
sono mai stata, a Venezia, e che mi sarebbe piaciuto vederla e tu mi hai
risposto: visto che qui stiamo quasi andando in gondola che ti ci porto a fare?
Oscar - E non ho ragione?
Giorgia - Insomma, allora è un sì?
Oscar - No, non la porto a Venezia.
Giorgia - Intendevo dire: andiamo a teatro?
Oscar - Ah, no, no, lascia perdere, Giorgia,
queste cose non sono fatte né per me né per tua madre.
Leda - Oh, ma io non sono mica una
ignorante e burina come te!
(Campanello)
Giorgia - Questo
deve essere Pier Ferdinando con gli abbonamenti.
Oscar - Come
si chiama?... Pier Ferdinando?
Giorgia - Sì,
perché? (Esce per andare a
riceverlo)
Leda - È un
bel nome, è raffinato!
Oscar - Mah… e
che rapporto ci sarebbe fra Giorgia e ‘sto Pier Giovanni?
Leda - (Lo corregge) Pier Ferdinando. Mah, credo
che si frequentino, così…
Oscar - (Sospettoso) Così… come?
Leda - Ma che
ne so… dopotutto Giorgia ha ventitrè anni, anche se ci fosse qualcosa fra loro non
sarebbe poi una tragedia.
Oscar - Ridagli
con la tragedia!
Giorgia - (Rientra
con Pier Ferdinando) Papi, mami… lui è Pier Ferdinando.
Pier Ferd - Piaceve,
Piev Fevdinando.
Leda - Piacere
mio, finalmente la conosco di persona, Giorgia mi parla spesso di lei!
Oscar - (A Pier Ferdinando) Io invece non l’avevo
mai sentito nominare…
Pier Ferd - Mi
dispiace, fovse Giorgia non ne ha avuto l’occasione…
Giorgia - Sì, forse
non è capitato.
Leda - Oscar,
Pier Ferdinando è il figlio dell’ingegner Casettini, quello che ha costruito il
residence “Millefoglie”.
Oscar - (Sospettoso) Capisco.
Pier Ferd - Io e Giorgia
studiamo spesso insieme, in villa.
Oscar - (C.s.) In villa.
Pier Ferd - Sì, pevché
lì mio padve possiede una vicca biblioteca che ci fa molto comodo quando
dobbiamo appvofondive cevti avgomenti.
Oscar - (C.s.) Ah, e voi approfondite gli
argomenti… in villa.
Pier Ferd - Sì, anche
se io sono un po’ indietvo con gli esami.
Giorgia - Be’,
perché sai, babbo, il padre di Pier Ferdinando viaggia spesso per affari e ogni
volta ha piacere di portare la famiglia con sé.
Oscar - Capisco.
Pier Ferd - Eh sì,
come è successo in questo fvangente in cui mio padve deve andave negli States
per affavi…
Oscar - Dove
deve andare?
Giorgia - In
America.
Pier Ferd - Sì, deve
pvendeve divevsi contatti pev dei lavovi in alcuni stati: Gli favanno vistvuttuvave
un vudeve nell’Ohio (pron. Oaio),
costvuive un centvo commevciale nell’Iowa (pron.
Aioua) e edificave un gvattacielo nel Wyoming. (pron: Uaioming)
Leda - Beh, è
un bel viaggio lungo.
Giorgia - Eh sì,
ed Pier è stato così grazioso da propormi di usare i loro abbonamenti per lo
spettacolo.
Pier Ferd - Spevo
tanto che lo gvadivete.
Leda - Ma
certamente! mio marito ne è stato contentissimo, (Dandogli di gomito) è vero, Oscar?
Oscar - Eh!
Appena l’ho saputo mi sono detto: ”Oh, che bella occasione per andare ad assistere
a una tragedia di Shakerato…
Giorgia - Shakespeare…
Oscar - Sì, e
vedere quel re che si rinco… che diventa matto e butta via i soldi senza
criterio.
Pier Ferd - Sono
vevamente contento che abbia gvadito, vedvà che ne vimavvà soddisfatto, ah,
ecco i biglietti, Giorgia. (Glieli
consegna)
Leda - Pier Ferdinando,
vuole restare a pranzo con noi?
Pier Ferd - La
vingvazio tanto, signora, ma devo pvopvio andave, sa, a giovni pavtivemo e
dobbiamo pvepavave un sacco di cose.
Leda - Non
insisto, capisco, dovrete afrontare un viaggio così lungo…
Pier Ferd - Allova
ci rivedvemo sicuvamente al mio ritovno, signora; signov Oscar, lietissimo di avevla
conosciuta.
Oscar - Si
figuri, Pier Francesco.
Giorgia - (Lo corregge) Pier Ferdinando.
Pier Ferd - Giorgia,
allora noi ci vediamo stasera.
Giorgia - Sì, ti
accompagno. (Accompagna Pier Ferdinando all’uscita e rientra)
Oscar - Ma
‘sto Pier…
Leda – Ferdinando.
Giorgia - (Rientra interrompendoli) Ecco fatto!
Oscar - (Ironico) Dovete studiave (Si corregge)… studiare in villa anche
stasera?
Giorgia - Ma no,
ci vediamo così… forse andremo al cinema o in un pub…
Oscar - Poi in
biblioteca per approfondire gli argomenti…
Giorgia - Babbo…!
Leda - Ma ti
scoccia tanto il fatto che tua figlia frequenti il figlio dell’ingegner
Casettini? C’è forse qualcosa di male?
Oscar - No, no…
è solo che mi sembra un tipo un po’… pavticolave, tutto qui.
Leda - In che
senso?
Giorgia - No,
babbo, sta’ tranquillo.
Oscar - Ah,
già, la biblioteca…
Doriano - (Entrando)
Si può? Ho visto che c’era la porta aperta e ho approfittato.
Oscar - Tranquillo, Doriano, vieni pure.
Doriano - State mangiando?
Leda - No, ancora non è pronto. Dovevo
mettere il forno più alto perché son tre quarti d’ora che c'è dentro il
coniglio e ancora non è cotto.
Oscar - Gli hai levato la pelliccia, sì?
Leda - Spiritoso!
Oscar - (A Doriano) Tu non mangi?
Doriano - Io ho già mangiato. Mia moglie m'ha
fatto la pasta fredda.
Oscar - Beh, la potevi riscaldare, anche se
poi non è più la stessa cosa.
Doriano - No, Oscar, la pasta deve essere
fredda. È un piatto concepito proprio così: si prepara la pasta e poi la si
lascia raffreddare.
Oscar - Scusa la franchezza, ma è un po'
da imbecilli fare una cosa del genere! Io, quando mi si fredda la pasta che mi diventa
un pancotto la do sempre al cane!
Leda - Lascialo perdere, Doriano, che
tanto, Oscar, selvatico era e selvatico rimane.
Giorgia - (Al
padre) Babbo, la pasta fredda è un piatto tradizionale.
Oscar - (A Doriano) Ma tua moglie sa cucinare tanto bene! Doveva scegliere
proprio la pasta fredda?
Leda - (A Doriano) Lo vedi? Con lui non si ragiona. Anche Giorgia cerca di sgrezzarlo
invitandolo a passare una serata culturale ma non c'è niente da fare: è come
dare le perle ai porci!
Doriano - Cosa sarebbe questa serata culturale?
Giorgia - È un’occasione
particolare: siccome un mio amico mi ha dato tre biglietti per andare a teatro…
Doriano - Chi,
Pier Ferdinando?
Giorgia - Proprio
lui.
Oscar - Oh, ma
lo conoscevate tutti tranne me?
Doriano - Be’, chi
non conosce il figlio dell’ingegner Casettini? È quello che ha costruito il
residence “Millefoglie”!
Oscar - Io non
l’avevo mai sentito; per me può avere anche costruito il residence
“Cannelloni”; comunque sì, è quello che deve partire per l’aiouaiua poi va in
oaioio e alla fine fa un salto nel uaiominchio.
Leda - Insomma,
avendo questi biglietti, Giorgia gli ha proposto di andare sabato a teatro a
vedere una commedia…
Oscar - (La interrompe) No! non cambiamo le carte
in tavola, prima hai detto che era una tragedia!
Giorgia - Sì, va bene, una tragedia di
Shakespeare, (A Doriano) e questi tre
biglietti sono per un palco di prim'ordine.
Oscar - (A Doriano, con orgoglio) Senti, mia figlia? Ha avuto un palco di
prim'ordine! Mica uno di quelli scalcinati!
Doriano - (A
Oscar) E perché non ci vorresti andare?
Leda - Perché è un ignorantone!
Oscar - Ma perché… io non sono fatto per andare
a teatro e mettermi tutto in ghingheri.
Giorgia - Guarda che a teatro non devi mica
andare in frac!
Leda - Ma neanche con gli zoccoli!
Oscar - Insomma io non sono fatto per le
serate mondane. Dopo in quei posti è facile che incontri un sacco di gente, devi
aver voglia di parlare. Cose del tipo: (Imita
una conversazione) “Oh, buonasera! Anche lei qui! Come sta la sua signora?...
Ah! siete separati, mi dispiace!... A lei per niente?... Figuriamoci a me!”…
No, no, io non sono fatto per queste cose.
Doriano - Guarda, Oscar: Io ti potrei anche
capire se ci dovessi andare tutte le settimane, ma per una volta…! Anche per
vedere quello spettacolo di teatro che abbiamo in città! Io l'ho visto anni fa,
il giorno dell’inaugurazione quando l'hanno riaperto dopo
il restauro ed è venuto a cantare Pavarotti; credimi, è stato un evento
indimenticabile.
Oscar - Beh, vuoi
mettere Pavarotti con una tragedia di Ce-chi-spera?
Giorgia - Di
Shakespeare, babbo!
Doriano - Be’, sono
due cose differenti.
Oscar - Perché, tu lo conosci?
Doriano - Pavarotti?
Oscar - No, quell’altro.
Doriano - Accidenti! Va bene che sono ignorante
ma non conoscere l'autore di Giulietta e Romeo...!
Leda - Bisogna essere ruvidi come la
carta vetrata.
Oscar - Ah, allora ‘sto Scek... Scekis...
sarebbe quello che ha scritto dell’intrallazzo di Gradara!
Doriano - Di Gradara…?
Giorgia - Babbo! quelli erano Paolo e
Francesca!
Oscar - Eh, va bè! io per i nomi sono
sempre stato negato! però se non sbaglio anche loro son finiti male!
Giorgia - Eh, sì, entrambe le storie sono
finite in tragedia.
Oscar - E dagli, con le tragedie! Ma a teatro
non c’è mai una cosa che vada a finire bene?
Doriano - (A
Giorgia) Cosa danno, di Shakespeare?
Giorgia - Re Lear.
Doriano - Ah, un bel lavoro.
Oscar - Di sicuro muoiono tutti.
Giorgia - Sì, anche il re muore. Ma è bello
assistere al suo travaglio interiore e al pentimento per l'errore commesso che
lo porta fino alla pazzia.
Oscar - Porca miseria! prima il travaglio,
poi diventa matto! E l’hanno fatto re, a uno così?
Leda - È inutile che sprechiate il
fiato con ‘sto selvatico. Se non ci arriva non ci arriva. Vieni con me, Giorgia.
Giorgia - Babbo, dai
pensaci bene! (Esce con Leda)
Doriano - Almeno conosci Amleto?
Oscar - (Ci pensa) Amleto... Amleto... chi è, quello che abita vicino alla
pescheria?
Oscar - … il
padre di Amleto.
Doriano - Sì, lo
uccide iniettandogli del veleno in un orecchio…
Oscar - E che
schifo!
Doriano - Quando
Amleto lo viene a sapere vuole vendicare suo padre ma non è proprio sicuro che
sia stato lo zio… ecco qui il dubbio amletico! (Declama) Essere o non essere, questo è il problema...
Oscar - Quale
problema?
Doriano - È lui
che lo dice perché non sa cosa fare.
Oscar - Capisco.
Doriano - Già. (Continua) È forse più nobile soffrire,
nello spirito, per le pietre e le frecce scagliate dall'oltraggiosa fortuna, o
imbracciar l'armi contro un mare di tribolazioni e combattendole porre fine ad
esse? Morire per dormire. Nient'altro.
Oscar - No, no, nient'altro. Basta così. Portassi
disgrazia...!
Giorgia - (Entrando) Eri tu, Doriano,
che declamavi il monologo di Amleto?
Doriano - Sì, certo. Volevo farlo sentire a tuo
padre ma mi ha interrotto sul più bello!
Oscar - (Ironico) Ah, era il momento culminante?
Giorgia - (Al
padre) Prova ad ascoltare qualcosa con umiltà, babbo, senza essere
prevenuto, cercando di capirne il significato, vedrai che ne apprezzerai la
bellezza. Aspetta, facciamo una cosa: prima parlavamo di Giulietta e Romeo, no?
Oscar - Sì, e mi hai anche detto che non erano
di Gradara ma di... (Cerca di ricordare)
aspetta: di dov’erano?
Giorgia - Di Verona. Ecco: loro erano
innamorati ma le rispettive famiglie non si potevano vedere quindi
s'incontravano di nascosto.
Doriano - E Shakespeare, raccontando la loro
storia, ha scritto quella bella scena di Giulietta che dal balcone di casa sua
parla col suo adorato Romeo.
Oscar - Si vede che stava al primo piano!
Giorgia - Allora sai cosa facciamo?
Oscar - Non me lo dire!
Giorgia - Io adesso vado a prendere un testo
per Doriano che farà la parte di Romeo e io farò quella di Giulietta, così
assisterai ad un esempio di quello che riusciva a scrivere un genio come
Shakespeare! (Esce)
Oscar - (Sorridendo tra sé) Ma non ti dico io...! (A Doriano) Cosa faresti, tu?
Doriano - Romeo.
Oscar - (C.s.) Ma va’ là! Romeo!
Doriano - Ha detto bene tua figlia: ascolta
attentamente senza essa prevenuto, vedrai che ti piacerà.
Oscar - Ma quando ha scritto tutta ‘sta
roba, Ce-chi-spira?
Doriano - Shakespeare! Sono opere scritte tre o
quattrocento anni fa.
Oscar - Cavolo! E ancora le fanno vedere
a teatro?
Doriano - Già! Vuol dire che qualcosa di buono l’ha
fatto!
Oscar - (A Giorgia) Dove vai?
Giorgia - Sul
balcone!
Oscar - Ah,
scusa.
Giorgia - Ascolta
bene, babbo, poi dimmi se ti è piaciuto.
Oscar - Va bene.
(Giorgia e Doriano si mettono in posa)
Giorgia - O Romeo, Romeo, perché sei Romeo?
Rinnega tuo padre, rifiuta il suo nome, o, se vuoi, legati a me anche solo d'un
giuramento, e io non sarò più una Capuleti.
Oscar - Chi?
Giorgia - (Al
padre) Capuleti è il cognome di Giulietta.
Oscar - Scusa.
Doriano - Devo ascoltare ancora, o risponderle?
Oscar - Saprai tu cosa devi fare.
Doriano - (A
Oscar) Oscar! Questa è la battuta di Romeo!
Oscar - Ah, scusa.
Giorgia - Solo il tuo nome è mio nemico; ma tu
sei tu, non un Montecchi. Cos'è Montecchi?
Oscar - Comune in provincia di Reggio
Emilia.
Giorgia - (Al
padre) Montecchi è il cognome di Romeo!
Oscar - Scusa.
Giorgia - Cos'è un Montecchi? (Guarda di sottecchi il padre che si porta la
mano davanti alla bocca per non rispondere) Non è né una mano né un piede,
né una faccia né un braccio: nessuna parte di un uomo. O sii tu qualche altro
nome! E che cos'è un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, anche con un altro
nome avrebbe il suo soave profumo. Così Romeo, che se non si chiamasse Romeo,
conserverebbe un fascino di perfezione, che possiede anche senza quel nome.
Romeo, poiché non ti è nulla il tuo nome, buttalo via, e prenditi, in cambio,
tutta me stessa.
Doriano - Ti prendo in parola. Chiamami
soltanto amore; e così ribattezzato, d'ora innanzi non sarò più Romeo.
Oscar - Infatti è meglio se rimani Doriano,
perché come Romeo fai proprio schifo.
Giorgia - Perchè, non ti è piaciuto?
Oscar - No, no, per essere bello è bello...
è romantico, solo che viene rovinato da Doriano che fa la parte di Romeo!
Doriano - Vorrei vedere te…!
Oscar - Ah, sarei sempre meglio di te!
Doriano - (Gli
passa il libro) To', allora falla tu, la parte di Romeo!
Oscar - E cosa ci vuole? (Punto nell'orgoglio, rivolto alla figlia)
Continua, Giorgia. (Si mette in posa)
Giorgia - Ma tu chi sei che protetto dalla
notte inciampi nel mio segreto pensiero?
Oscar - Non posso dirtelo con un nome; il
mio nome, cara santa, mi è odioso perché tuo nemico. Se lo avessi qui, scritto,
lo straccerei.
Giorgia - Il mio orecchio non ha ancora bevuto
cento parole di quella voce, che già riconosce il suono. Non sei Romeo? Un
Montecchi, tu?
Oscar - No bella bambina, se Montecchi
non ti è gradito posso chiamarmi... Roncobilacccio...
Doriano - Ma cosa dici?
Giorgia - Babbo! Stavi andando tanto bene!
Oscar - Eh, Montecchio non gli va bene! Ho
trovato un altro nome! A... Spic e Span sarebbe piaciuto.
Doriano - Shakespeare, oh!
Oscar - Eh, lui. Comunque, devo ammettere
che qualcosa di buono c'è.
Doriano - Proprio per fargli un favore!
Oscar - No, no, dico sul serio. Uno che
continua a far breccia dopo trecento anni non deve essere l'ultimo imbecille.
Doriano - Bene, abbiamo
appurato che Shakespeare non era un imbecille.
Giorgia - No, no, la tua è una critica giusta
e ben ponderata. Allora, visto che apprezzi un piccolo esempio recitato da due
scalzacani come noi, puoi immaginare cosa potrà essere un lavoro completo
interpretato da veri attori.
Oscar - Ah, sì sì, niente da dire…. Comunque,
alla fine muoiono anche loro, vero?
Doriano - Eh sì.
Oscar - Vedi,
l’utilità dei cellulari…!
Giorgia - (A Doriano) A te piacerebbe assistere a
questa nuova interpretazione del “Re Lear”?
Doriano - Certamente,
ne sarei molto incuriosito, a proposito: chi lo interpreta?
Giorgia - Mauri.
Oscar - Il
figlio di Sandra? Maurizio? Ma lui fa il meccanico!
Giorgia - Ma no! parlo
di Glauco Mauri!
Doriano - Un
grande attore teatrale!
Oscar - Mi
pareva…!
Leda - (Entrando)
Allora? Siete riusciti a far entrare un po' di ambizione culturale in quella testaccia
sbilenca?
Doriano - (A Leda) Sai una cosa? Mi verrebbe da
dire che se Oscar non volesse andare a nessun costo, sarei disposto io, a venire
con voi.
Oscar - Scusa,
adesso tu cosa c’entri?
Doriano - Non c’entro niente ma, visto che
avanza un biglietto, perché buttarlo via?
Oscar - Infatti in questa casa non si butta
via niente. E poi, io sono un po' dubbioso ma mica ho detto proprio di… di no.
Doriano - Allora vedi di decidere in fretta, così
mi posso organizzare per sabato.
Oscar - (Si àltera) Tu bada a organizzarti per conto tuo senza avere tanti
scrupoli.
Doriano - (C.s.)
Ma se non dovessi andare a teatro mi dovrei organizzare in qualche altro modo.
Oscar - (Alzando la voce) Allora organizzati in qualche altro modo!
Doriano - (A
voce alta) Ma se tu non vai a teatro perché io non ne posso approfittare? Son
cose che mi piacciono!
Oscar - Oh, Doriano, dove dovresti andare
sabato?
Doriano - A ballare!
Oscar - (A voce alta) E allora va' a ballare!
Doriano - E perché?
Leda - Perché?
Oscar - Perché... perché a teatro ci vado
io! (Osserva gli altri che lo guardano
con malcelata soddisfazione e si trova in imbarazzo) Non si mangia in
questa baracca? (Esce)
Buio
Secondo Quadro
Leda - Lunedì scorso tuo marito è stato
grande, Olide. Se non fosse stato per lui stasera ce lo saremmo sognato, il
teatro. Invece lui gliene ha parlato, gli ha detto che è rimasto colpito dalla
sua bellezza quando è andato all'inaugurazione con Pavarotti...
Olide - ... che non è vero niente perché non
aveva trovato i biglietti...
Leda - Ah! allora come ha fatto a
dirgli che è tanto bello?
Olide - Per sentito dire, credo, o forse
l'ha visto da piccolo prima che lo chiudessero.
Leda - Comunque, tra lui e Giorgia
hanno fatto un lavoro psicologico di convincimento che è stato una meraviglia!
Olide - Ma io non credo che Doriano si
sia sforzato un granché, anche perché lui è veramente un appassionato di tutto
ciò che nutre la mente. Praticamente mangia pane e letteratura
Olide - Ad ogni modo sono proprio curiosa
di sapere cosa metterai su stasera per andare a teatro!
Leda - Ah, ho trovato un vestitino semplicissimo
ma che è un amore!
Olide - Dove l'hai comprato?
Leda - In quel negozietto qua dietro,
alla boutique "Spendi e Spandi".
Olide - E com'è?
Leda - Non te lo posso far vedere
perché devo andare a ritirarlo alle sette. L'ho fatto accorciare di due dita
perché era troppo lungo. Comunque, è un jersey tutto blu con giusto un filino
bianco sul colletto, sui polsini e sull’orlo in fondo. È leggermente sfiancato
e ha una cintina sempre blu con la fibbia bianca.
Olide - Carino! Molto carino!
Leda - Sul colletto ci sono tre
bottoncini che lascio aperti così finalmente potrò mettermi quella collanina di
perle che mi ha regalato mia madre vent'anni fa e che ho messo su solo per la
Comunione e per la Cresima di Giorgia.
Oscar - (Entra, frettoloso) Ciao, Olide.
Olide - Ciao, Oscar.
Oscar - (Alla moglie) Allora?
Leda - Allora cosa?
Oscar - Siamo pronti?
Leda - Pronti per cosa?
Oscar - Per andare a teatro!
Leda - Ma, Oscar, ti sei instupidito?
Sono le cinque! Il teatro comincia alle nove!
Oscar - Ma senti che razza di ragionamenti!
Tra lavarsi, mangiare, vestirsi... voi vi dovrete truccare... ecco che si son
fatte le otto, dopo dovremo prendere la macchina, arrivare in centro, trovare
un parcheggio che sarà sicuramente lontano dal teatro, arrivare a teatro a piedi...
stai a vedere che facciamo tardi, eh!
Leda - Oscar.
Oscar - Oh.
Leda - Ma vuoi andare a quel paese, per
piacere! Io devo ancora andare a ritirare il vestito in negozio!
Oscar - Cosa??? Ancora non hai il vestito?
Con quello che costa?! Ma allora dimmelo che non vuoi andare a teatro! Dimmelo
che sei tu che non vuoi imbucarti nella cultura! Muoviti, invece di stare qui a
fare salotto! (Si avvia)
Olide - Se ti disturbo, io posso anche andar
via.
Oscar - Eh? No, no, rimani pure... basta che
non le fai perdere tempo. (Esce)
Olide - Si è rimbecillito?
Leda - Credo di sì. Se sapevo che gli faceva
questo effetto…
Oscar - (Si affaccia) Giorgia dov’è?
Leda - Giorgia tornerà verso le sei,
come al solito.
Oscar - Ah! Ma allora lo fate apposta! Guarda
che gli attori non aspettano mica voi! (Esce)
Leda - Dov'è tuo marito?
Olide - A casa.
Leda - Fammi il favore, Olide: vai a
dirgli se può venire un attimo a dare una calmata a Oscar se no non arriviamo a
stasera perché lo ammazzo prima.
Olide - Va bene. Così approfitto per andare
a fare qualcosa anch’io. Ma tornerò più tardi per vedere il tuo vestito!
Leda - Va bene.
(Olide
esce)
Oscar - (Entra) È andata via?
Leda - Sì.
Oscar - Ma tu guarda…! Venire in casa
d’altri proprio mentre ci si sta preparando per andare a teatro! Un minimo di
educazione! Mica posso andare a dire agli attori: "scusate il ritardo ma
quella piattola della mia vicina di casa ha fatto perdere un sacco di tempo a
mia moglie a forza di discorrere"!
Leda - Oscar, tu non avrai mica
intenzione di rovinarmi questa serata dopo vent'anni che non facciamo niente
all'infuori della casa, del lavoro e dei figli?
Oscar - Cosa vuoi che ti rovini? Anzi, qui
l'unico che si preoccupa che vada tutto per il meglio sono proprio io!
Doriano - (Entra) Posso?
Oscar - Oh, Doriano, cosa c'è?
Doriano - Niente. Volevo vedere come stanno
procedendo i preparativi per la grande serata.
Oscar - Ah, procedono bene da ridere!
Siamo ancora in braghe di tela! Giorgia non è ancora arrivata, mia moglie deve
ancora ritirare il vestito in negozio e io devo fare tutto... (Guardando la moglie) e non so cosa
mettermi.
Doriano - Stai calmo, stai calmo, mica devi
timbrare il cartellino!
Oscar - No, ma devo strappare il biglietto!
Doriano - Eh! dai che farai in tempo! Sono gli
attori ad essere al tuo servizio, mica tu al servizio loro!
Oscar - Questo
è vero ma cavolo, un minimo di rispetto per chi si cimenta col bardo inglese!
Doriano - Accidenti! “Il bardo inglese”… bravo!
vedo che ti stai acculturando! Me ne compiaccio. Comunque, non ti agitare dai, che
poi, domani, mi racconterai se t'è piaciuto o no.
Oscar - (Con fare esperto) Ah, certo, anche se avrei preferito un altro lavoro
di Schioppassi...
Doriano - Di Shakespeare.
Oscar - Eh, sì, preferisco le commedie alle
tragedie.
Doriano - Perché, le conosci?
Oscar - Cavolo! Prima di andare a teatro
a vedere una cosa dovrò informarmi su chi l'ha scritta! Perciò mi sono documentato.
È come se volessi farmi fare una camera da un falegname… prima lo voglio
conoscere: voglio sapere dove ha la bottega, che legno usa, se adopera i chiodi
o la colla... giusto?
Doriano - E così ti sei informato?
Oscar - Certamente! Sciampagn è nato...
Doriano - Shakespeare, oh!
Oscar - Eh. (Riferisce tutto quello che ha studiato) È nato nel ‘64 ed è morto nel
‘16. Tra le tragedie ha scritto: “Amleto”, “Otello”, “Doriano”, “Cesare”... tutti
nomi di gente che conosco anch’io. Tra le commedie, invece, ha fatto: “Giulietta
e Romeo”, il “Sogno d'una notte di luglio”...
Doriano - No, è il “Sogno di una Notte di Mezza
Estate”.
Oscar - Appunto, sarà tra luglio e agosto...
Poi ha scritto “Il Temporale”…
Doriano - (Lo
corregge) “La Tempesta”.
Oscar - Va be’… poi “La Dodicesima notte”
contando dal giorno di Natale, che poi sarebbe la notte della Befana, e un sacco
di altri lavori che adesso non mi vengono in mente.
Doriano - Be’, insomma stasera andrai abbastanza
preparato!
Oscar - Eh sì! così se per caso qualcuno mi
domandasse qualche informazione gli saprei cosa rispondere! Che poi, detto tra noi,
praticamente, ‘sto Re Lear era un vecchio arteriosclerotico e cominciava a dare
i numeri; hai voglia avere vicino il giullare di corte che gli diceva cosa
doveva fare... sempre un buffone era!
Leda - (Entra con un cofanetto porta-gioie da cui estrae la collanina di perle) Allora,
ti sei calmato un po'?
Oscar - Io sono calmissimo! Sei tu che adesso mi metti addosso l'agitazione!
Doriano - Che invidia mi fate!
Oscar - Eh, lo so. Stammi a sentire, Leda,
come mi metto a teatro?
Leda - A sedere!
Oscar - Spiritosa! Volevo dire: che
vestito mi metto?
Leda - Non ti preoccupare, ti tiro
fuori il vestito grigio.
Doriano - Farai un figurone.
Oscar - Eh. lo so. (A Leda) Il tuo vestito com'è?
Leda - Perché,
vuoi mettere il mio?
Oscar - Per sapere se combinano bene i colori!
Leda - Ma senti che razza di problemi
mi va a tirare fuori!
Doriano - Leda ha ragione, vai a teatro, non
devi mica andare al ricevimento della regina d'Inghilterra!
Oscar - Si può sapere di che colore è?
Leda - È
blu. Va bene?
Oscar - Sì.
Leda - Meno male.
Oscar - E quello di Giorgia?
Doriano - Scusate, io vado. Mi raccomando, Oscar,
domani voglio sapere tutto. (Esce)
Oscar - Non ti preoccupare, ciao. (Alla moglie) Allora?
Leda - Metterà quello che le pare.
Oscar - Se mettesse quel bel vestitino
bianco con le frappe in fondo sarebbe un bijou. A proposito, che ora è che
ancora non arriva? Io intanto vado a fare la doccia.
Leda - Sarà meglio.
Oscar - Come?
Leda - Niente, niente, vai a fare la
doccia. (Oscar esce) (Leda prende
il telefono e chiama la boutique) Pronto. Boutique "Spendi e
spandi"?... Sono la signora dell'abito blu... sì, quello di jersey... è
pronto?... sì, lo so che avevamo detto per le sette ma sa... siccome devo
essere a teatro per le nove non vorrei che... alle sette è pronto... bene! Veda
un po' se riesce a farlo per qualche minutino prima, tanto per tranquillizzare
mio marito... mi sta dando il tormento! Grazie, buona sera.
Oscar - (Si affaccia. È in accappatoio) È arrivata Giorgia?
Leda - No, perché?
Oscar - Ho sentito che parlavi con
qualcuno...
Leda - No, no, stavo telefonando. Vedi
di andare a fare la doccia! (Oscar esce) (Leda gli urla dietro) Rottura di scatole!
Olide - (Entra) È arrivato il
vestito?
Leda - No, t'ho detto che è pronto per
le sette.
Olide - Perché ho sentito che parlavi con
quelli della boutique…
Leda - Ma cosa fai, mi spii?
Olide - Cosa ti spio! Lo sai che con ‘sti
muri si sente tutto!
Leda - Sì, scusami, Olide, ma c’è Oscar
che mi sta facendo innervosire, comunque tra un po' vado giù lo stesso... in
caso aspetterò un po' lì in negozio.
Olide - Quasi quasi avete fatto venir
voglia anche a me di passare una serata a teatro! Magari una volta, così… per
vedere una commedia, oppure un concerto, per passare insomma una serata in
società! Potremmo organizzare anche per andarci insieme.
Leda - Sarebbe una bella cosa, ogni
tanto fa bene mettersi su qualcosa di bello e andare fra la gente per ammirare
ed essere ammirate... poi, sai, io lo faccio anche per mia figlia che ha tutti
amici universitari e non voglio farla sfigurare.
Oscar - (Entra coperto solo da un
asciugamano) Leda! (Vede Olide)
Oh, scusa, non sapevo che eri qui.
Leda - Hai già fatto la doccia?
Oscar - E cosa ci vuole per fare una
doccia? Mica posso stare un'ora sotto l'acqua col rischio di far tardi! È
tornata Giorgia?
Leda - Ancora no.
Oscar - Il tuo vestito è pronto?
Leda - Ancora no.
Oscar - Madonna mia! Questa serata comincia
male, eh!? Intanto vado a mettermi le mutan... scusa, Olide. (Esce)
Leda - (A Olide, con un gesto sconsolato) Che cosa gli vuoi dire...?
Olide - Non ti preoccupare, sono tutti uguali!
Oscar - (Da fuori) Leda! Dove sono
i miei calzini blu?
Leda - (Grida) Vicino alle mutande! (A
Olide) Intanto aiutami a mettere la collana, sarà una cosa fatta. (Olide esegue)
Oscar - (Da fuori) Ce n’è uno solo!
Leda - (Grida) Guarda bene sotto le mutande!
Oscar - (Da fuori) È un pezzo che
guardo sotto le mutande ma non trovo niente!
Leda - (Grida) È impossibile!
Olide - (Ironica) Eh, qualcosa ci dovrebbe essere...
Leda - (Grida) Non è detto…! (A Olide) Sta' a sentire, Olide, vieni
con me alla boutique, gli voglio fare un po' di fretta e così mi dai un tuo
parere su come hanno fatto il lavoro. (Grida
a Oscar) Vado a prendere il vestito!
Oscar - (Da fuori) Va bene!
(Leda
e Olide escono)
Oscar - (Entra. È in
canottiera, mutande, e calzini blu e sottobraccio tiene una camicia ed il
completo grigio) L’altro calzino c'era ma era sotto sotto sotto, eh!... (Immagina una conversazione da
"dopo-spettacolo”) Oh, buonasera signora! Come l'è sembrato il
lavoro?... Sì, sì... graffiante, soprattutto nel primo atto, ma poi gli attori
hanno ceduto... eh, sì, non sono riusciti a tenere il ritmo incalzante del
testo... ma, comunque... Sciacquatore è sempre Sciacquatore! Altroché... altroché
gli scrittori di oggi! Il mese prossimo danno "Antonio e
Cleopatra"... tutti e due in una volta... si pagherà il doppio?
Giorgia - (Entra) Ciao babbo.
Oscar - Giorgia! È questa l'ora di arrivare?
Dai! preparati che manca poco e voi siete lunghe come una messa cantata!
Giorgia - La mamma dov'è?
Oscar - È andata a prendere il vestito nuovo!
Stammi a sentire: siccome tua madre ha un vestito blu e io mi metto questo qui
grigio (Comincia a vestirsi) tu potresti
mettere quel vestitino bianco con le frappe in fondo che è adattissimo per andare
a teatro! Sai che figura farai, sul palchetto! Gli attori smetteranno di
recitare, per guardarti!
Giorgia - Lascia perdere, babbo.
Oscar - E perché? Non posso essere
orgoglioso di mia figlia?... vai a vestirti, dai (Finisce di vestirsi).
Giorgia - Ascolta, babbo. È successo un
impiccio.
Oscar - (Si volta di scatto e la guarda perplesso) Un impiccio?… grosso?
Giorgia - Insomma…
Oscar - Sei incinta!
Giorgia - Ma babbo! Hai voglia di scherzare?
Oscar - (Ci pensa) Non hai più il vestito con le frappe!
Giorgia - Ce l'ho, ce
l'ho.
Oscar - Meno male! (Ci pensa) Hai problemi intestinali...
Giorgia - Babbo…!
Oscar - (Grida) È cascato il governo! C’è la rivoluzione! Insomma, che cavolo
è successo?!
Giorgia - Non possiamo più andare a teatro.
Oscar - (Grida) Cooooosa!?!
Giorgia - Sì, purtroppo è così.
Oscar - (Perentorio) Giorgia, io stasera non vado a teatro solo se mi dicono
che è crollato lo stabile con tutto il quartiere intorno compreso il Palazzo
Comunale!
Giorgia - No, la ragione è molto più semplice.
Oscar - Sarebbe…?
Leda - (Entra) Ecco il vestito
nuovo! Vi piace? (Oscar e Giorgia lo
guardano senza dire niente) Dico a voi... vi piace o no?
Leda - (Inebetita) Allora?
Oscar - Stai
dicendo che è saltato il rifacimento del rudere nell’aioauoa?
Giorgia - Purtroppo
sì.
Oscar - Anche
il centro commerciale nell’oaiua?
Giorgia - Anche.
Oscar - E il
grattacielo nel…
Giorgia - Wyoming…
sì!
Leda - E Piev…
Fevdinando cosa dice?
Giorgia - Dice
che è veramente dispiaciuto ma che i suoi genitori, visto che non devono più
partire, ci tengono molto a vedere quest’opera.
Oscar - Allora casca tutto! Porca miseria
ladra! Dopo che uno si istruisce, che spende i soldi, si prepara come si deve per
andare a teatro...!
Leda - Oddio! Questa non ci voleva!
Giorgia - Mi dispiace tanto davvero!
Oscar - (A Giorgia) Eh, ma anche tu, però…! Ti potevi assicurare bene, prima? Cosa
fa, questo ingegner Casettini? Prende, si mette d’accordo, poi ci ripensa! Eh
no! Non si fa così! E noi chi siamo?
Leda - Sarà colpa degli americani!
Giorgia - Si vede che doveva andare così.
Leda - Mi sembrava tutto troppo bello!
Oscar - Ma tu guarda…! In questi giorni con
gli amici e i colleghi di lavoro non ho fatto altro che parlare di ‘sto teatro,
di... di... William.
Giorgia - William chi?
Oscar - Ah! Ma allora lo fai apposta!
William... Sce.. Sce... (Fa uno sforzo e
arriva a pronunciarlo perfettamente) Shakespeare!
Giorgia - Babbo! L’hai detto bene, finalmente!!
Oscar - Ma a cosa serve, ormai.
Leda - Alla boutique "Spendi e
Spandi" non ci potrò mai più metter piede da quanto l'ho fatta lunga
perché dovevo andare a teatro con mia figlia...
Oscar - Sai che danno!
Leda - (A Giorgia) Ma i tuoi amici ci vanno tutti?
Giorgia - Sì ma questo non è un problema.
Leda - Beh, era anche un'occasione per
conoscerli.
Oscar - Dev’essere un segno del destino.
Si vede che è il teatro a non volermi. Le luci della ribalta non mi meritano!
Giorgia - Ma cosa dici, babbo? È stato solo un
contrattempo! Vorrà dire che proveremo ad andarci la prossima volta.
Leda - Mah, credo che persa questa
occasione sarà molto difficile. Accidenti mi dispiace davvero!
(Campanello)
Oscar - (A Giorgia) Va’ un po’ a vedere chi è.
(Giorgia
esce)
Leda - Questa storia è finita come quella
di Venezia.
Oscar - Si è allagato il bagno un’altra
volta??
Leda - Ma no! Voglio dire che mi dovrò
rassegnare al teatrino che mi fai sempre tu quando torno dalla spesa!
Oscar - È vero, ogni volta è una
tragedia!
(Rientra
Giorgia con Pier Ferdinando)
Pier Ferd - Sono venuto per scusavmi tanto dello
spiacevole inconveniente ma puvtvoppo, Giorgia ve l’ho avà già vifevito, sono
saltati tutti i contvatti con gli States e non dobbiamo più pavtive.
Leda - Beh, pazienza, Pier Ferdinando.
Pier Ferd - Ne ho anche pavlato con mio padre e mi
ha detto che savebbe contento se ci mettessimo d’accordo pev acquistave insieme
gli abbonamenti pev la pvossima stagione.
Oscar - Eh, ma la prossima stagione è
l’estate e andare a teatro con quel caldo…
Giorgia - Babbo, Pier Ferdinando intende la
prossima stagione teatrale.
Oscar - Ah, beh, ci penserò… tanto ho
capito che ci rivedremo spesso noi due… è vero Giorgia?
Giorgia - Chissà…
Pier Ferd - Se son vose fiovivanno!
Oscar - (Tra sé, soprappensiero) Vevo.
Pier Ferd - Allova… a pvesto.
Leda - A presto e… mi saluti
l’ingegnere!
Pier Ferd - Pvesentevò. (Esce con Giorgia)
Oscar - (Modificando l’ultima battuta del “Re Lear”) Leda, non dobbiamo
rassegnarci al peso di questi tristi fatti, e fare quello che possiamo, non
quello che ci aspettiamo.
(Rientra
Giorgia)
Leda - Cosa stai dicendo?
Oscar - Niente, solo parole, parole,
parole… (A Giorgia) Stammi a sentire,
Giorgia: possibile che stasera ‘sto teatro sia proprio tutto pieno e che non ci
sia uno straccio di buco sopra un palchetto magari piccolo piccolo?
Giorgia - Sarà difficile ma si potrebbe
tentare.
Leda - Beh, sì, tentar non nuoce.
Oscar - (Risoluto) Giusto! Benissimo! Tentar non nuoce! (Prende l'elenco telefonico) Vediamo un
po': Teatro… biglietteria… ecco qui! (Telefona)
Buonasera, mi scusi, è la signora bigliettaia?... Ecco, non è che per caso vi
sono rimasti tre buchi da qualche parte per la tragedia di stasera?... Che tipo?...
bè, che tipo... tre posti come capitano... Sì... ah, in galleria... sì ma... è
molto lunga?... Come cosa… la galleria! Ah! sarebbero i posti in alto!... Sì,
sì, va bene lo stesso tanto io ci vedo bene! Allora ce li tenga da parte che
veniamo giù quasi subito. Il mio nome è Morrèidi, (Ascolta) no, no! con la "E",
signora, se no viene fuori un'altra cosa. (Ascolta) Va bene,
tante grazie, buonasera. (A Leda e Giorgia)
Fatto! Risolto! Concluso! Andiamo a teatro! Leda! Giorgia! A vestirsi e truccarsi!
Via! (A Giorgia) E tu mettiti quell’ombretto
da 9 euro e 90! (Leda e Giorgia escono. Oscar
Continua ad alta voce) E informate tutti quanti che in questa casa quando io
decido di fare una cosa... la faccio! Capito? (Declama) Il resto è silenzio: (Uscendo) William Shakespeare,
"Amleto" atto quinto, scena seconda. To’, beccatevi questa!
SIPARIO
TUTELA SIAE
L'uso senza permesso da parte di chiunque, in qualunque forma, è assolutamente vietato.
Per eventuali comunicazioni contattare l'autore.
cell: 338 9 338 116
e mail: paolocappelloni@yahoo.it
Nel caso di rappresentazione dichiarare alla SIAE il titolo originale.